Bisogna dire che il ministro della salute Orazio Schillaci, a differenza del suo peggior predecessore Roberto Speranza che certo non rimpiangiamo, s’è già dannato l’anima a mettere in riga le Regioni più indolenti pur di ridurne le liste d’attesa davvero inaccettabili per i bisogni di cura dei cittadini, ma da qui a qualche giorno c’è da giurare che gli piomberà sulla scrivania un altro dossier a dir poco bollente, questa volta però sulla spesa monstre che ogni giorno si fa sui farmaci di marca, disdegnando quelli generici che pure hanno lo stesso principio attivo e la stessa efficacia terapeutica, senza costi però di marketing. Ora è vero che l’Italia è al terz’ultimo posto in Europa per consumo d’equivalenti e che ormai c’è una sorta di linea Maginot tra chi abita al Nord e compra soprattutto generici e chi al Sud impazzisce per le medicine griffate, ma non è possibile che la Basilicata con redditi da fame, retribuzioni più basse e ben 135mila persone a rischio povertà faccia incetta di farmaci solo col brand, arrivando a spendere, in primato nero di classifica italiana, ben 24 euro pro capite contro i poco più dei 13 di Piemonte, Lombardia e Toscana. Canta Caparezza:“L’armadietto dei farmaci…”