Non è la prima volta, purtroppo, che dobbiamo ricordare all’assessore Cupparo d’aggiustare per bene la sua memoria recalcitrante sulla statistica d’export perché a riprova della sua delega immeritata che solo il buon cuore di Vito Bardi ha voluto fargli dono esagerato, dovrebbe sapere che non può esserci nessuno sviluppo senza avere per affiancamento strategico un export di pregio, in grado di portare sulla scena internazionale dei mercati i prodotti della bella e unica Basilicata. Così tanto per ingurgitargli l’ennesimo dato, peraltro disastroso come i precedenti, ci ha pensato bene l’ISTAT che solo l’altro giorno ha pubblicato la rilevazione del primo trimestre 2025, in cui a fronte degli incrementi più marcati dell’export di Friuli-Venezia Giulia (+26,1%), Lazio (+16,9%) e Valle d’Aosta (+11,8%) si registrano le flessioni più ampie di Sardegna (-16,8%), Marche (-11,6%) e, guarda caso, proprio la nostra Basilicata (-10,4%). Tutto questo per rimettere in piedi l’idea che lo sviluppo d’una regione è una partita sistemica che va affrontata con rigore e serietà e non vantandosi di portare i sandali francescani col sogno farlocco pure d’una venuta d’Amazon. Cantano i Green Day:“An export of the revolution…”   

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