C’era una volta la sinistra. C’erano una volta passioni, idee, sofferenze, storie personali e familiari. C’era una volta il Partito Comunista che poi divenne PDS per arrivare, insieme alla sinistra democristiana, ad essere il Partito Democratico. C’era una volta una storia fatta di sezioni, federazioni e quadri di Berlinguer sulle pareti e racconti familiari persi tra lotta per la terra, riscatto degli oppressi e di disciplina e di regole. Tutto ciò non esiste più, è finito per sempre. A decretarne la fine proprio un esponente storico della sinistra materana, uno che incarna anche nel suo modo di agire una certa coerenza portata fino in fondo con la rinuncia alla prescrizione nel processo rimborsopoli a sottolineare la vecchia concezione della “superiorità morale della sinistra”.

IL CAMPO PROGRESSISTA NON ESISTE PIÙ

Le parole con cui annuncia il suo ritiro dalla scena politica pesano come macigni nel dibattito politico e decretano la morte finale della sinistra in Basilicata. «Il campo progressista non c’è più vengono meno le condizioni della candidatura, ma non ci fermiamo. A loro, a chi ci ha sostenuto finora, va il nostro più sincero grazie. Nelle prossime ore decideremo se e in che modo parteciperemo alla tornata elettorale. Sappiate però, che il nostro Progetto Comune non si chiude qui: continueremo a impegnarci per la partecipazione, per una politica trasparente e competente. Con lo stesso coraggio. Con la stessa determinazione. Con ancora più libertà». Una dichiarazione pesantissima cui si aggiunge una vera e propria denuncia di un tradimento, dopo aver orgogliosamente descritto il suo percorso negli ultimi mesi e le scelte che lo hanno portato ad essere designato come candidato Sindaco aggiunge “la candidatura è emersa e sostenuta dal campo progressista come espressione di un’unità finalmente possibile. Quella speranza, però, si è infranta contro piccoli interessi di parte e una ingiustificata evanescenza del Partito Democratico che non ha rispettato gli impegni assunti, contribuendo ad alimentare un clima di incertezza, anziché assumersi la responsabilità politica necessaria in un momento così delicato. Per questo, con serietà e coerenza, il presidente della nostra associazione, Vincenzo Santochirico, ha preso atto che il campo progressista si è dissolto, venendo meno quindi le condizioni oggettive della sua candidatura.”Da gran signore qual è non fa nomi e cognomi Santochirico ma è chiara l’amarezza per quei piccoli interessi di bottega che hanno decretato la fine del campo progressista in Basilicata.

BASILICATA CASA COMUNE CON CIFARELLI

Bcc, che per prima aveva evidenziato il disordine autoflagellante del centrosinistra abbandonandone il tavolo, ha avuto gioco facile nel dichiarare il proprio sostegno a Cifarelli. E, così, alle elezioni comunali di Matera a contendere la fascia da primo cittadino al centrodestra ci sarà un esponente dell’opposizione (Cifarelli) sostenuto da uomini (Casino) e partiti (Azione) della maggioranza di Bardi. Una partita elettorale che si consuma all’interno degli equilibri della maggioranza in Regione con l’opposizione che non è stata capace né di trovare sintesi, né di fissare regole, né di individuare persone. Ci sarebbe da fare una approfondita analisi di sociologia politica su questa debacle e sugli effetti che queste elezioni potrebbero avere negli equilibri consiliari a Via Verrastro ma ora, anche per noi, è il momento dell’amarezza che non può che scaturire dall’evidenziare che non esiste nessuna alternativa possibile al centrodestra in Basilicata. Cifarelli potrebbe anche vincere le elezioni ma questa non sarebbe la vittoria del centrosinistra ma la definitiva morte politica di un’intera classe dirigente e di una stagione della quale lo stesso Cifarelli è stato ed è protagonista e che è stata incapace di trovare una strada per ripartire dopo le sconfitte alle elezioni regionali. Oggi a Matera è morto il campo progressista. Una coalizione che perde le Regionali e le elezioni nei comuni sopra i 15.000 abitanti e non riesce a presentare liste di partito nei due capoluoghi di provincia è una coalizione che necessita di una rifondazione politica.

IL MOVIMENTO CINQUE STELLE VERSO LA CORSA IN SOLITARIA?

Chi, invece, non si arrende alla situazione è il Movimento Cinque Stelle. Siamo stati iper critici nei confronti di Bennardi, secondo noi è stato un pessimo amministratore e lo ripetiamo. Ma, se è vero che solo i paracarri stanno fermi, noi oggi non possiamo non riconoscere che, qualora il M5S dovesse scegliere di rappresentare da solo l’opposizione al Governo Bardi alle elezioni regionali, avrebbe fatto una scelta di coerenza non facile. Una scelta di coerenza e di coraggio di cui non avremmo difficoltà a dare merito alla sua classe dirigente e allo stesso Bennardi. Una scelta che lascia aperta anche una spiegazione logica alle parole di Santochirico e del suo «decideremo nelle prossime ore se e in che modo partecipare alla tornata elettorale». Vedremo quello che accadrà ma noi, che abbiamo una certa propensione affettiva verso le persone coerenti, non possiamo non sottolineare che in una tornata elettorale in cui si sono rimangiate parole come ha fatto Eustachio Follia, si sono stracciate le appartenenze come ha fatto la famiglia Casino, e si è dimostrata la pochezza politica dei commentatori del moralismo come Pinto questa eventuale scelta di coerenza non potrebbe che accendere in noi la fiammella della speranza per cui non tutto è perduto. Non diventeremo per questo dei supporter di Bennardi ma chi come noi preferisce commentare le azioni e non le persone, non avrebbe nessuna difficoltà a riconoscergliene il merito.

Di Massimo Dellapenna

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