Il valore della resistenza, la presenza di donne, partigiani e giovani che hanno lottato contro il fascismo e la dittatura di Mussolini, l’esempio di Papa Francesco spesosi per la pace, la convivenza e l’amicizia. Sono state queste le chiavi di lettura della cerimonia di commemorazione del 25 aprile svoltasi ieri mattina a Potenza nel Parco Montereale alla presenza di autorità civili e militari. Prima il saluto delle istituzioni, poi il saluto dei bambini, i brani musicali prodotti dall’Orchestra Maldestra, la presenza delle scuole e tante bandiere tricolori nel ricordo del 25 aprile. I valori della Costituzione Italiana, la lotta di tanti partigiani e giovani che hanno contribuito a scacciare l’incubo del fascismo e il monito a non abbassare la guardia in un periodo contrassegnato da guerre, violenze e soprusi di vario genere. Le scuole, con il valore della conoscenza e della cultura possono fare molto per dare un contributo di grande valore e combattere nuovi fermenti di carattere autoritario e totalitario. Nel bel mezzo i significativi messaggi di Papa Francesco, uomo degli ultimi e delle periferie. Il valore della liberazione a Potenza è stato autentico, sobrio e di grande impatto sociale e umano. La cerimonia si è svolta alla presenza delle Forze dell’Ordine, delle Scuole, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, dei Partigiani e dei volontari che hanno contribuito all’organizzazione dell’evento. Christian Giordano, Presidente della Provincia di Potenza ha detto la sua sulla giornata di ieri: «Il 25 aprile che ricade appunto in un momento di lutto, per la morte di una grande persona, di un faro per i grandi valori che oggi abbiamo anche celebrato in questa occasione che è Papa Francesco. Il 25 aprile oltre ad essere un punto di arrivo per la conquista della libertà deve es- sere un punto di partenza per continuare a preservarla e per continuare a coltivare questo grande valore che ci unisce davanti al tricolore». Pasquale Pepe, Assessore ai Trasporti della Regione Basilicata ha rappresentato la massima istituzione regionale sottolineando: «Infatti abbiamo ricordato prima di tutto, Papa Francesco, gli abbiamo manifestato gratitudine per l’insegnamento che nel suo percorso terreno ci ha donato, dopo di che ottant’anni dalla liberazione sono significativi. Un ricordo che dobbiamo conservare quasi con gelosia perché serva anche da monito perché regimi che limitano diritti e libertà non esistano più in Italia e ovunque di qualsiasi estrazione e per qualsiasi motivo. Abbiamo ricordato che questa è la giornata di tutti gli italiani, la festa di tutti gli italiani, la festa della concordia e non degli scontri, è la festa dell’unità e non della divisione è la festa che ricorda la nostra italianità che dobbiamo portare con vanto e con orgoglio sempre e dovunque». Il Sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca ha parlato della giornata della Liberazione: «È un momento brutto, è un periodo brutto sia per la morte di Papa Francesco che tutti quanti piangiamo sia perché comunque intorno a noi ci sono tante guerre, ci sta tanta popolazione che non ha la libertà di cui noi oggi godiamo e dobbiamo in qualche modo sempre rappresentarla e sempre continuare a rappresentare quelli che sono stati i nostri predecessori, i nostri padri, coloro che ci hanno permesso oggi di stare qui a celebrare la pace a celebrare la libertà». Il Prefetto di Potenza, Michele Campanaro ha chiuso la carrellata di pareri: «Si direi che c’è un filo conduttore tra le parole di Papa Francesco. Ho ricordato la parte delle parole e dell’indirizzo che Papa Francesco intese rivolgere ai Prefetti della Repubblica in occasione di un incontro dedicato ai Prefetti li nella sala Clementina nel Vaticano a dicembre del 2023 e sono in parte l’invito a quella coerenza, a quella solidarietà e a quell’accoglienza che è dietro al significato della giornata della Resistenza. Per cui è una giornata triste, sicuramente di profonda commozione perché torna alla mente l’impegno che Papa Francesco ha messo per tutti quanti per i più deboli e gli ultimi ma anche una giornata nella quale ricordiamo con un senso di sincera allegria il significato del 25 aprile perché è un giorno in cui si spezzano le catene della dittatura, perché inizia un percorso e un progetto nuovo per il paese con l’affermazione dei principi della solidarietà, della giustizia e della democrazia».
Francesco Menonna