«L’Amministrazione comunale di Balvano aveva annunciato, all’indomani del Ferragosto, la riduzione, per l’anno in corso, della Tassa sui Rifiuti (TARI) del 30% a tutte le famiglie numerose, con nucleo familiare di almeno quattro persone» esordisce così il gruppo consiliare “La vite” composto da Antonia Scarfiglieri, Domenico Teta e Costantino Di Carlo.
«Nonostante i Consiglieri di opposizione avessero fatto notare già nella seduta consiliare del 28 maggio 2025 e poi in occasioni successive che le tariffe, per come proposte dall’Amministrazione, avrebbero creato problemi a cittadini e imprese, il Sindaco Ezio Di Carlo e i suoi consiglieri decisero di andare avanti comunque e di non fugare i dubbi posti. – proseguono –
Quando sono arrivati gli Avvisi di Pagamento, i cittadini hanno potuto riscontrare, invece, che le tariffe riportate in bolletta fossero ben più alte di quelle approvate dal Consiglio comunale, e dunque, più care».
«È paradossale, fra l’altro, che nel confronto con l’anno precedente, le tariffe approvate diminuiscono per le famiglie più piccole e non invece per quelle più numerose, come annunciato dall’Amministrazione comunale di Balvano» sottolineano i consiglieri.
A seguito della interrogazione consiliare presentata a Ezio Di Carlo da Scarfiglieri, Teta e Di Carlo, il Comune di Balvano ha annullato gli avvisi di pagamento.
«Dunque, l’intera Comunità è in attesa dei nuovi avvisi, questa volta, sicuramente più bassi di quelli inviati e poi annullati dallo stesso Comune di Balvano. – spiegano – Ciò che maggiormente preoccupa, a questo punto a Balvano, sono le tariffe per il mondo produttivo e del commercio».
Infatti, come già dichiarato in più occasioni dai Consiglieri di Opposizione, «se il Comune di Balvano non dovesse attivarsi per trovare una soluzione concreta, alcune categorie commerciali e artigianali potrebbero avere costi non sostenibili in bolletta e comunque esorbitanti. – dichiara –
Se dovessero essere confermate le tariffe così come approvate con la delibera consiliare 11/2025, le Plurilicenze Alimentari avrebbero un incremento del 110% dalla tariffa rispetto a soli due anni addietro».
«Per lo stesso periodo di riferimento, bar, caffè, pasticcerie, ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie e similari, un incremento prossimo al 200%, con prezzi al metro quadrato che passerebbero da 9a25 euro per un bar e da 12 a 33 euro a metro per il mondo della ristorazione. – spiegano ancora i consiglieri di opposizione –
Tradotto in banconote, l’aumento potrebbe essere di diverse migliaia di euro per alcune attività.
Per Ortofrutta, Pescherie e Fiorai, la tariffa, passerebbe da poco meno di un 1,5 euro nel 2023 a quasi 27 euro a metro quadrato quest’anno, con un incremento del 1.739%».
«Nella realtà dei piccoli comuni lucani, per alcune di queste attività, i maggiori costi potrebbero rappresentare il discrimine fra resistere o chiudere bottega» concludono i consiglieri di opposizione Teta, Di Carlo e Scarfiglieri.

