C’è da giurare che perfino il povero Amleto che già non aveva una bella nominata quanto a carattere e buona volontà, dinnanzi alla pratica pendula di Lettieri e soci si sarebbe convenientemente buttato dalla finestra pur di non arrostire a fuoco lento ed invece c’è da dire che quei geni del PD lucano alla faccia dell’etica pubblica ne hanno fatto addirittura un modo d’essere, un tratto essenziale della loro goffaggine a gestire le relazioni di coalizione e dunque a decidere, scegliere, costruire attorno ad un buon nome. Ora è vero che la politica con la coerenza c’entri davvero poco e sempre e solo di traverso, ma non ci pare possibile che dopo l’accrocco indecoroso di non presentare il simbolo dem alle comunali di Potenza, pur di non far festeggiare alla povera Schlein la vittoria strepitosa di Vincenzo Telesca, si ripeta lo stesso comico canovaccio con l’unico atto possibile in scena e cioè l’assenza alle elezioni nella Città dei Sassi. Eppure nemmeno questa surreale fenomenologia del non esserci è servita a scavallare Lettieri dalla poltrona di segretario regionale dove s’è praticamente incollato grazie ad un uso massiccio di bostik. Canta il grande Vasco Rossi:“Non più voglia d’esserci…”