L’elezione diretta del Sindaco è stata una rivoluzione che ha cambiato lo scenario politico italiano. È stato il primo caso di elezione diretta del capo dell’esecutivo e, ancora oggi, è il sistema che da maggiore garanzia di governabilità. I più giovani non lo ricordano o non lo sanno ma prima non era così. Prima si eleggeva il Consiglio Comunale in modo proporzionale e i consiglieri sceglievano il Sindaco dandogli la fiducia con il sostegno della maggioranza in aula. Era il tempo dei Sindaci scelti dall’aula e che potevano cambiare nel corso della consiliatura al cambiare delle maggioranze e dei rapporti di forza interni agli stessi partiti secondo il mutevole vento delle correnti. Per chi ricorda la storia politica, durante la Prima Repubblica furono il Movimento Sociale Italiano da un lato e Sogno e Pacciardi dall’altro a provare ad immaginare forme dirette di democrazia con l’elezione del capo dell’esecutivo. Fu poi Mariotto Segni, nel calare della Prima Repubblica, a portare a termine il cambiamento. Oggi per noi è scontato eleggere il Sindaco direttamente, prima non era così.

LE PAROLE DI SANTOCHIRICO

È importante questa premessa non tanto e non soltanto per mettere in campo una narrazione storica degli avvenimenti ma anche e soprattutto per riportare il principio di realtà anche negli effetti che questo modello elettorale produce nel governo degli enti locali. Con la scheda elettorale il cittadino vota da un lato il Sindaco, dall’altro il Consiglio Comunale. Può capitare, la Legge elettorale lo consente, che il Consiglio Comunale ed il Sindaco siano di orientamento politico diverso. È quello che è accaduto a Matera. Lo ha ricordato Vincenzo Santochirico che, nella sua netta affermazione di contrarietà di principio ad ogni sistema di elezione diretta, ha specificato che si è votato il Consiglio Comunale al primo turno con il sistema proporzionale e il Sindaco con il sistema maggioritario al Secondo turno. L’esito è stato diverso. Il Consiglio Comunale e il Sindaco non sono espressione dello stesso schieramento politico, chi aveva vinto le elezioni per il Consiglio Comunale ha perso quelle per l’elezione del Sindaco. I cittadini hanno voluto così e bisogna prenderne atto. Quello che ne deriva, soprattutto, da un punto di vista politico è che – ricorda proprio Santochirico – la responsabilità centrale di fare la Giunta e di presentare un progetto di governo per la Città è in mano al Sindaco. Se non soltanto in mano al Sindaco, principalmente in mano al Sindaco. «La coalizione di Cifarelli – ha specificato Santochirico – ha giù dimostrato tutta la sua responsabilità nel non dimettersi e nel far partire la consiliatura. Ora è necessario che le forze politiche che hanno sostenuto il Sindaco diano la stessa dimostrazione di responsabilità lasciando a Nicoletti la possibilità di agire autonomamente. La consiliatura deve partire e deve arrivare bene al 2026 quando Matera tornerà al centro del mondo come capitale mediterranea della Cultura e del Dialogo».

ELIMINARE I LACCI DELLA PARTITOCRAZIA

La Destra italiana durante la Prima Repubblica spingeva per l’elezione diretta del Sindaco e oggi spinge per il premierato proprio con il dichiarato intento di liberare l’esecutivo dai vincoli di quella che si chiamava partitocrazia. Santochirico nel suo intervento non ne fa un riferimento diretto ma in quel “fate presto” che evoca nel concedere un rinvio non più prorogabile, esplica chiaramente il suo legittimo desiderio che la consiliatura possa partire senza i vincoli dei partiti. È chiaro, infatti, che Nicoletti oggi ha il difficilissimo compito di mediare tra le legittime aspirazioni della Città e le parimenti legittime ambizioni personali degli uomini dei partiti che lo hanno sostenuto. Una posizione che rende difficile l’equilibrio tra le parti. Se la consiliatura deve partire, però, è necessario tornare allo spirito della legge elettorale che ha introdotto l’elezione diretta del Sindaco. I Partiti che hanno portato Nicoletti a fare il Sindaco devono, cioè, fare un passo indietro e lasciare le mani libere a chi porta la fascia tricolore.

LA PARTITA DELLE NOMINE IN REGIONE

Noi ci sentiamo di dire che è l’unico modo per poter governare seriamente la città di Matera. Come abbiamo più volte detto, infatti, è necessario costituire il governo dei migliori dando piena autonomia a Nicoletti che, lo ricordiamo, è stato eletto direttamente dal Popolo superando di gran lunga le percentuali raggiunte dai Partiti del Centrodestra. Superare i diktat dei Partiti come metodo per un esperimento che si fondi sul principio di realtà e di buon governo è l’unica soluzione per evitare che Matera si impantani nel gioco delle spartizioni. Non sfuggirà ai più, infatti, che la partita degli assessori per la Città di Matera si inserisce cronologicamente nella diversa ma non meno importante partita delle nomine degli enti di sottogoverno. Una seconda tornata di nomine regionali è, infatti, prevista nelle prossime settimane. Gli stessi partiti di centrodestra che oggi provano a legare le mani a Nicoletti, tentano di giocare a vincolare Bardi nelle scelte. Nelle mani dei segretari regionali di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega c’è il manuale Cencelli con il quale vogliono trasformare le percentuali in poltrone. Una logica nella quale, ovviamente, la fa da padrone Fratelli d’Italia e che, per logiche interne allo stesso partito, vede proprio gli esponenti materani del Partito di Giorgia Meloni interessati alle postazioni più appetibili del sottogoverno regionale. L’inizio della consiliatura materana e il prosieguo del governo regionale sembrano legati a doppio filo. Fratelli d’Italia fino a quando intende tirare la corda? La grande maturità che ha dimostrato con il passo indietro di Quarto e l’investitura di Nicoletti intende distruggerla tutta nelle trattative sui nomi? Vuole davvero passare alla storia come il Partito delle spartizioni? Una situazione sulla quale è necessario soffermarsi a ragionare. Noi, come sempre accade, proviamo a dispensare saggi consigli non pagati che difficilmente saranno accettati. Il Consiglio è proprio quello di dare mano libera a Nicoletti nella composizione della Giunta Comunale e di superare le logiche spartitorie per le altre nomine. Un consiglio spassionato che, come spesso accade, non sarà accettato ma che noi ci sentiamo di dare solo per il bene della città e della Regione. La realtà ci dice che non esiste alternativa e la realtà, come è noto, è argomento piuttosto difficile da superare con le pretese ideologiche

Massimo Dellapenna

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti