C’ è un’Italia che si svuota, si spegne, si arrende. Non è quella dei centri commerciali o delle periferie anonime. È l’Italia dei centri stori- ci: luoghi di pietra viva, memoria, bellezza. Un’Italia che in Basilicata grida nel silenzio generale, abbandonata e dimenticata. I centri storici lucani raccontano, nella loro fragilità, la crisi di un’identità. Non si tratta solo di con- servare edifici: si tratta di decidere se questi luoghi devono continuare a vivere o trasformarsi in fondali muti, svuotati di senso. A Potenza, capoluogo di regione, il centro storico è simbolo di una crisi più ampia. Un centro che si spegne, sempre più attraversato e sempre meno vissuto. Residenzialità in calo, botteghe che chiudono, scale mobili che non funzionano, nessun servizio taxi, una vitalità economica al minimo. Il teatro comunale Francesco Stabile, sebbene simbolico, non ha la capienza per ospitare eventi di richiamo nazionale. E così la città, lentamente, si ritrae dal suo cuore. Il risultato? Un luogo svuotato: abitazioni sfitte, attività rare, memoria che sbiadisce. Il centro di Potenza, come tanti altri in Basilicata, rischia di diventare solo scenografia. E questo, per un capoluogo, è un segnale che non possiamo più ignorare.

L’IMPORTANZA DI UNA LEGGE REGIONALE

Di fronte a questo scenario, le iniziative isolate non bastano più. Serve una legge regionale che affronti con visione e pragmatismo la rigenerazione urbana dei centri storici. Una proposta concreta: una Legge regionale per la rigenerazione e la valorizzazione dei centri storici lucani a vocazione storico-monumentale. Non una legge generica, ma un provvedimento che concentri risorse nei centri storici che rappresentano un autentico patrimonio identitario. Serve una selezione chiara: concentrare gli interventi dove possono generare effetti moltiplicatori. Perché distribuire risorse ovunque rischia di renderle inefficaci ovunque.

STRUMENTI CONCRETI: NON DICHIARAZIONI DI INTENTI

Una legge moderna deve dotarsi di strumenti reali e operativi, capaci di creare le condizioni per una vera rinascita. Tra gli elementi chiave: incentivi economici strutturati per la riqualificazione edilizia sostenibile e il recupero architettonico; agevolazioni fiscali per attività economiche nei centri storici (artigiani, commercianti, professionisti); contributi per la residenzialità (mutui agevolati, ristrutturazioni, servizi alla famiglia); semplificazione burocratica con sportelli comunali unici per chi vuole investire o avviare un’attività; Fondi diretti ai Comuni per dotarsi di piani urbanistici e regolamenti coerenti; un Osservatorio regionale permanente, che monitori i risultati, raccolga buone pratiche e proponga miglioramenti. L’obiettivo è costruire un ecosistema favorevole alla vita, all’impresa e alla comunità nei centri storici.

UNA GOVERNANCE COMPETENTE

Perché questa legge funzioni, va costruita con intelligenza collettiva. Occorre un tavolo tecnico-politico che coinvolga: Regione, Comuni interessati, camere di commercio, associazioni di categoria, ordini professionali, università, urbanisti ed economisti territoriali. Una cabina di regia regionale che lavori su dati reali, evitando improvvisazioni. Perché rigenerare non significa solo restaurare edifici, ma attivare dinamiche economiche e sociali nuove, sostenibili, durature.

RIGENERARE PER FERMARE LO SPOPOLAMENTO

Il tema dei centri storici si lega direttamente alla questione dello spopolamento, vera emergenza lucana. I nostri borghi perdono abitanti, i giovani emigrano, i servizi scompaiono. Ma la qualità della vita urbana può invertire questa tendenza. Le persone vogliono vivere dove c’è bellezza, sicurezza, accessibilità e comunità. Per questo la Legge dovrà sostenere: Alloggi accessibili e innovativi (co-housing, studentati, riuso abitativo intelligente); servizi di prossimità (ambulatori, coworking, spazi per l’infanzia e gli anziani); mobilità dolce e accessibile (navette, scale mobili funzionanti, parcheggi esterni); spazi pubblici funzionali e curati (piazze, slarghi, giardini, illuminazione). Tutto ciò può generare nuove economie, nuova vita e nuova energia nei centri storici lucani.

GUARDARE ALL’EUROPA

Una legge regionale così strutturata potrà accedere anche a importanti canali europei: Green Deal, fondi per la coesione, Pnrr, strumenti per la rigenerazione urbana. La Basilicata potrebbe proporsi come laboratorio di innovazione urbana nel Mezzogiorno, dimostrando che rigenerare i centri storici è possibile, se si parte da una visione politica chiara e strumenti efficaci. Per un nuovo patto tra Regione, territori e comunità, serve un’assunzione di responsabilità politica forte. La Regione deve diventare promotrice, regista e garante di questo processo. I Comuni, da soli, non ce la fanno più. Ma se la Regione saprà farsi carico dell’elaborazione della legge e della sua attuazione, potremo costruire una politica urbanistica lucana finalmente all’altezza delle sfide del nostro tempo. Un patto nuovo, che tenga insieme istituzioni, comunità, saperi locali e forze produttive. Un patto per non tornare indietro, ma per andare avanti con radici forti. Salvare i centri storici per salvare noi stessi: rigenerare non è un vezzo estetico. È un atto politico. È decidere che il nostro futuro può germogliare da ciò che siamo stati, se siamo capaci di dare nuova forma alla memoria. Salvare i centri storici lucani significa salvare il cuore della nostra identità. Da Potenza, da ogni borgo, può nascere una nuova stagione. Serve però una legge regionale coraggiosa, selettiva, concreta. Una legge che costruisca futuro, restituendo senso, opportunità e comunità ai nostri centri storici. Perché salvando loro, salviamo una parte fondamentale di noi stessi

Dino Quaratino

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti