È partita da Vietri di Potenza, per volontà dei cittadini, una petizione on-line indirizzata al Ministro provinciale di Campania-Basilicata dei Frati Minori Cappuccini ed al Padre Guardiano Convento, con oggetto “l’appello per preservare l’apertura del Convento” storico.
Così scrivono nel documento: «Con l’umiltà e l’amore che sgorgano dalle profondità del cuore del nostro popolo, ci rivolgiamo a voi, custodi di un patrimonio spirituale inestimabile, per sottolineare il fervido desiderio di preservare il nostro venerato Convento (adibito a Casa di Preghiera). Questo luogo, che da secoli erge le sue mura come un faro di luce e speranza, è molto più di semplici pietre; è un simbolo elevato dei principi che uniscono l’umanità: la fraternità, l’altruismo e la continua ricerca del divino. Riflettendo, con l’occhio della saggezza, sul significato di comunità, comprendiamo appieno l’importanza vitale che il Convento ha nelle vite di ciascuno di noi. Qui, sotto il manto protettivo di queste sacre mura, le nostre storie si intrecciano realizzando un «ponte» che colleghi due aspetti fondamentali per la vita della Chiesa e della società: l’«aspetto» della spiritualità e l’«aspetto» della missione attiva».
E proseguono: «Nei secoli si è costruito un forte legame fra la contemplazione e l’azione, nella quale si esprime l’autenticità del nostro cristianesimo. Da un lato, il mondo «secolare», quello umano e concreto che si sviluppa attraverso la tecnologia, l’economia, la politica e la cultura, anela, spesso senza accorgersene, a ricevere i doni della grazia, il riposo della riflessione e la dolcezza che nutre il cuore. Dunque, i conventi francescani, con il loro spirito di povertà e dedizione, rappresentano le forze fondanti su cui la società moderna, inconsapevolmente, cerca di edificare la propria esistenza. Essi, proprio come da noi a Vietri di Potenza, sono oasi di pace e luoghi di silenzio. Qui, in un’atmosfera serena, Dio e l’uomo si incontrano nella loro dimensione più profonda. Il Convento funge da canale, portando la bellezza della vita contemplativa nell’operosa attività quotidiana, diffondendo l’amore di Dio anche nei luoghi più inattesi».
Così i cittadini incalzano: «È essenziale continuare su questa strada: rafforzare il nostro dialogo, mantenere viva questa connessione tra sacro e profano per cercare di salvaguardare questo innesto antico di circa 500 anni, affinché la radice della nostra fede si unisca sempre di più con le sfide del vivere quotidiano. Nel nostro convento troviamo le chiavi per aprire le porte della nostra anima: Il senso di comunità che vi si promuove è un baluardo contro le insidie dell’egoismo che, se non affrontato, indebolisce le fondamenta delle nostre relazioni umane. Un luogo ove la compassione e la carità si manifestano in azioni quotidiane è essenziale per il nutrimento dell’anima collettiva. In conclusione, Fratelli, vi esortiamo a riflettere con profonda considerazione sull’importanza che questo convento riveste non solo per noi, ma per le generazioni future che seguiranno le nostre orme. Salvaguardare questo sacro luogo significa custodire la nostra identità, i nostri valori e il nostro lascito storico. Vi chiediamo -concludono- con umiltà e fervente speranza, di non considerare la chiusura, già «de facto» avvenuta nel 1972 su suggerimento dei Superiori Generali. Ancorché sia stata riaperta durante il Capitolo Provinciale Straordinario del dicembre dello stesso anno e successivamente adibita a «Casa di Preghiera», vi invitiamo a cercare modi per fortificare e rinnovare la sua vita, appellandoci anche al discernimento di quella scelta, evidentemente non priva di giuste motivazioni, affinché possa continuare a fiorire e ad accogliere quanti cercano conforto e verità. Una delegazione di cittadini è pronta e disponibile a essere ricevuta per discutere insieme questa decisione cruciale per la nostra comunità».