Che portento questa politica dei due forni, sempre pronta ad imbellettarsi quando c’è da mostrare il sorriso facile sulla legalità e sulla linea d’onore degli anniversari, tranne poi a dimenticarsene già il giorno dopo, quando invece le azioni per migliorare le cose dovrebbero essere una specie d’assillo per stabilire la gerarchia degli ordini del giorno. Ora non diremo più dell’inchieste che Procura della Repubblica e della Corte dei Conti hanno avviato, alcune delle quali finite meritoriamente a processo, peraltro per reati anche gravi e che a vario titolo d’accusa hanno interessato, come in un’ingloriosa catena di Sant’Antonio, molti politici di spicco come non staremo qui a ripetere lo sforzo che ha fatto un magistrato bravo e capace come Francesco Curcio, promosso procuratore a Catania, ma è davvero surreale che mentre la DIA pubblichi la nuova relazione, in cui tanto per consolarci saltano fuori dati allarmanti della Basilicata rispetto al Paese, come la vorticosa variazione tra 2023 e 2024 del +21,3% delle richieste d’istruttoria antimafia cali il solito silenzio degli innocenti, tanto per stare su un’espressione particolarmente calzante. Canta Neil Sedaka:“Un silenzio che fa male…”

 

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