«Lo scorso anno il governo Meloni ha introdotto una revisione peggiorativa delle aliquote di rendimento pensionistico per alcune importanti gestioni previdenziali: enti locali (Cpdel), sanitari (Cps), insegnanti di asilo e scuole elementari parificate (Cpi), ufficiali giudiziari e coadiutori (Cpug). I tagli, applicabili ai pensionamenti anticipati dal 1° gennaio 2024, incidono sulla quota retributiva della pensione per chi ha meno di 15 anni nel sistema retributivo. In Basilicata, sono coinvolti 201.138 pensionati. Ancora una volta si fa cassa sulle pensioni. Un’ingiustizia rispetto alla quale, come Spi Cgil, ci mobiliteremo». Lo afferma il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa. «Si stima – prosegue – che nel 2043 saranno penalizzate oltre 730 mila persone, per un totale di 33 miliardi. Nonostante alcune deroghe, la norma ha effetti retroattivi e discriminatori per tanti lavoratori in servizio, che avevano fondato le proprie aspettative su regole diverse. Inoltre, l’ultima legge di bilancio ha innalzato a 67 anni i limiti ordinamentali nel pubblico impiego, con effetti su una vasta platea di lavoratrici e lavoratori. Questo comporta il rinvio della pensione e della buonuscita, già soggetta a gravi ritardi. Chi andrà in pensione prima sarà penalizzato, con una sensibile riduzione della quota retributiva. Secondo l’Ufficio previdenza della Cgil, i tagli potranno arrivare fino al 20%». «Al di là dei profili di incostituzionalità e della possibilità di ricorsi, questa è una battaglia politica. Il Governo Meloni non tassa gli extraprofitti, non combatte seriamente l’evasione fiscale, ma colpisce i più deboli: pensionati e pensionate, che spesso sostengono figli e nipoti con lavori precari e salari bassi. In Italia, quasi un cittadino su quattro è a rischio povertà o esclusione. Pesa il lavoro povero. In altri paesi, come il Regno Unito, il salario minimo ha garantito dignità a 5 milioni di lavoratori. Per questo è importante votare l’8 e 9 giugno ai referendum promossi dalla Cgil su lavoro e cittadinanza: per riaffermare la dignità di chi lavora, conquistare più diritti, cambiare leggi sbagliate». «Serve una grande partecipazione al voto e un nuovo protagonismo di giovani, lavoratori e pensionati per difendere il welfare pubblico e universale, la sanità, il diritto allo studio e il sistema previdenziale. Il 14, 15 e 16 aprile si vota per le Rsu nel pubblico impiego: sostenere i candidati della Fp e della Flc Cgil significa rafforzare un’azione sindacale concreta, che parte dai luoghi di lavoro per difendere i diritti di tutti».

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