È GIUSTO INFORMARE
Il 25 aprile il rito di chiusura della bara di Papa Francesco
Poi sabato 26 la tumulazione a Santa Maria Maggiore, dopo la Messa esequiale

Vatican News
Si terrà il prossimo venerdì 25 aprile, alle ore 20, nella Basilica di San Pietro, il rito della chiusura della bara di Papa Francesco, da questa mattina traslata da Casa Santa Marta ed esposta per l’omaggio dei fedeli. Il rito – secondo quanto previsto nell’OrdoExsequiarum Romani Pontificis (nn. 66-81) – sarà presieduto dal cardinale Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa Romana Chiesa.
Come riferito dall’Ufficio delel Celebrazioni liturgiche pontificie, prenderanno parte i cardinali Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, Roger Michael Mahony, cardinale presbitero, Dominique Mamberti, cardinale protodiacono, Mauro Gambetti, arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano.
Presenti poi i cardinali Pietro Parolin, già Segretario di Stato, Baldassare Reina, vicario generale per la Diocesi di Roma, Konrad Krajewski, elemosiniere di Sua Santità; ancora, monsignor Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Ilson de Jesus Montanari, vice camerlengo di Santa Romana Chiesa, monsignor Leonardo Sapienza, reggente della Casa Pontificia, i canonici del Capitolo Vaticano, i penitenzieri minori vaticani ordinari, i segretari del Santo Padre e altre persone ammesse dal maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, monsignor Diego Ravelli. Tutti si troveranno per le ore 19.30 presso l’altare della Confessione.
Sabato 26 aprile, poi, al termine della Messa esequiale, il feretro del Pontefice sarà accompagnato nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore per la tumulazione. Sempre il camerlengo presiederà il rito previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis.
La Basilica di San Pietro, come precedentemente comunicato, resterà aperta fino alle ore 19:00.
Attorno alle 18:00, tuttavia, terminerà l’accesso alla fila, per permettere di mantenere l’orario di chiusura e consentire a chi si mette in fila di accedere alla Basilica.
La quarta Congregazione Generale dei Cardinali, questa mattina, si è aperta alle ore 9:10
Erano presenti 149 cardinali
La Congregazione è iniziata con un momento di preghiera, quindi ha avuto luogo il giuramento di coloro che non lo avevano ancora compiuto, secondo le modalità previste dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis.
Nel corso della Congregazione è continuata la lettura della Costituzione, dal capitolo 27 al 32.
È stato deciso che, nella giornata di domenica, i Cardinali compiranno una visita insieme alla tomba del Santo Padre Francesco, a Santa Maria Maggiore: l’arrivo è previsto alle 16:00. I cardinali attraverseranno la porta santa, visiteranno la tomba di Francesco e poi la cappella dove è esposta la Salus Populi Romani. Quindi celebreranno insieme i vespri.
Sono seguiti gli interventi nell’ambito della riflessione condivisa sulla Chiesa e il mondo.
In totale i cardinali intervenuti sono stati 33.
Al termine della Congregazione, S.E. Mons. Diego Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie è intervenuto per illustrare la genesi del rito delle esequie. È stata ribadita la volontà che si tratti delle esequie di un pastore, e non di un sovrano, secondo le scelte liturgiche volute dal Santo Padre Francesco e da lui approvate nel giugno 2024.
La Congregazione si è conclusa alle ore 12:20.
Da mercoledì scorso alle 12.00 di oggi circa 150.000 persone hanno reso omaggio a Papa Francesco nella Basilica di San Pietro. La basilica chiude alle 19.00, ma alle 18.00 terminerà l’accesso alla fila
Questa sera, il rito della chiusura della bara di Papa Francesco sarà un atto privato e non sarà dunque ritrasmesso in diretta
In merito alle disposizioni protocollari:
è stato indicato che tutti i rappresentanti saranno disposti sul lato destro guardando la Basilica.
In prima fila, i presidenti dell’Argentina (la terra natale del Papa) e dell’Italia;
Seguiranno i sovrani regnanti poi i capi di stato, secondo l’ordine alfabetico francese degli Stati rappresentati.
L’elenco completo delle delegazioni sarà diffuso oggi pomeriggio.
Sono previste, per i giornalisti, visite a Santa Maria Maggiore nei giorni di domenica, lunedì e martedì.
Ad oggi sono 2700 i giornalisti accreditati per gli eventi di questi giorni
La quinta Congregazione generale dei cardinali si riunirà lunedì mattina alle 9:00.
Dalla mattina di mercoledì 23 aprile alle 11:00 fino a questa sera alle 19:00 si sono recate nella Basilica di San Pietro per rendere un saluto a Papa Francesco circa 250.000 persone.
A San Pietro il rito della chiusura della bara di Papa Francesco

Vatican News
Si è svolto questa sera, alle ore 20, presso l’Altare della Confessione nella Basilica di San Pietro, come annunciato, il rito della chiusura della bara del Romano Pontefice.
Durante il rito, presieduto dal cardinale camerlengo, Kevin Joseph Farrell, il maestro delle Celebrazioni Liturgiche, monsignor Diego Ravelli ha dato lettura del rogito, che è stato deposto nella bara al termine della celebrazione.

25/04/2025 Citta’ del Vaticano, Vaticano
Cronaca
Nella foto : Rito della Velatio
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Hanno partecipato al rito, oltre a quanti erano indicati nella notificazione dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche, anche alcuni familiari del Papa defunto.
La celebrazione, svoltasi secondo le prescrizioni dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, si è conclusa alle ore 21.
Durante la notte il Capitolo di San Pietro assicurerà una presenza di preghiera e di veglia al corpo del Pontefice, fino ai preparativi della Santa Messa domattina.
“Pellegrino di speranza, guida e compagno di cammino”, il Rogito di Papa Francesco

Con noi pellegrino di speranza, guida e compagno di cammino verso la grande meta alla quale siamo chiamati, il Cielo, il 21 aprile dell’Anno Santo 2025, alle ore 7.35 del mattino, mentre la luce della Pasqua illuminava il secondo giorno dell’Ottava, Lunedì dell’Angelo, l’amato Pastore della Chiesa Francesco è passato da questo mondo al Padre. Tutta la Comunità cristiana, specialmente i poveri, rendeva lode a Dio per il dono del suo servizio reso con coraggio e fedeltà al Vangelo e alla mistica Sposa di Cristo.
Francesco è stato il 266° Papa. La sua memoria rimane nel cuore della Chiesa e dell’intera umanità.
Jorge Mario Bergoglio, eletto Papa il 13 marzo 2013, nacque a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, da emigranti piemontesi: suo padre Mario era ragioniere, impiegato nelle ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupava della casa e dell’educazione dei cinque figli. Diplomatosi come tecnico chimico, scelse poi la strada del sacerdozio entrando inizialmente nel seminario diocesano e, l’11 marzo 1958, passando al noviziato della Compagnia di Gesù. Fece gli studi umanistici in Cile e, tornato nel 1963 in Argentina, si laureò in filosofia al collegio San Giuseppe a San Miguel. Fu professore di letteratura e psicologia nei collegi dell’Immacolata di Santa Fé e in quello del Salvatore a Buenos Aires. Ricevette l’ordinazione sacerdotale il 13 dicembre 1969 dall’Arcivescovo Ramón José Castellano, mentre il 22 aprile 1973 emise la professione perpetua nei gesuiti. Dopo essere stato maestro di novizi a Villa Barilari a San Miguel, professore presso la facoltà di teologia, consultore della provincia della Compagnia di Gesù e rettore del Collegio, il 31 luglio 1973 fu nominato provinciale dei gesuiti dell’Argentina. Dopo il 1986 trascorse alcuni anni in Germania per ultimare la tesi dottorale e, una volta tornato in Argentina, il cardinale Antonio Quarracino lo volle suo stretto collaboratore. Il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo nominò Vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires. Scelse come motto episcopale Miserando atque eligendo e nello stemma inserì il cristogramma IHS, simbolo della Compagnia di Gesù. Il 3 giugno 1997, fu promosso Arcivescovo coadiutore di Buenos Aires e alla morte del cardinale Quarracino gli succedette, il 28 febbraio 1998, come Arcivescovo, primate di Argentina, ordinario per i fedeli di rito orientale residenti nel Paese, gran cancelliere dell’Università Cattolica. Giovanni Paolo II lo creò cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001, del titolo di san Roberto Bellarmino. Nel successivo ottobre fu relatore generale aggiunto alla decima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Fu un pastore semplice e molto amato nella sua Arcidiocesi, che girava in lungo e in largo, anche in metropolitana e con gli autobus. Abitava in un appartamento e si preparava la cena da solo, perché si sentiva uno della gente.
Dai Cardinali riuniti in Conclave dopo la rinuncia di Benedetto XVI fu eletto Papa il 13 marzo 2013 e prese il nome di Francesco, perché sull’esempio del santo di Assisi volle avere a cuore innanzitutto i più poveri del mondo. Dalla loggia delle benedizioni si presentò con le parole «Fratelli e sorelle, buonasera! E adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi». E, dopo aver chinato il capo, disse: «Vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il suo Vescovo». Il 19 marzo, Solennità di San Giuseppe, iniziò ufficialmente il suo ministero Petrino.
Sempre attento agli ultimi e agli scartati dalla società, Francesco appena eletto scelse di abitare nella Domus Sanctae Marthae, perché non poteva fare a meno del contatto con le persone, e sin dal primo Giovedì Santo volle celebrare la Messa in Cena Domini fuori dal Vaticano, recandosi ogni volta nelle carceri, in centri di accoglienza per i disabili o tossicodipendenti. Ai sacerdoti raccomandava di essere sempre pronti ad amministrare il sacramento della misericordia, ad avere il coraggio di uscire dalle sacrestie per andare in cerca della pecorella smarrita e di tenere aperte le porte della chiesa per accogliere quanti desiderosi dell’incontro con il Volto di Dio Padre.
Ha esercitato il ministero Petrino con instancabile dedizione a favore del dialogo con i musulmani e con i rappresentanti delle altre religioni, convocandoli talvolta in incontri di preghiera e firmando Dichiarazioni congiunte a favore della concordia tra gli appartenenti alle diverse fedi, come il Documento sulla fratellanza umana siglato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi con il leader sunnita al-Tayyeb. Il suo amore per gli ultimi, gli anziani e i piccoli lo spinse ad iniziare le Giornate Mondiali dei Poveri, dei Nonni e dei Bambini. Istituì anche la Domenica della Parola di Dio.
Più di ogni Predecessore ha allargato il Collegio dei Cardinali, convocando dieci Concistori nei quali ha creato 163 porporati, dei quali 133 elettori e 30 non elettori, provenienti da 73 nazioni, di cui 23 non avevano mai avuto prima un cardinale. Ha convocato 5 Assemblee del Sinodo dei Vescovi, 3 generali ordinarie, dedicate alla famiglia, ai giovani e alla sinodalità, una straordinaria ancora sulla famiglia, e una speciale per la Regione Panamazzonica.
Più volte la sua voce si è levata in difesa degli innocenti. Alla diffusione della pandemia da Covid-19, la sera del 27 marzo 2020 volle pregare da solo in piazza San Pietro, il cui colonnato simbolicamente abbracciava Roma e il mondo, per l’umanità impaurita e piagata dal morbo sconosciuto. Gli ultimi anni di pontificato sono stati costellati da numerosi appelli per la pace, contro la Terza guerra mondiale a pezzi in atto in vari Paesi, soprattutto in Ucraina, come pure in Palestina, Israele, Libano e Myanmar.
Dopo il ricovero del 4 luglio 2021, durato dieci giorni, per un intervento chirurgico presso il Policlinico Agostino Gemelli, Francesco il 14 febbraio 2025 si è recato nuovamente nello stesso ospedale per una degenza di 38 giorni, a causa di una polmonite bilaterale. Rientrato in Vaticano ha trascorso le ultime settimane di vita a Casa Santa Marta, dedicandosi fino alla fine e con la stessa passione al suo ministero petrino, seppure ancora non ristabilito del tutto. Nel giorno di Pasqua, il 20 aprile del 2025, per un’ultima volta si è affacciato dalla loggia della Basilica di San Pietro per impartire la solenne benedizione Urbi et Orbi.
Il magistero dottrinale di Papa Francesco è stato molto ricco. Testimone di uno stile sobrio e umile, fondato sull’apertura alla missionarietà, sul coraggio apostolico e sulla misericordia, attento nell’evitare il pericolo dell’autoreferenzialità e della mondanità spirituale nella Chiesa, il Pontefice propose il suo programma apostolico nell’esortazione Evangelii gaudium (24 novembre 2013). Tra i documenti principali si annoverano 4 Encicliche: Lumen fidei (29 giugno 2013) che affronta il tema della fede in Dio, Laudato si’ (24 maggio 2015) che tocca il problema dell’ecologia e la responsabilità del genere umano nella crisi climatica, Fratelli tutti (3 ottobre 2020) sulla fraternità umana e l’amicizia sociale, Dilexit nos (24 ottobre 2024) sulla devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù. Ha promulgato 7 Esortazioni apostoliche, 39 Costituzioni apostoliche, numerosissime Lettere apostoliche delle quali la maggioranza in forma di Motu Proprio, 2 Bolle di indizione degli Anni Santi, oltre alle Catechesi proposte nelle Udienze generali ed alle allocuzioni pronunciate in diverse parti del mondo. Dopo aver istituito le Segreterie per la Comunicazione e per l’Economia, e i Dicasteri per i Laici, la Famiglia e la Vita e per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Egli ha riformato la Curia romana emanando la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium (19 marzo 2022). Ha modificato il processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità matrimoniale nel CCEO e nel CIC (M.P. Mitis et misericors Iesus e Mitis Iudex Dominus Iesus) e ha reso più severa la legislazione riguardo i crimini commessi da rappresentanti del clero contro minori o persone vulnerabili (M.P. Vos estis lux mundi).
Francesco ha lasciato a tutti una testimonianza mirabile di umanità, di vita santa e di paternità universale.
CORPUS FRANCISCI P.M.
VIXIT ANNOS LXXXVIII, MENSES IV DIES IV.
ECCLESIAE UNIVERSAE PRAEFUIT
ANNOS XII MENSES I DIES VIII
Semper in Christo vivas, Pater Sancte!
A San Pietro il rito della chiusura della bara di Papa Francesco

Presso l’Altare della Confessione, il rito presieduto dal cardinale camerlengo Farrell. Presenti alcuni familiari del Pontefice. Durante la notte il Capitolo di San Pietro assicurerà una presenza di preghiera e di veglia
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Si è svolto questa sera, alle ore 20, presso l’Altare della Confessione nella Basilica di San Pietro, come annunciato, il rito della chiusura della bara del Romano Pontefice.
Durante il rito, presieduto dal cardinale camerlengo, Kevin Joseph Farrell, il maestro delle Celebrazioni Liturgiche, monsignor Diego Ravelli ha dato lettura del rogito, che è stato deposto nella bara al termine della celebrazione.
Hanno partecipato al rito, oltre a quanti erano indicati nella notificazione dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche, anche alcuni familiari del Papa defunto.
La celebrazione, svoltasi secondo le prescrizioni dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, si è conclusa alle ore 21. Durante la notte il Capitolo di San Pietro assicurerà una presenza di preghiera e di veglia al corpo del Pontefice, fino ai preparativi della Santa Messa domattina.
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