È GIUSTO INFORMARE

UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE 

AVVOCATO SALVATORE VERRILLO

AVVOCATO SALVATORE VERRILLO: MORTE MARIA UNGUREANU, ZERO IMPRONTE SU BICCHIERI E INDUMENTI, CONFERMATA ASSOLUZIONE PER I FRATELLI CIOCAN

Maria Ungureanu deceduta il 19 giugno 2016 a soli 9 anni San Salvatore Telesino (BN)

Maria Ungureanu deceduta il 19 giugno 2016
Avvocato SALVATORE VERRILLO:

“Non pubblico foto in toga con sottotitoli di giubilo.

Dopo nove anni, termina il calvario di due innocenti assolti in primo e secondo grado con la formula più ampia

È stato un duro lavoro che ha trovato la condivisione di Giudici capaci, attenti e di assoluto valore.

Un risultato reso possibile anche dall’apporto fornito

dall’avv. Maurizio Pacelli,

dalla criminologa dott.ssa Ursula Franco 

dal prof. Franco Gismondi collaboratori preziosi e di esperienza non comune”

🔹Morte Maria Ungureanu, zero impronte su bicchieri e indumenti: ancora assolti i fratelli Ciocan

Processo d’appello, confermata la sentenza per Daniel e Maria Cristina CIOCAN

Daniel Ciocan

Confermata dalla Corte di assise di appello la sentenza con la quale la Corte di assise di Benevento (presidente Pezza, a latere Telaro) aveva assolto il 21 luglio 2023, perchè il fatto non sussiste

La piscina dove è annegata Maria Ungureanu

Daniel Ciocan, 30 anni, e la sorella Maria Cristina Ciocan, 39 anni, entrambi rumeni, difesi dall’avvocato Salvatore Verrillo.

Erano accusati di aver abbandonato Maria Ungureanu la bimba di 9 anni che il 19 giugno 2016 era stata rinvenuta senza vita, annegata, nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino (BN)

Nessun elemento di novità dalla perizia affidata ai Ris dalla Corte di assise di appello nel processo

domani è in programma una nuova udienza)

a carico di Daniel Ciocan, 30 anni, e della sorella Maria Cristina, 39 anni, entrambi rumeni {sono difesi dall’avvocato Salvatore Verrillo}

che la Corte di assise di Benevento (presidente Pezza, a latere Telaro) aveva assolto il 21 luglio 2023, perchè il fatto non sussiste, dall’accusa di aver abbandonato Maria, la bimba di 9 anni che il 19 giugno 2016 era stata rinvenuta senza vita, annegata, nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino.

Gli accertamenti erano stati disposti, in particolare, per rilevare eventuali impronte e tracce biologiche sugli indumenti della vittima ed alcuni bicchieri, rinvenuti a bordo piscina, e procedere, a quel punto, alla comparazione con quelle degli imputati.

Per quanto riguarda i quattro bicchieri tipo flute, il lavoro ha consentito di rilevare su due di essi due contatti papillari che sono stati giudicati “non utili” ai confronti dattiloscopici per “l’esiguo numero di creste papillari e per l’assenza degli elementi basilari di un disegno papillare”

Gli accertamenti dattiloscopi su scarpe, maglia, slip e fazzoletti di carta

“non hanno consentito l’individuazione di tracce papillari né allo stato evidente né latente a seguito dei trattamenti chimici”

Come ripetutamente ricordato in questi anni, secondo gli inquirenti, la sera della tragedia la bimba era a bordo della Polo con la quale Daniel era andato a prendere la sorella a Telese.

Loro l’avrebbero condotta prima all’esterno del resort, poi nell’area della piscina;

quindi sarebbero andati via e l’avrebbero lasciata lì, senza preoccuparsi del fatto che lei non sapesse nuotare e che avesse timore dell’acqua, nella quale si sarebbe immersa, perdendo la vita.

L’imputazione di abbandono di minore era arrivata in una inchiesta dei carabinieri che aveva prospettato inizialmente uno scenario agghiacciante, con le contestazioni di omicidio, in concorso con Maria Cristina, e violenza sessuale a carico di Daniel.

Per entrambi era stata chiesta due volte la custodia cautelare in carcere, respinta dal gip Flavio Cusani con una decisione confermata dal Riesame e, in ultimo, dalla Cassazione.

Nel novembre del 2020, a distanza di quattro anni e mezzo, la chiusura dell’indagine; nessuna traccia dell’omicidio e della violenza sessuale, al loro posto l’addebito di abbandono di minore per i due Ciocan e quello di omicidio colposo, perchè non avrebbero adottato le misure di sicurezza idonee ad evitare l’accesso alla piscina, profonda un metro e mezzo, per i titolari della struttura, per i quali, al termine dell’udienza preliminare era scattato il non luogo a procedere.

Per i genitori della bimba (parti civili) gli avvocati Mariassunta Zotti e Augusta Rapuano.


#sapevatelo2025 

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