di Fausto Devoti
Realismo e realtà aumentata. Queste due parole bastano ad interpretare la politica della Basilicata? La realtà aumentata (AR) è una tecnologia, come ci dice la rete, che sovrappone contenuti digitali, come immagini, video e oggetti 3D, alla realtà fisica che ci circonda, arricchendo la nostra percezione del mondo reale. Arricchendola di fatto di cose che poi non sono nella realtà, infatti; direi di fenomeni che vivono nelle nostre suggestioni e nelle nostre convinzioni. La realtà ha invece una potenza “contundente”, ci incatena ai fatti. È fatta di fango e di carne viva. Uno degli ultimi esempi di questo scontro epico lo abbiamo vissuto nella campagna elettorale di Matera. Vediamo.
NICOLETTI E CIFARELLI
Da una parte una persona normale, semplice, un lucano per bene come lo si trova in tanti vicoli ed in tanti condomini dei nostri paesi. Chiaro, semplice e lineare: Antonio Nicoletti. Non appare un leader autoritario sicuramente. Non sembra di destra, come volevano farci credere, infliggergli un timbro di fascista appare a dir poco esilarante. Un’enormità comunicativa che solo i progrom inscenati da certi ideologi possono pensare. In effetti con realismo bisogna catalogare la scelta che ancora una volta il centro destra ha saputo fare nella giusta dimensione. Lo ha fatto come al solito sornione il Presidente Bardi. Fuori dalla solita disfida vecchio-nuovo, evitando manicheismi e virulenti dibattiti sul profilo e sulla virtuale iperbole di certa politica. Nicoletti è apparso per quello che era: una brava persona che sa far di conto al quale uno affida con fiducia una parte del proprio destino. Dall’altra parte il solito gioco della realtà aumentata che ha il doppio merito, diciamo così, di produrre un disastroso dibattito nei partiti del cosiddetto campo largo e poi di disvelare nella società lucana e nell’elettorato la falsità plateale di questo metodo e di queste impostazioni. Da trent’anni circa un gioco noto a livello planetario ci da il codice di questi comportamenti, Pokémon. Il nome è una parola composta originata dalla coppia di parole inglesi, «mostri tascabili». Quali sono questi mostri? Il primo il candidato: classe 1963, 62 anni quindi, da oltre un trentennio sulla scena, con funzioni varie. Roberto Cifarelli. Atteggiamento a tratti grigio: come si dice senza infamia e senza lode. Fatto passare con un lavaggio in una candeggina comunicativa di poca efficacia addirittura come il nuovo rispetto al suo maggiore concorrente. Ma c’è di più.
LE FINTE PRIMARIE, PITTELLA, CASINO E CHIORAZZO
La realtà aumentata di una parte dei piddini ha addirittura inventato primarie farlocche. I cognomi dei ragazzi che hanno organizzato l’evento tradivano i giochi di questi piccoli Pokémon, a volte era così sfacciata la macchinazione che gli spettatori sbalorditi da tante finzioni restavano di sasso! Sono le primarie tragicomiche di Casa Cupiello? Ma c’è di più: il principe dei capi bastoni Marcello Pittella dettava le regole del gioco ed un pezzo di destra fra le più visibili a Matera, Casino, si incaricava di far diventare il gioco della realtà aumentata ancora più spassoso. Michele Casino padre, alleato del “giovane” Cifarelli era noto in Parlamento, ed anche a Matera ed in Basilicata, per i suoi interventi in vernotico puro fatti di pietra e di un’ossuta ideologia di destra terrestra. Quella più antiquata. In aggiunta arrivava in soccorso un disvelato uomo nuovo della politica lucana, Angelo Chiorazzo. Tra Matera e Potenza lo spettacolo delle dichiarazioni contrarie fra Angelo e Marcello è stato per alcuni giorni strepitoso. Insomma un mix di cose strane e senza una trama che si voleva far passare per nuovo o peggio per futuro.
LACORAZZA, SANTARSIERO E POI MARRESE, MANCINI, MORFINI MUSCARIDOLA, CHIURAZZI, LUPO TROMBETTA, SPADA, LETTIERI
A questo si è immediatamente aggiunto il “miele” irreale solito del dibattito nel Pd. Un mini-congresso per future egemonie. Il giovane Lacorazza, vent’anni fa circa già Segreatrio regionale, il sacerdote del rinnovamento con i suoi settant’anni, Vito Santarsiero che insieme a una parte del gruppo dirigente avevano ben pensato di cogliere la palla al balzo più che per amministrare Matera per rivolvere qualche conto interno! Ha resistito a questo spettacolo con atteggiamenti anche poco coraggiosi il resto della squadra piddina: Marrese, Mancini, Chiurazzi, Lupo, Muscaridola, ma anche Morfini (Alfredo), Trombetta, Spada e via elencando. Lettieri, un mite dirigente senza armi vere ha girovagato a lungo in questo labirinto poi si è arreso. I vertici nazionali guardavano inorriditi alla caduta lucana del partito-regione. Con argomenti semplici, diciamo la verità, Santochirico e Bennardi avevano tentato di portare sulla terra l’armata fumante del residuo centro sinistra ma nulla è stato possibile. Sono anni che vivono in questo mondo costruito ad arte a volte per chissà quali intendimenti. Ma i lucani sono svegli e da tempo li sgamano e scelgono cose semplici. Forse non le migliori, ma sicuramente le meno false.