MAMMA LI TURCHI

MAMMA LI TURCHI

Che da rivoluzionari i 5S avrebbero dovuto aprire il Parlamento “come una scatoletta di tonno” e poi sono finiti più comodamente ad essere ministri, sottosegretari e perfino plenipotenziari europei lo si era già capito dalle mosse alla Totò maniera di Luigi Di Maio e truppa stellare, ma che anche con Giuseppe Conte gli rimanesse l’erotica del potere e la fame delle nomine stellari oltre naturalmente l’arte speciosa della doppia morale ci fa capire quanto sia naufragato il loro progetto d’innovazione democratica.

Qui però non c’interessa tanto l’affondo che gli attivisti 5S di “Movi Menti” hanno appioppato al trio magico Lomuti, Araneo e Verri definiti per legge da contrappasso dantesco addirittura “una casta” quanto piuttosto gli strali al vetriolo e pieni d’indignazione per l’inesistente coinvolgimento del senatore Mario Turco, eletto con i voti dei lucani e subito dopo mai più visto da queste parti. Ora senza girarci attorno e con la dovuta parresia va detto che alla beffa è seguito pure il danno visto che il mitico vicepresidente del M5S, manco fosse un Turco sbarcato a Taranto, ha in testa solo la sua città, fregandosene spassionatamente della povera Basilicata.

Pare risentire il proverbio:“Mamma li turchi…”.   

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