Roberto Cifarelli ha deciso di fare il bullo. Una decisione alquanto singolare se si considera la sua storia personale e anche il profilo basso che ha tenuto nel primo turno. Due sono le vie del bullismo di Cifarelli. Da un lato quello di sfidare a singolar tenzone Nicoletti a mo’ di Achille con Ettore, dall’altro quello di sollevare con piglio carismatico e voce comiziale questioni che non interessano il Comune di Matera ed in particolare la Sanità. Qualcuno ricordi a Cifarelli che non è Achille, che si candida a fare il sindaco di Matera e non l’assessore alla Sanità. Per fare l’assessore alla Sanità deve ricandidarsi in Regione, vincere le elezioni regionali e sperare di averne la delega. Noi, infanto, gli ricordiamo che il suo addetto stampa ha allontanato i nostri corrispondenti dicendogli che non erano ben accetti perché non sostenevano la sua candidatura. Uno strano modo di concepire il dibattito e il confronto quello di Cifarelli, un modo che non prevede la possibilità della critica ma solo quella dell’applauso e delle urla.
LE PAROLE DI ENZO ACITO
Enzo Acito è il simbolo vivente della moderazione politica, è uomo equilibrato ed istituzionale. Sul suo profilo Facebook, riprendendo il nostro articolo di ieri scrive “Roberto Cifarelli chiede ad Antonio Nicoletti un incontro pubblico sui temi della città, lo chiede in piazza, sul palco, davanti a cittadini che, per l’occasione, si trasformeranno, per fortuna non tutti, in tifosi schierati con passione viscerale da curva sud contrapposta alla curva nord, con rischio fondato per l’ordine pubblico. Neanche stessimo assistendo alla Cavalleria Rusticana in attesa dell’urlo straziante “hanno ammazzato compare Turiddu” e dar vita ai festeggiamenti o alle lacrime, a seconda delle fazioni a cui si aderisce. Ma, per fortuna, la politica non è pancia, è soprattutto idee, progetti, visione che richiedono contesti razionali per consentire agli arbitri, alle elettrici ed elettori, di valutare i contenuti proposti, di fare le proprie scelte e di aderire ad un progetto di città più vicino alle proprie aspettative; meglio evitare la bagarre dei talk show dove chi urla prende il sopravvento sull’ altro e dove il consenso e la simpatia in genere non vanno a chi usa decibel più alti; non sarebbe meglio un confronto in ambiti meno chiassosi, senza trombette, fischi e applausi che co- prono i contenuti e sono cibo per la pancia e non per il cervello? allora come ci si confronta? non capisco, come nell’ incipit, qual è il problema! Ci sono stati incontri tra i 5 candidati sulla rete rai regionale, su televisioni private, presso associazioni di categoria; ora nel ballottaggio ci saranno incontri su rai Basilicata (4 giugno) ordini professionali (5 giugno) e poi il 6 giugno i comizi di chiusura in piazza, un’ora a testa, senza sovrapposizioni, senza confusione, tutti sicuramente rilanciati sui social per raggiungere le migliaia di persone assenti in piazza, dove ognuno dei candidati esprimerà le proprie idee e soluzioni. Senza interruzioni, facendo appello esclusivamente all’ intelligenza di tutti». Un post che la dice lunga sulla differenza tra la realtà e la finzione, tra il richiamo populistico al linciaggio della piazza e il razionale confronto sulle idee ed i progetti. La politica non è soltanto pancia e divisione tra tifoserie. Nella finzione di Cifarelli i candidati non si sono mai confrontati. In realtà, come giustamente ricorda Acito ci sono stati già confronti tra i candidati sulle televisioni private durante il primo turno, altri ce ne sono stati sullo stesso mezzo durante il ballottaggio (ci dispiace ricordare che a quello organizzato ad Oltre il Giardino Cifarelli ha preferito disertare lasciando la sedia vuota a rappresentarlo), altri ce ne saranno in Rai, Ordini professionali per poi chiudere con i comizi di chiusura. A cosa serve, allora, questa sfida lanciata come un guanto da Cifarelli? Si cerca uno scontro all’arma bianca davanti alle tifoserie contrapposte senza nessun elemento di confronto sereno di cui, onestamente, non ne vediamo l’utilità. Come ribadito da Paride Leporace ieri ad “Oltre il giardino” nel confronto con i neoeletti a Matera, noi siamo pronti a favorire un confronto sulla nostra Tv a farlo in qualsiasi momento ma in nessun posto del mondo si è mai visto un dibattito tra candidati in una piazza pubblica con i supporter degli stessi nella piazza che riempiono l’aria tra applausi e fischi.
LA CLAVA DELLA SANITÀ
Cifarelli dice di saper fare il sindaco, di conoscere i compiti, le mansioni e i ruoli. La realtà, però, non sembra dare forma a questa teoria. Il consigliere regionale del Pd ha deciso di parlare di Sanità. Noi siamo sicuri che Cifarelli sia pienamente consapevole che la Sanità non rientra tra le competenze dei sindaci e che, anche se fosse eletto primo cittadino di Matera, non potrebbe fare nulla, neanche una determina o una delibera per gli ospedali materani. Noi siamo sicuri che Cifarelli lo sappia bene. Ci chiediamo perché abbia deciso di spostare su quest’asse il confronto politico avviando un tiro al piattello contro Latronico e Bardi dimenticando che a sostegno della sua coalizione ci sono Casino (che è stato assessore di Bardi e capogruppo di Forza Italia) e Azione che esprime due consiglieri di maggioranza ed il Presidente del Consiglio Regionale. Va bene tutto, noi comprendiamo i temi della politica, ci chiediamo se sia normale fare confusione così tanto con gli elettori parlando di questioni che nulla rilevano in merito alle elezioni comunali e sulle quali, direbbero i più maliziosi, tante responsabilità sono attribuibili proprio a quei governi di cui Cifarelli era parte. Un’idea questa che è condivisa anche dall’Ugl (vedi pagina a lato). Il Sindacato, infatti, per bocca di Pino Giordano suo segretario provinciale, oltre a sottolineare che Cifarelli ha inopportunamente trasformato la campagna elettorale in un referendum pro o contro Latronico senza mai entrare nel me- rito delle questioni cittadine e delle esigenze della città, ha sottolineato come «l’uso distorto di un tema delicato come la sanità, soltanto per racimolare consenso elettorale, è sintomo di debolezza politica e mancanza di contenuti». Parole che appaiono come opportune quelle di Giordano, sia per ricordare il passato sia per ricondurre la realtà della politica alla vera questione elettorale con tematiche quali turismo, trasporti e tutte le altre che riguardano l’attività amministrativa dei sindaci.
IL NODO POLITICO
Nel mentre Cifarelli ancora non si è dipanato il nodo politico delle elezioni amministrative materane. Ci prova il deputato Roberto Speranza a chiedere il voto per Cifarelli perché, secondo lui, la sfida è tra un consigliere Regionale del Partito Democratico e la coalizione con la fiamma tricolore. Siamo delusi da Speranza. Avremmo voluto leggere un appello a tutte le forze antifasciste per evitare che il camerata Nicoletti diventi sindaco. Forse ha vo- luto evitare di toccare il ridicolo, posto che abbiamo difficoltà ad immaginare l’ex Direttore di Apt a fare il salto nel cerchio di fuoco. Ovviamente, però, anche senza toccare il senso del ridicolo, Speranza non riesce a sfiorare la verità. A ricordarglielo è Aldo Mattia. Il parlamentare di FdI (vedi pagina a lato) che in una nota evidenzia come il confronto al ballottaggio sia tra due persone e non tra partiti e che, comunque, il Partito Democratico ha scelto di non candidarsi alle elezioni comunali e che ora è buffo mettere il cappello su una candidatura che è nata fuori dal Pd, indipendente dal Pd e che porta in dote un partito di maggioranza come Azione e un uomo di centrodestra come Casino. Si deve ogni tanto essere seri anche quando si fa politica. Il confronto tra Cifarelli e Nicoletti non è tra democratici e destra ma tra un uomo della vecchia politica appoggiato da parte del Pd, da parte di Forza Italia e da Azione e un uomo del fare, un uomo nuovo che è un manager pubblico.
LA SERENITÀ DI NICOLETTI
Tra sfide a singolar tenzone, manifestazioni in piazza contro la Sanità regionale e finti posizionamenti politici la campagna elettorale di Cifarelli sta tenendo il piglio del nervosismo. Dall’altra parte Nicoletti, forte di una chiara collocazione politica, compatta ed unita, e con la sua capacità da uomo del fare, sta facendo una campagna elettorale serena. Una campagna elettorale moderata nei toni e concentrata negli argomenti. Una campagna elettorale da candidato sindaco e non da aspirante assessore alla sanità. Matera è una città moderata e democratica. Noi siamo portati a credere che sceglierà la tranquillità dei programmi e non il nervosismo della sfida.
Di Massimo Dellapenna