Dott. Michele Masetti

È GIUSTO INFORMARE 

C’È SEMPRE TANTA BUONA SANITÀ PUBBLICA IN ITALIA ED IN REGIONE EMILIA ROMAGNA 

#ègiustoinformare

LUNGA VITA ALLA SANITÀ PUBBLICA con Regione Emilia-Romagna

Dott. Michele Masetti direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia generale Ospedale di Santa Maria della Scaletta di Imola

Dott. Michele Masetti
🩺 “Un intervento di chirurgia generale non troppo complesso, con una degenza di una settimana, può costare nel privato intorno ai 70000euro Nel pubblico è totalmente gratuito. E siamo orgogliosi di questo”
6️⃣8️⃣8️⃣9️⃣2️⃣ PERSONALE SANITARIO

#68892persone

Il dottor Masetti è una tra le sessantottomilaottocentonovantadue persone che lavorano per il Servizio sanitario dell’Emilia-Romagna: donne e uomini “specialmente pubblici”

S.S.N. DELL’EMILIA ROMAGNA 68892 DONNE E UOMINI “SPECIALMENTE PUBBLICI”

Scopri le loro storie nel podcast dedicato alla sanità pubblica della nostra Regione

👉 https://regioneer.it/Specialmentepubblici

Lunga vita alla sanità pubblica

Il servizio sanitario regionale è di tutti, facciamo crescere insieme.

Che voce ha la sanità pubblica?

Una voce a volte affaticata, ma bellissima, che va ascoltata.

La voce di donne e uomini che hanno scelto di garantire le migliori cure a tutti.

Nessuno escluso.

Queste voci sono le testimonianze di grandi professionisti della sanità pubblica dell’Emilia-Romagna, i protagonisti e le protagoniste del podcast e della campagna

“Specialmente pubblici”

Perché il servizio sanitario pubblico è un patrimonio comune di grande valore, da preservare

SPECIALMENTE PUBBLI

1️⃣

Episodio 1 | Pietro Cortelli – Neurologia

In ogni specializzazione della medicina, la ricerca scientifica e l’evoluzione tecnologica hanno prodotto cambiamenti straordinari. È un cammino fatto di piccoli passi, spesso invisibili a chi non è del mestiere, dove ogni frammento di superficie conquistata si traduce presto o tardi in qualcosa di preziosissimo per ognuno di noi. Riduzione della sofferenza, possibilità di guarigione, allungamento della vita. Se questo è vero per ogni campo della scienza medica, lo è in particolare per le scienze neurologiche, dove la ricerca è molto rapida e raggiunge traguardi spesso insperati. Anche per Parkinson, ictus, sclerosi multipla, epilessia, insonnia, ora ci sono buone notizie. Lo racconta il professor Pietro Cortelli, direttore dell’Istituto Scienze Neurologiche Bellaria di Bologna.

2️⃣

Episodio 2 | Cristina Morelli – Epatologia dei trapianti

Per alcuni il trapianto è l’unica speranza di vita. Una possibilità estrema che riguarda sempre due storie, due pazienti e le loro persone importanti. Al centro la speranza, che da un lato è ancora accesa, mentre dall’altro viene meno, per lasciare il posto alla parola che non vorremmo mai sentire: irreversibile. Il trapianto agisce su questo filo sottile per allungarlo almeno a un’estremità ed estrarre il bene più grande: un’altra vita che ricomincia. Se c’è qualcuno che può raccontarci questa tensione è la professoressa Cristina Morelli, che si occupa dei trapiantati di fegato prima e dopo l’intervento presso l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, dai tempi pioneristici ai successi più recenti.

3️⃣

Episodio 3 | Francesca Bonifazi – Terapie cellulari avanzate

Due fratelli, una frattura profonda, al centro un fiume che scorre troppo rapidamente. È la vita che va avanti, anche senza parole, per oltre vent’anni. Tocca alla malattia sparigliare le carte: una malattia gravissima con una sola speranza appesa alla possibilità di un trapianto del midollo. Basta una telefonata per spezzare quel silenzio e azzerare due decenni inutili. Ce lo racconta Francesca Bonifazi, ematologa a capo del programma di terapie cellulari avanzate del Polo Ematologico Seragnoli del Policlinico di Sant’Orsola, un centro di alta eccellenza attivo sia sui trapianti tradizionali che sulla ricerca e lo sviluppo di terapie cellulari moderne con CAR T.

4️⃣

Episodio 4 | Fausto Catena – Chirurgia d’urgenza

C’è un battito di ciglia tra l’evento che improvvisamente ci avvicina al limite estremo e la vita che poi riprende. È lo spiraglio in cui la scienza medica si insinua ogni volta che accade un brutto incidente, deviando il corso di un’esistenza laddove non ci sarebbero più speranze. Una battaglia quotidiana, che nel trauma center ad alta specializzazione dell’Ospedale Bufalini di Cesena si combatte ogni giorno con la ricerca, l’organizzazione e la pratica clinica, offrendo a tutti, nessuno escluso, prestazioni specialistiche ad elevatissima complessità. Ma cosa accadrebbe se queste straordinarie possibilità di cura fossero riservate a pochi, come in altri Paesi? Ne parliamo con il dottor Fausto Catena, direttore dell’Unità operativa di chirurgia generale e d’urgenza. Quarant’anni di sala operatoria, decine di riconoscimenti internazionali e la scelta di campo di operare nella sanità pubblica.

5️⃣

Episodio 5 | Vanni Agnoletti – Traumatologia

«Un mestiere che brucia, brucia dentro, ti cambia. Lo devi fare solamente se hai della passione». Continua il nostro viaggio nell’ospedale Bufalini di Cesena, dove incontriamo il professor Vanni Agnoletti, direttore dell’Unità operativa di anestesia e rianimazione, responsabile del Siat, il Sistema integrato di assistenza ai traumi. Una specializzazione che richiede alte competenze, non ammette indecisioni e sprigiona tanta adrenalina. Non a caso è la più rappresentata dai medical drama. Ma quando nelle serie televisive americane vediamo le bellissime cliniche, dove a un certo punto arriva il malato insolvente, magari un bambino, e si organizzano le raccolte fondi, seguiamo queste storie continuando a pensare che per fortuna niente di tutto questo ci potrà mai accadere. Ma è ancora così?

6️⃣

Episodio 6 | Paolo Vacondio – Medicina palliativa

Non tutti sanno che c’è una medicina delle cattive notizie, che scende in campo quando le terapie non ci sono o non funzionano più. È il momento di cui abbiamo terrore, quello del “mi dispiace, non c’è più niente da fare”. Ma la buona notizia è che c’è una specializzazione che raccoglie quella parola: niente, niente da fare, e la esplode nei suoi mille aspetti e significati, per continuare a prendersi cura della persona malata e della sua famiglia. Stiamo parlando della medicina palliativa e queste sono le parole di Paolo Vacondio, responsabile della Rete locale di cure palliative dell’Asl di Modena. Il dottor Vacondio è anche autore di un libro indispensabile, intitolato “Sediamoci qui” (Editrice Incontri), che in meno di 200 pagine ci dice come affrontare un momento fondamentale della vita, come operatori, pazienti, familiari o cittadini. Sì, in questa puntata ci occupiamo della morte. Chi per pudore non usa questo vocabolo e ha bisogno di trovare sinonimi e circonlocuzioni, chi preferisce parlare d’altro, rimandare o rimuovere, farebbe bene a restare con noi.

7️⃣

Episodio 7 | Clelia Zanaboni – Rianimazione pediatrica

Non ci sono cose facili nei reparti di alta specializzazione, ma proprio lì si incontrano le persone capaci di farcelo credere, come Clelia Zanaboni, alla guida della Rianimazione pediatrica dell’Ospedale dei Bambini di Parma Pietro Barilla. Un reparto ad alta intensità di cura dove i professionisti della medicina devono saper convivere con l’angoscia dei genitori, trovare le parole per gestire le attese e al contempo essere pronti a compiere manovre che a noi paiono indicibili. Qui l’emergenza medica convive con una responsabilità più grande: la consapevolezza che nei primi anni di vita si forma la modalità di sentire gli eventi del mondo e di percepire la risonanza emotiva dei propri comportamenti. Qui si lavora sempre senza dimenticare che un bambino malato è prima di tutto un bambino.

8️⃣

Episodio 8 | Stefano Zaffagnini – Chirurgia ortopedica

Per il quinto anno consecutivo l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna si è posizionato nella top ten mondiale dell’ortopedia, mantenendo saldamente il primo posto in Italia nella classifica stilata da Newsweek. Un fiore all’occhiello per l’Emilia-Romagna e la sanità pubblica dell’intero Paese, che – per continuare fare le cose straordinarie per cui è diventato tanto popolare – non può permettersi pause o incertezze. Ne parliamo con il professor Stefano Zaffagnini, direttore del Dipartimento Patologie ortopediche e traumatologiche complesse del Rizzoli, punto di riferimento nel trattamento dei traumi dello sportivo e delle lesioni degenerative. Un’intera vita professionale trascorsa tra la sala operatoria, i pazienti in reparto e il laboratorio di biomeccanica, per sviluppare nuove tecniche cliniche di chirurgia computerizzata e nuove metodiche mini-invasive di ingegneria tissutale e sostituzione biologica articolare. È a lui che si rivolgono tanto gli atleti di fama internazionale quanto i comuni cittadini, ottenendo la stessa attenzione.

9️⃣

Episodio 9 | Katia Scotlandi – Ricerca oncologica

Fare ricerca è percorso difficile e faticoso, che richiede nervi saldi. Spesso ci si deve confrontare con il fallimento, con la disillusione o con un successo che, anche quando ripaga degli enormi sforzi compiuti, non è mai immediato. Ma fare ricerca in medicina è un lavoro bellissimo e indispensabile che non conosciamo mai abbastanza. Per farsene un’idea basta ascoltare testimonianze come quella della professoressa Katia Scotlandi, che dirige il Laboratorio di Oncologia sperimentale dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, e coordina il Centro di riferimento “Sviluppo di terapie biomolecolari”. Da molto tempo al centro del suo interesse ci sono gli osteosarcomi: tumori ossei che in Italia riguardano appena 100 nuovi casi ogni anno, ma pur essendo relativamente rari hanno un impatto umano e sociale altissimo. Anzi, insopportabile. Gli osteosarcomi infatti colpiscono soprattutto i bambini e gli adolescenti, ecco perché bisogna combatterli con forza e con tutte le armi della ricerca. Come fa la professoressa Scotlandi da 30 anni.

🔟

Episodio 10 | Gianni Casella – Cardiologia

Viviamo compressi tra esigenze che alimentano l’ansia e l’aggressività, ci impediscono di stare all’aria aperta, di mangiare bene e di avere cura del nostro corpo. Tutto questo fa male al cuore, lo sappiamo: non a caso le cardiopatie sono la prima causa di morte nel mondo e i pazienti continuano ad essere in crescita. Si dice che per curare il cuore bisognerebbe prima di tutto riparare le nostre società e le nostre menti. Un compito non facile da realizzare, tantomeno in tempi brevi. Nel frattempo, contiamo su chi ripara i cuori negli ospedali e ce la fa, anche quando tutto sembra ormai perduto. Come il professor Gianni Casella, alla guida dell’Unità operativa complessa di Cardiologia dell’Ospedale Maggiore. Un’eccellenza al servizio non solo dei bolognesi, ma di tutti i cittadini con problematiche cardiache, dalle comuni alle più complesse, con all’attivo un’intensa attività di interventistica in emergenza e un costante impegno per la prevenzione.

1️⃣1️⃣

Episodio 11 | Lorenzo Barusi – Procreazione assistita

L’Italia è da tempo il paese delle culle vuote e delle gravidanze tardive: da un lato non si fanno figli e dall’altro, quando li si fanno, è tardi dal punto di vista biologico. Le ragioni sono molteplici e sono note: difficoltà a conciliare i tempi di lavoro e famiglia, ma anche problemi economici, instabilità delle carriere, paura del futuro e molto altro ancora. A volte, però, le culle sono vuote semplicemente perché chi desidera un figlio non può averlo. In alcuni casi si può intervenire con cure farmacologiche, in altri è necessario ricorrere alla procreazione medicalmente assistita. Il professor Lorenzo Barusi ha dedicato un’intera vita professionale alle coppie che si scoprono infertili – ben il 15%, secondo le fonti ufficiali – e che non potrebbero diventare genitori senza un aiuto specialistico. Oggi Barusi dirige l’Unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Vaio, uno dei sei centri di procreazione medicalmente assistita della Regione Emilia-Romagna.

1️⃣2️⃣

Episodio 12 | Giacomo Biasucci – Malattie metaboliche

Per alcuni di noi certi alimenti sono veleno. Per Luca, ad esempio: neonato primogenito, parto nella norma e normale allattamento al seno; tornato a casa, al decimo giorno viene ricoverato per sopore, rifiuto dell’alimentazione, eccessivo tono muscolare. Nell’Ospedale di Piacenza il passaggio dal sospetto alla diagnosi è quasi immediato: Luca è affetto da leucinosi, una rara malattia metabolica congenita che impedisce all’organismo di assorbire le proteine.  Non servono farmaci, ma solo un’alimentazione speciale. Oggi Luca ha 10 anni e sta molto bene. Ma cosa gli sarebbe accaduto se non avesse avuto una diagnosi corretta nei primissimi giorni di vita? In questo episodio esploriamo il mondo delle malattie metaboliche e dei disturbi dell’alimentazione con il professor Giacomo Biasucci, docente di pediatria presso l’Università di Parma, alla guida dell’UOC di Pediatria e neonatologia dell’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, centro regionale per le malattie metaboliche ereditarie.

1️⃣3️⃣

Episodio 13 | Giuseppina Drago – Pediatria di libera scelta

Ci sono specialisti che hanno scelto di esercitare la professione nelle Case di Comunità, dove si lavora insieme – medici, infermieri, pazienti, care giver e volontari – per garantire interventi sanitari di qualità e di integrazione sociale. Dove i professionisti seguono le persone con continuità, entrano in contatto con la loro vita quotidiana, con le necessità minute, con i grandi problemi. Ed è qui che lavorano i pediatri di libera scelta, come Giusi Drago. “Essere pediatri comporta una responsabilità particolare – ci spiega – È una professione che richiede grande carica umana e capacità di accogliere e di farsi accogliere”. La dottoressa Drago esercita presso la Casa del Navile, unica in Italia aperta 24 ore su 24 con la presenza del Cau, Centro di assistenza territoriale dove i cittadini possono rivolgersi a qualsiasi ora per urgenze mediche non gravi. Una Casa di Comunità che è anche la casa di Giusi: un edificio di 7.500 mq dove un intero piano, il terzo, è il campo operativo del suo gruppo di lavoro, specialisti preparatissimi a cui affidiamo il bene più prezioso: la salute dei nostri bambini.

1️⃣4️⃣

Episodio 14 | Michele Masetti – Chirurgia robotica

Micro è la parola chiave di questo episodio, che ha come protagonisti la microchirurgia robotica, un’equipe di specialisti e una piccola città emiliano-romagnola, Imola, dove la fantascienza è già realtà. Una comunità di appena 70 mila abitanti, dotata del più evoluto sistema di chirurgia mini-invasiva robot-assistita: il robot da Vinci. Ne va giustamente fiero Il dottor Michele Masetti, primario dell’Unità operativa complessa di chirurgia generale dell’Ospedale di Santa Maria della Scaletta. Un ospedale relativamente piccolo, che ha deciso di investire in tecnologia per migliorare il trattamento chirurgico delle patologie oncologiche addominali, urologiche e ginecologiche. Una scelta che ha cambiato il volto del Santa Maria della Scaletta, divenuto rapidamente un polo di attrazione per i pazienti oncologici di un territorio ben più vasto, nonché un punto di riferimento per chirurghi e specialisti di diversi campi della medicina. È sufficiente ascoltare le prime parole del dottor Masetti per avere un’idea dell’entusiasmo che questa esperienza sta suscitando, dentro e fuori il nosocomio.

1️⃣5️⃣

Episodio 15 | Barbara Paccaloni – Robotica in ginecologia

In Emilia-Romagna l’ostetricia e la ginecologia vantano una storia non comune, costellata da figure femminili di rilievo. Come quella di Maria Dalle Donne, che si laureò nel 1799 divenendo la prima donna medico dell’Alma Mater Studiorum e la direttrice dell’antica Scuola di ostetricia, dove si istruivano le levatrici nell’epoca in cui la loro millenaria professione si elevava a disciplina medica. La sua passione per la conoscenza ha ispirato generazioni di donne, che a Bologna si sono laureate in medicina con la consapevolezza che non c’è lavoro più bello del portare alla luce ed occuparsi del corpo delle donne. La dottoressa Barbara Paccaloni è una di queste. Figura di riferimento dell’Unità operativa di ginecologia e ostetricia dell’Ospedale di Santa Maria della Scaletta di Imola, da 17 anni opera in un reparto dove le parole si interrompono al vagito dei bambini, dove i medici, le ostetriche e gli infermieri si mescolano ad amici e parenti, le partorienti alle pazienti e dove le pratiche del “pelle a pelle” da qualche tempo convivono con i robot che hanno rivoluzionato la chirurgia ginecologica.

Dott. Michele Masetti

🔹

#sapevatelo2025

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti