Arrivano i carabinieri a Lagonegro.
Oggetto dell’accertamento gli abusi edilizi commessi dal Sindaco Falabella e non ancora né demoliti né acquisiti al patrimonio comunale.
I militari dell’Arma, accompagnati dai Carabinieri Forestali nella mattinata di ieri si sono recati prima presso la sede comunale e poi presso gli immobili oggetto di lottizzazione abusiva da parte della famiglia Falabella.
I Carabinieri hanno accertato che l’immobile è ancora in piedi in palese violazione dell’ordinanza di demolizione ma che il Comune guidato dal Sindaco Falabella non avrebbe ancora acquisito al patrimonio pubblico gli immobili di proprietà del Sindaco.
UN’ULTERIORE SANATORIA
A quanto sembra di capire, il Sindaco Falabella avrebbe, nella sua qualità di proprietario degli immobili avrebbe presentato al Comune da lui stesso guidato un’ulteriore richiesta di concessione in sanatoria fondata sul fatto che nel frattempo avrebbe demolito la tettoia (anch’essa abusiva) posizionata sul patio all’ingresso della villa.
Un modo come l’altro per eludere l’ordine di demolizione e provare un salvataggio in extremis fondato sulla modifica dello stato dei luoghi.
Falabella, infatti, dopo aver subito l’accertamento della lottizzazione abusiva aveva già presentato una richiesta di concessione in sanatoria che era stata rigettata dai tecnici del Comune di Lagonegro, per evitare l’incompatibilità che sarebbe scaturita in caso di ricorso e litispendenza Falabella non ha presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale rendendo, così, esecutiva l’ordinanza di demolizione.
La parziale e molto limitata modifica dello stato dei fatti consistente nella demolizione della tettoia, Falabella spera di guadagnare tempo con un’ulteriore richiesta sperando di poter salvare la capra della fascia tricolore e il cavolo della fascia tricolore del primo cittadino.
Un palese escamotage in elusione della Legge che poco si addice a chi dovrebbe essere consapevole di essere ufficiale di governo e primo garante dell’ordine pubblico e della legalità nel proprio Comune.
L’INTERROGAZIONE DI GASPARRI
La vicenda, dopo la notorietà nel territorio regionale, era stata portata alla ribalta nazionale dal Presidente del Gruppo parlamentare di Forza Italia Maurizio Gasparri che ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno Piantedosi per chiedere cosa il Viminale avesse intenzione di fare per la situazione che, a detta del parlamentare, avrebbe evidenti segnali di illegalità.
E’ chiaro, infatti, che il Prefetto di Potenza non può continuare ad essere indifferente a questa situazione.
Un Sindaco che cerca i tutti i modi di tu- telare un immobile abusivo di sua proprietà per il quale il Comune da lui stesso guidato ha ordinato la demolizione si trova in una situazione, se non giuridica, quanto meno politica di incompatibilità.
LE LACRIME DI FALABELLA
La reazione a mezzo social del Sindaco Falabella si posiziona sullo schema classico del complottismo con aggiunta di narrazione lacrimosa.
«Già all’indomani del voto sono nate pagine anonime ed esponenti politici dell’opposizione hanno colpito in maniera devastante il Sindaco e la Maggioranza, nonché i relativi parenti, con il chiaro intento di intimidirli, umiliarli, terrorizzarli in modo che mollassero tutto e lasciassero i ruoli ricoperti grazie al voto dei lagonegresi» scrive il gruppo consiliare di maggioranza Lagonegro nel Futuro che ricollega l’interrogazione di Gasparri ad una intimidazione come se un parlamentare fosse tenuto a chiedere il permesso al Sindaco di Lagonegro e alla sua maggioranza per proporre un’interrogazione.
Aggiungendo che «vale la pena ricordare un aspetto, però: il sindaco ha ricevuto in eredità quell’immobile, quando era poco più che un ragazzo, dalla madre purtroppo deceduta prematuramente.
È responsabile lui dell’abuso? No. Dobbiamo condannare la madre per aver lasciato un immobile i cui parametri di legittimità saranno valutati dagli organi preposti a tale scopo?
La madre non era una grande speculatrice edilizia e non ha edificato immobili per accumulare enormi ricchezze in spregio alla legge, come qualcuno era solito fare in passato anche nelle nostre zone e non era certo riconducibile a Falabella e alla sua maggioranza.
La madre di Salvatore Falabella, e dispiace doverne citare il ricordo in circostanze così squallide e vergognose, era una donna che lavorava duramente per crescere suo figlio e lasciargli qualcosa di sicuro, la casa, il rifugio di ogni essere umano, anche quando non poteva essere più lei la sua protezione e il suo rifugio».
Sostanzialmente per la maggioranza consiliare e per il Sindaco Falabella non ci si troverebbe davanti ad una lottizzazione abusiva ma ad un accanimento vendicativo che arriva a punire anche i risparmi e i sacrifici che una povera donna avrebbe fatto per lasciare al figlio un “rifugio sicuro”.
LA SERIETÁ DELLA MOGLIE DI CESARE
Noi non abbiamo nessuna particolare sensibilità verso questa sceneggiata napoletana che, peraltro, non ha neanche la capacità attoriale di Mario Merola ma solo una mediocre regia di provincia.
Noi non vogliamo entrare nel merito delle vicende giudiziarie per le quali non abbiamo competenza né sugli obblighi attesi o disattesi dal Sindaco. Di questo si occuperanno altri.
Quello che ci piace ricordare è che alla moglie di Cesare non basta essere casta, serve anche apparire tale. In questo senso Falabella non ci sembra avere l’apparenza casta pretesa dalla moglie di Cesare.
Nessuno vuole negare il diritto di Falabella di difendere il nido costruito dai sacrifici della madre, chiaramente questo è incompatibile con lo svolgimento di una funzione pubblica che dovrebbe occuparsi di interessi collettivi.
Per adesso, tra una lacrima e un grido di complotto, sono arrivati i Carabinieri. Per il prosieguo vedremo.
Massimo Dellapenna

