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Mi chiamo VALENTINA : oggi invece ho avuto la prova che il razzismo esiste ancora, soprattutto tra i ragazzini

#perfortunanonmioccupodipolitica #maunacisaècerta i giovani con #MENTEconTORTA agiscono solo in regioni a guida leghista! #Venezia la denuncia di una studentessa di

#perfortunanonmioccupodipolitica #maunacisaècerta i giovani con #MENTEconTORTA agiscono solo in regioni a guida leghista!
#Venezia la denuncia di una studentessa di origine cinese: “Insulti razzisti e sputi da due ragazzi sul treno”
#ValentinaWang è salita su treno per tornare a casa dall’università ed è stata aggredita da due #16enni Ha affidato il brutto episodio a un post su Facebook che è diventato subito virale

Mi chiamo Valentina, ho 19 anni e sono cresciuta in Italia. Quando ero piccola ero spesso vittima di razzismo, ma ho sempre provato a giustificare quei casi dicendomi che probabilmente l’Italia non era ancora abituata al multiculturalismo. Col tempo gli episodi di razzismo sono quasi andati ad estinguersi nei miei confronti, c’erano sempre dei ragazzi che per strada mi urlavano “mangiariso di merda” o addirittura “cinese”, perché come ben sappiamo essere CINESI deve essere vergognoso.

Oggi invece ho avuto la prova che il razzismo esiste ancora, soprattutto tra i ragazzini.

Stavo tornando a casa da Mestre, e mentre aspettavo al binario questi ragazzini continuavano a importunarmi dicendomi “prova a pronunciare la R, tanto non riesci incapace”. Ho provato a ignorare, non è la prima volta che succede nella mia vita, sono solo dei ragazzini. In treno però, dopo che è passato il controllore, hanno iniziato ad esagerare, facendomi versi razzisti e sessisti, al che non ho più tollerato e ho iniziato a rispondere a tono. Questi, probabilmente molto frustrati, hanno iniziato a dirmi “magnamerda tornatene al tuo paese”, “ma cosa dici che ti abbiamo rotto la minchia se hai la figa, o in Cina vi trapiantano il cazzo da piccole?”, “Succhiamelo puttana che tanto so che ti piace farlo”, e altre cose simili che mi stanno facendo venire gli occhi lucidi solo a rimembrare.
Dopo un po’ hanno smesso, ma prima di scendere(sono scesi a Padova, io dovevo scendere più avanti) hanno pensato bene di sputarmi addosso e farmi il dito medio fuori dalla carrozza.
Non so cosa dire, sono avvilita, soprattutto perché forse non si potrà fare nulla.

Allego foto dello sputo 

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Andi Nganso
“Avete presente quelle situazioni in cui accade qualcosa di brutto ad un amico, collega o fratello e, per quanto dispiaciuti, vi viene da dire: “eh cara/o mio .. ci siamo passati tutti”. Ecco questo non è il caso di quanto accaduto a Valentina Wang . Lei ha dovuto subire una situazione che generalmente solo le donne e/o le persone disabili e/o le persone LGBTQI e/o le persone che non hanno i tratti somatici da “classico” cittadino italiano devono subire.

Una serie di circostanze che, lette così di fila, nel mondo che sogniamo, non sono delle colpe. Eppure lo sono. Lo sono nel nostro paese. Lo erano agli occhi di coloro che hanno continuato ad insultare Valentina, dalla stazione di partenza, sul treno, fino alla discesa. Assicurandosi addirittura che quegli insulti le rimanessero anche una volta andati via. Perché è di una colpa che si tratta.. “ed io, che non ho nessuna di queste caratteristiche/debolezze, è giusto che te lo faccia pesare.”

Giudicando dalle reazioni che vedo al post di valentina mi è chiaro che per molti non c’è piena consapevolezza della situazione. Non è chiaro che il tutto non si esaurisce negli insulti. Non è solo una situazione di bullismo. I messaggi, ed il sottotesto dell’intera situazione sono ben più ampi, e costantemente validati/accettati dalla società. Parlo chiaramente di coloro che hanno visto e non han detto nulla (e qui parte il silenzio assenso. Dobbiamo agire.).. ma anche di coloro che scrivono cose del tipo “lascia stare” “accetta e vai avanti” o anche “per fortuna in Italia non siamo tutti così”.. “e ci mancherebbe che lo devi anche specificare” mi vien da dire! .. Sia chiaro: nessuno si aspetta che si sappia sempre cosa dire o fare in queste situazioni, e tantomeno non son qui a criticare il fatto che vogliate sentirvi vicino a lei. Dico questo perché il dolore da lei descritto e vissuto è molto più profondo. È di quelli che ti penetra le ossa e ti annienta in quel momento…e messaggi del genere dimostrano quanto poco si sia consapevoli di questo dolore.

Un appello a tutti in questo paese: situazioni come quella di Valentina succedono purtroppo tutti i giorni. Alcuni hanno la forza di raccontarle, altri le tengono dentro, ma non significa che non siano accadute. Oltre ai fantastici messaggi ex post, è importante che la gente si attivi. Che condanni questi atteggiamenti. Ma non solo. Bisogna andare oltre. Valentina ha subito un atto di “razzismo disinvolto” ma la nostra società è incrostata di razzismo diffuso e capillare misto a sessismo, abilismo e omofobia contro i quali ci dobbiamo tutti impegnare: il razzismo strutturale e istituzionale. Il linguaggio, le immagini e le leggi sono da cambiare. È fondamentale che certi contenuti, e le tipiche frasi fatte tipo “tornatene al tuo paese”, smettano di arrivare dall’alto.”

 

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