Se in questi tempi amari di scombussolamento economico e di crisi geopolitiche, che promettono ancora drammatici peggioramenti, c’è una parola che più di tutte le altre serve a farci capire di cosa ha urgente bisogno la Basilicata e soprattutto serve ad esprimere con più forza il nostro dovere di resilienza e d‘azione ebbene quella parola non può che essere coesione. Ora per farla facile sappiamo che il lessico di questi destrosi patrioti è povero quanto inefficace, alla faccia della povera Crusca e che moltissimi di loro non conoscono nemmeno chi diavolo fosse Joseph Nye, politologo americano che ha definito questa capacità come soft power, una forma dolce ma essenziale di potenza che si conquista solo facendo cultura, promuovendo valori, dando esempi. Così tanto per mostrare tutta l’incapacità di governance e la catena delle chiacchiere da fallimento di questo imbarazzante centrodestra la Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo ed Unioncamere pubblicano il rapporto “Coesione è competizione”, in cui guarda caso la Basilicata ha addirittura l’incidenza di imprese coesive più bassa d’Italia (27%), dietro perfino alle scassate Calabria e Sicilia. Canta il rapper Kaso:“Manca la coesione, manca l’occasione…   

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