EUROPA DI VENTOTENE: “MAGARI AVESSI AVUTO ROBERTO BENIGNI A SCUOLA”
ALTIERO SPINELLI (1907 – 1986)
incarcerato dal regime fascista, fu autore del Manifesto di Ventotene, per un’Europa libera e unita
Milano, 3 giugno 1927. La polizia fascista fa irruzione in un bar del centro e arresta un giovane che non ha ancora compiuto vent’anni. È “un elemento pericolosissimo”, che “ha sempre esercitato deleteria attività sovversiva, tanto fra gli operai quanto fra gli studenti”. A definirlo così è il Tribunale speciale fascista per la difesa dello Stato, che qualche giorno più tardi lo condanna a 16 anni e 8 mesi di reclusione. Quel giovane si chiama Altero Spinelli, proviene da una famiglia piccolo borghese originaria del Meridione e ha interrotto da poco gli studi universitari di giurisprudenza per diventare un “rivoluzionario professionale”. Si era avvicinato all’attivismo politico, tre anni prima, appena diciassettenne, per reazione all’omicidio di Giacomo Matteotti, aderendo alla Federazione giovanile del partito comunista. Da quando il fascismo ha emanato i provvedimenti “a difesa dello Stato” tutti i partiti, le associazioni e le organizzazioni che “esplicano azione contraria al regime” – ovvero tutti a parte il PNF – sono stati relegati nella clandestinità e i suoi attivisti sono sistematicamente perseguitati, incarcerati o uccisi. Quando viene arrestato, Spinelli si trova a Milano su incarico del partito comunista per seguire le organizzazioni giovanili del nord Italia. Trascorrerà quasi un decennio nelle carceri di Lucca, Viterbo e Civitavecchia, un periodo durante il quale avrà il tempo di approfondire gli studi filosofici, politici ed economici, oltre ad apprendere lo spagnolo e il russo. In quegli stessi anni matura poco a poco un profondo dissenso nei confronti di Stalin e del comunismo sovietico. È uno dei pochi militanti del partito che denunciano apertamente i metodi violenti del dittatore sovietico e ne confutano la struttura ideologica.
Anni dopo, nel suo libro autobiografico Come ho tentato di diventare saggio, spiegherà:
“[…] togliere la libertà di pensare, mentire con me stesso, rinunziare alla libertà del mio pensiero: non era però mai stato scritto nel patto fra l’anima mia e il comunismo, ed è contro questo scoglio che ha fatto naufragio la prima parte della mia vita”.
Per queste sue posizioni, che violano apertamente l’ortodossia comunista, nel 1937 viene espulso dal partito con l’accusa di “deviazione piccolo borghese”. Quello stesso anno doveva essere liberato in seguito a una serie di amnistie ma i tribunali fascisti continuano a considerarlo uno dei leader del partito comunista e lo condannano al confino per altri cinque anni. Viene inviato prima nell’isola di Ponza e poi in quella di Ventotene. Relegandolo in quel carcere a cielo aperto il regime si illude di poterlo mettere a tacere. Di neutralizzare una volta per tutte il suo acume e il attivismo politico. Invece Altiero Spinelli legherà per sempre il suo nome a quella piccola isola tirrenica con un progetto destinato a cambiare la storia politica dell’Europa.
Proprio a Ventotene incontra Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, insieme ai quali elabora una teoria secondo la quale soltanto la creazione di una federazione di stati europei avrebbe potuto evitare nuovi conflitti. Tra il 1941 e il 1942 dalle discussioni tra i tre uomini nasce Per un’Europa libera e unita.
Progetto d’un manifesto, meglio noto come Manifesto di Ventotene. È un documento rivoluzionario, che pone le basi politiche e ideologiche della futura unione tra stati europei e ancora oggi, a distanza di tanto tempo, è considerato il più importante testo europeistico della Resistenza. In esso si afferma che un’eventuale vittoria sulle potenze fasciste sarebbe stata inutile se fosse stata seguita dalla restaurazione del vecchio sistema europeo di Stati-nazione. Solo la nascita di una federazione europea sovranazionale di Stati avrebbe potuto impedire nuovi conflitti in Europa.
Nell’estate del 1943, subito dopo la caduta di Mussolini, Spinelli viene finalmente liberato dal confino e diventa uno dei dirigenti del partito d’Azione. Torna a Roma e, prima di rifugiarsi in Svizzera, si sposta a Milano. Alla fine di agosto si ritrova nella casa milanese di Mario Alberto Rollier insieme a Ernesto Rossi, Leone Ginzburg, Vittorio Foa, Manlio Rossi Doria e altri antifascisti. In quei giorni tragici, mentre le truppe naziste stanno per occupare l’Italia, in quella casa viene fondato il Movimento federalista europeo.
Due anni dopo, a guerra appena conclusa, viene organizzata a Parigi la prima riunione internazionale del nuovo soggetto politico, alla quale partecipano intellettuali del calibro di Albert Camus e George Orwell. Spinelli non è solo il segretario del MFE ma diviene il principale animatore delle battaglie in favore dell’integrazione europea, in particolare per la costituzione della Comunità europea di difesa, un progetto che naufragherà nonostante l’impegno del Presidente del Consiglio italiano Alcide de Gasperi. Ma Spinelli non è intenzionato a darsi per vinto: nominato Commissario europeo all’industria, si batte per accrescere la consapevolezza della necessità di una sovranità industriale europea. Nel 1979, in occasione delle prime elezioni dirette del Parlamento europeo, viene eletto all’Assemblea di Strasburgo come indipendente nelle file del partito comunista. L’anno dopo, insieme ad altri deputati europei di orientamento federalista, fonda il “Club del Coccodrillo” (dal nome di un ristorante di Strasburgo che ospitò le loro prime riunioni), i cui membri propongono una mozione parlamentare finalizzata alla costituzione di un comitato speciale per redarre un nuovo trattato dell’Unione. A Bruxelles si consuma infine la sua ultima battaglia, che culmina con l’approvazione a larghissima maggioranza, il 14 febbraio 1984, del progetto di Trattato sull’Unione Europea, un embrione di costituzione sovranazionale basata sui principi federalisti. Un Trattato che – sebbene venga successivamente bocciato dal Consiglio europeo – è destinato a influenzare il lento processo di unificazione e consente all’Europa di rispondere in modo più efficace alle sfide poste dalla storia dopo a partire dal 1989. Altiero Spinelli non riuscirà a vedere la caduta del comunismo e la nascita di un’Europa libera dalla Cortina di ferro. Muore tre anni prima, il 23 maggio 1986, dopo essere stato rieletto di nuovo a Bruxelles. Ma da autentico rivoluzionario era stato capace di precorrere i tempi e in mezzo alle rovine della Seconda guerra mondiale aveva gettato le basi di una nuova era caratterizzata dall’unione degli uomini al di sopra delle frontiere nazionali.
IN QUEST’ISOLA NEL CONFINO IMPOSTO DAL REGIME FASCISTA I PRIMI FEDERALISTI ITALIANE EUGENIO COLORNI ERNESTO ROSSI ALTIERO SPINELLI MEDITANDO SULLA TRAGEDIA DELLA GUERRA SUI DELITTI DEL TOTALITARISMO SULLA CRISI DELLE SOVRANITÀ NAZIONALI SCRISSERO NEL 1941 L’APPELLO CHE ANCOR OGGI PORTA IL NOME DI MANIFESTO DI VENTOTENE NELLA FIDUCIA CHE ALTRI CON LORO TRAENDO DAI COMUNI ERRORI LO STESSO AMMAESTRAMENTO INIZIASSERO LA LOTTA PER UN EUROPA LIBERA E UNITA IL MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO CHE FECE SUA QUELLA BATTAGLIA NEL TRENTENNALE DELLA SUA FONDAZIONE VOLLE QUI POSTA QUESTA LAPIDE A MEMORIA DELLE SUE ORIGINI A RICORDO DEI SUOI CADUTI NELLA RESISTENZA A CONFERMA DEI SUOI PROPOSITI A INCITAMENTO PER L’AVVENIRE
🔺IL GOVERNO ALLA PROVA
Diretta Giorgia Meloni:
“L’Europa del Manifesto di Ventotene non è la mia”
Caos alla Camera e seduta sospesa
#ègiustoinformare con il presidente del Consiglio Regionale della Toscana Antonio Mazzeo PREOCCUPATO RENDE NOTO:
Giorgia Meloni, in Aula, ha attaccato il Manifesto di Ventotene, citandolo in modo parziale e strumentale per dipingerlo come un progetto antidemocratico.
Una sceneggiatura indegna
Ma la verità è un’altra: quel manifesto, scritto da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nel 1941, è la base dell’Europa unita, nata per superare nazionalismi e dittature.
Se Meloni dice che “non è la sua Europa”, allora dica chiaramente quale vuole: un’Europa divisa, chiusa nei confini nazionali?
Noi difendiamo l’Europa di Ventotene, l’Europa della democrazia, della libertà e della solidarietà, l’Europa che ha garantito 70 anni di pace e che può garantirci prosperità e un futuro migliore. L’Unione Europea non è perfetta, è migliorabile, la vorremmo sempre più vicina al sogno di Spinelli, ma non accetteremo mai che i sovranisti possano smantellarla per portarci verso le loro nostalgie nazionaliste.
🔹Roberto Benigni IL SOGNO
In diretta in prima serata “Il Sogno” di Roberto Benigni
Il premio Oscar Roberto Benigni torna in prima serata con un nuovo spettacolo dal titolo Il Sogno che andrà in onda in diretta su Rai 1 mercoledì 19 marzo alle 21.30. A dieci anni di distanza dal successo di “I dieci comandamenti”, l’artista toscano, noto per la sua capacità di unire comicità, poesia e profondità, torna con uno show inedito ricco di emozioni e spunti di riflessioni.
“Stupore, sorpresa, verità, bellezza: ci metterò tutta la mia gioia e il mio sentimento – ha dichiarato Roberto Benigni – Nel corso dello spettacolo si parlerà di noi, dell’Europa, del mondo, della nostra vita. Si parlerà delle nostre aspirazioni e soprattutto dei nostri sogni. E io sono un grande sognatore. E siccome, come dice il Poeta, i grandi sognatori non sognano mai da soli, sogneremo tutti insieme”. Il Sogno sarà dunque un viaggio tra emozioni e riflessioni, un’occasione per guardare alla nostra vita e ai nostri desideri più profondi attraverso la poesia e la sensibilità unica di Roberto Benigni.
L’appuntamento è per mercoledì 19 marzo alle ore 21.30 in diretta su Rai 1 e in Eurovisione, in contemporanea su Rai Radio2 e in streaming su RaiPlay. La serata evento verrà resa anche completamente accessibile alle persone sorde, cieche ed ipovedenti attraverso i servizi realizzati da Rai Pubblica Utilità: sottotitoli in diretta su Rai 1 sulla pagina 777 di televideo e su Rai Play a partire dal giorno seguente l’evento; traduzione integrale in LIS (Lingua dei Segni Italiana) dell’intero spettacolo – in diretta su un canale dedicato di RAI PLAY – con 3 interpreti LIS che si alterneranno nel tradurre il monologo a favore delle persone sorde segnanti. Sul canale dedicato di Rai Play saranno presenti anche i sottotitoli in diretta. Per la prima volta, inoltre e sempre in diretta, un commento descrittivo dell’evento – sul Canale audio dedicato di Rai 1 e in streaming su Rai Play – permetterà anche alle persone cieche ed ipovedenti di godere in pieno dello spettacolo, attraverso l’ascolto della narrazione di quegli elementi visivi – scene, luci, movimenti, atteggiamenti ed espressioni dell’artista sul palco – che ne costituiscono parte integrante e imprescindibile. Una attenzione via via crescente verso la piena inclusione dei Palinsesti Rai.
I testi de “Il Sogno” sono di Roberto Benigni e Michele Ballerin, Scritto con Stefano Andreoli, Musiche: Nicola Piovani, Scenografia: Chiara Castelli, Direttore della fotografia: Massimo Pascucci, Direttore di produzione Rai: Pasqualino Gerlando, Capoprogetto Rai: Silvia Levato, Produzione esecutiva: A1 Pictures, Organizzazione generale: Lucio e Niccolò Presta, Regia: Stefano Vicario.
Ascolti Total Audience di mercoledì 19 marzo
Nella rilevazione della Total Audience di mercoledì 19 marzo 2025 rilasciata da Auditel, la Rai fa registrare nella prima serata un ascolto di 9 milioni 288mila 213 spettatori, con il 45,5% di share. Nell’intera giornata, invece, il dato Total Audience è di 3 milioni 435mila 853 spettatori, corrispondenti al 40,9% di share. In seconda serata lo share è del 42,8% con 4 milioni 9mila 378 spettatori.
Per quanto riguarda i programmi di prima serata, su Rai 1 “Il Sogno” è stato visto da 4 milioni 425mila 260 spettatori, con il 28% di share, su Rai 2 “The Equalizer 2- Senza perdono” da 1 milioni 44mila 840 spettatori, pari al 6,1% di share, e su Rai 3 “Chi l’ha visto?” da 1milione 524mila 390 spettatori, con il 9,3% di share.
Ascolti tv di mercoledì 19 marzo
Di seguito la comparazione delle reti generaliste Rai più l’all news, relativa a mercoledì 19 marzo, nei confronti di Mediaset a pari perimetro:
Intera giornata 2.00 – 26.00
TOTALE Rai generaliste+ RaiNews24: 35,9%; 2 milioni 887 mila spettatori
TOTALE Mediaset generaliste + TgCom24: 26,8%; 2 milioni 151 mila spettatori
Prima serata 20.30 – 22.30
TOTALE Rai generaliste + RaiNews24: 41,3%; 8 milioni 70 mila spettatori
TOTALE Mediaset generaliste + TgCom24: 22,8%; 4 milioni 453 mila spettatori
Sono stati 4 milioni 396 mila gli spettatori che hanno seguito ieri sera, mercoledì 19 marzo, “Il sogno” di Roberto Benigni su Rai 1: l’evento, trasmesso in eurovisione in diretta su Rai 1, registra il 28,1% di share.
Su Rai 2, nella stessa fascia, il film “The equalizer 2” segna il 6,1% con 1 milione 39 mila spettatori, mentre il tradizionale appuntamento con “Chi l’ha visto?” su Rai 3 si attesta al 9,6% con 1 milione 529 mila spettatori.
In seconda serata su Rai 1 da segnalare “Porta a porta” che registra il 12,6% di share con 626 mila spettatori e su Rai 2 “Linea di confine” con il 4,2% e 315 mila spettatori.
Sempre ottimi ascolti per il quiz del preserale di Rai 1 “L’Eredità” che ottiene il 26,3% con 4 milioni 188 mila spettatori. Nella fascia di access prime time della rete ammiraglia i “Cinque minuti” di Bruno Vespa totalizzano il 25,2% con 4 milioni 788 mila spettatori, seguiti da “Affari tuoi” che registra il 30,8% di share con 6 milioni 268 mila spettatori.
Su Rai 3 la puntata di “Blob” sfiora 1 milione di spettatori (933 mila) con il 5,1% di share. A seguire, “Fin che la barca va” con Piero Chiambretti segna il 4,4% con 830 mila spettatori, “Il cavallo e la torre” il 5,9% con 1 milione 130 mila spettatori e la soap “Un posto al sole” il 7,6% con 1 milione 556 mila spettatori.
Nel daytime, si segnalano: su Rai 1 “Unomattina” al 20,7% con 927 mila spettatori, “Storie italiane” al 22,5% con 971 mila spettatori (nella prima parte), “È sempre mezzogiorno!” al 17,9% con 1 milione 720 mila spettatori, “La volta buona” al 18,3% con 1 milione 615 mila spettatori (nella seconda parte), “Il paradiso delle signore” al 19,5% con 1 milione 614 mila spettatori e “La vita in diretta” al 21,8% con 2 milioni 56 mila spettatori.
Su Rai 2 “I fatti vostri” segna l’8% di share con 754 mila spettatori, nella seconda parte, mentre l’appuntamento alle “Ore 14” con Milo Infante” il 9,7% con 1 milione 62 mila spettatori. “BellaMa’” si attesta all’8,3% con 680 mila spettatori nella seconda parte, seguito da “La porta magica” al 3,9% con 324 mila spettatori.
Su Rai 3 “Agorà” registra il 6,1% con 299 mila spettatori, “ReStart” il 4,9% con 206 mila spettatori, “Elisir” il 5,3% con 234 mila spettatori, “Quante storie” il 4,5% con 500 mila spettatori. Sempre bene “Geo” che totalizza l’11,6% di share con 1 milione 138 mila spettatori.
🔹Il Sogno
Roberto Benigni: l’omaggio al Presidente della Repubblica e a Papa Francesco
Roberto Benigni apre “Il sogno” con un saluto appassionato al Presidente della Repubblica e a Papa Francesco.
Attualità
Benigni, il discorso sull’amore per l’Europa da Ventotene all’omaggio all’ideatrice di Erasmus: va studiato a scuola?
leri, 19 marzo, l’attore e regista premio Oscar Roberto Benigni è tornato in televisione con una lezione televisiva evento dal titolo “Il Sogno”, su Rai1
Si è trattato di uno spettacolo unico, che l’ha visto protagonista sul palco con una scenografia minima, riuscendo ad ammaliare il pubblico “soltanto” con le parole, per ben due ore, il suo discorso ha celebrato l’Europa e l’europeismo.
Un discorso che, Benigni avrebbe preparato per circa un anno, per raccontare l’Europa come in una favola. Un anno di lavoro per parlare delle paure e del futuro, del mondo che lasceremo ai nostri figli.
Benigni in apertura ha salutato Sergio Mattarella e mandato un pensiero al Papa ricoverato al Gemelli. “Ne abbiamo fatte di belle cose noi europei – dice Benigni – è giusto ricordarsi chi siamo, c’è da essere orgogliosi di essere europei: l’Europa è il continente più piccolo del mondo che ha acceso la miccia di tutte le rivoluzioni, ha trasformato il pianeta, da tremila anni è la fucina dove sono stati forgiati alcuni fra i più grandi pensieri dell’umanità, inventando la logica, la ragione, il dubbio”, e ancora “la libertà, la democrazia, il teatro lo sport, la chimica moderna, la coscienza di classe, spaccando l’atomo, dipingendo la Sistina.
Un patrimonio comune, un tesoro immenso in tutti i campi”
Poi, il risvolto amaro:
“Gareggiavamo non solo per le cose belle, ma gareggiavamo anche per le cose più brutte, la guerra. A scuola solo guerre si studiavano, cento anni di guerra, nessuno si ricordava più perché era cominciata. Si ammazzavano e senza sapere perché, la storia d’Europa è tutta un conflitto, abbiamo passato secoli ad aggredire anche il resto del mondo. Le arti e la cultura sono state all’ombra della morte. Lo sport preferito di noi europei è la guerra. Ci siamo ammazzati fino alle due guerre mondiali.
Cento milioni di persone sono morte”
Benigni si è definito un “europeista estremista, l’Europa unita è l’unica utopia ragionevole. L’Unione Europea è la più grande istituzione degli ultimi 5000 anni realizzata sul pianeta terra dall’essere umano, un progetto, un ideale una speranza, una sfida, un sogno, e soprattutto è un caso unico nella storia dell’umanità: la sola volta in cui Stati sovrani decidono liberamente in pace di unirsi, un colpo di scena della storia, una rivoluzione silenziosa che può trasformare il mondo”
Poi ha citato De Gasperi, “il più grande presidente del consiglio che abbiamo avuto”. E ha spiegato che l’Europa “non è una cosa fredda che sta a Bruxelles o a Strasburgo, è una cosa calda, vicina, piena di passione e amore. Non a caso il suo inno è L’Inno alla gioia di Beethoven”
Sul percorso europeo, Benigni ha detto che c’è ancora da fare, soprattutto in un periodo come quello in corso: “Il cammino non è concluso, nella storia dell’Europa la cosa rarissima è la pace: basta che spuntino problemi perché risorga il nazionalismo, che nella storia ha
provocato milioni di morti, è il carburante di tutte le guerre… È una fede integralista, un’ossessione per la nazione al di sopra di tutto, anche di Dio, è una malattia, che si maschera da patriottismo, no lo confondete mai. Lo dico io che sono il più grande patriota e amo l’ltalia come la mia mamma. Il nazionalismo odia invece il mondo, il suo motore è la paura e vuole che abbiamo paura tutti noi”. E quanto questo accade “la pace è in pericolo”
Benigni ha anche reso omaggio a Sofia Corradi che ha inventato l’Erasmus, presente in sala –
l’interscambio degli studenti fra le università europee, nato nel 1987. “È una delle madri fondatrici d’Europa, una leggenda vivente”.
La stoccata a Giorgia Meloni
Poi, la stoccata a Giorgia Meloni, con la citazione proprio al Manifesto di Ventotene che ieri, 19 marzo, di cui la premier ha letto un passaggio alla
Camera dicendo che non rispecchia il suo ideale di Europa: “Mentre tutto intorno c’erano rovine, morti, cadaveri, nel 1941, nella piccola isola di Ventotene, tre uomini, tre eroi, Spinelli, Rossi e Colorni, ebbero un lampo, un’idea, di cambiare tutto, girare pagina: l’idea dell’unità europea. Sono eroi della nostra storia, i pionieri”.
“Il manifesto” ha detto ancora Benigni, “contiene anche alcune idee superate, specie nel linguaggio, ma non per questo viene meno la sua visionarietà, la grandezza di vedute. Come dire che la Bibbia non vale niente, perché c’è scritto che bisogna lapidare chi lavora il sabato.
Il punto centrale è superare i nazionalismi che avevano distrutto il continente”
Poi le parole rivolte ai giovani: “Ora siamo in una fase in cui siamo rassegnati. Ma io sono ottimista. A volte la storia ci regala delle sorprese, dei colpi di scena. E oggi c’è una novità … Siete voi giovani, la prima generazione transnazionale della storia. Mi rivolgo a voi sedicenni, ventenni, trentenni, voi che siete antropologicamente europei! | giovani sono la miglior garanzia per il futuro dell’Europa. Nessuno potrà convincerli a richiudersi nei confini nazionali, a tornare alla lira. Per non parlare della guerra, ma come fai a dire a un giovane: ‘Tieni, questo è il mitra. Spara'”
Il finale è contro la guerra, un appello appassionato:
“Il sogno della pace universale è fattibile? Quasi tutti mi risponderebbero di no, io vi dico che non solo è raggiungibile ma inevitabile: la guerra finirà per sempre, non c’è alternativa, non può che finire così.
Dobbiamo fare un ultimo passo tutti insieme e dire agli altri: ‘Siete fratelli'”
Le reazioni
Inutile dire che questo discorso-capolavoro, secondo molti spettatori, andrebbe proposto a scuola agli studenti.
“La lezione di Benigni dovrebbe essere portata in ogni scuola italiana, europea ma anche mondiali, per chi ama e vuole davvero la Pace!”
“Quello che sta dicendo Benigni stasera andrebbe mostrato a scuola. Ci vogliono impauriti per poterci controllare. lo non riununcio a ‘il sogno’ di essere uniti anziché divisi”
“Magari avessi avuto Benigni a scuola”
“lo spero che questo bellissimo monologo di Benigni lo facciano vedere in tutte le scuole di ogni ordine e grado”
“È il momento che il sogno diventi realtà.
Grazie a Roberto Benigni”, ha commentato il conduttore Fabio Fazio.
“Grazie Benigni”, ha scritto Jovanotti.
🔺LE REAZIONI A CALDO
MICHELE DE PASCALE
Dal manifesto di Ventotene:
“per creare intorno al nuovo ordine un larghissimo strato di cittadini interessati al suo mantenimento, e per dare alla vita politica una consolidata impronta di libertà, impregnata di un forte senso di solidarietà sociale.”
#ègiustoinformare
La colpa è nostra che non siamo all’altezza di quel sogno.
Non certo del sogno.
🔹è giusto informare con Fulvio Giuliani
È tutto molto semplice e anche alquanto affascinante:
se la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sapeva dei contenuti dello spettacolo di Roberto Benigni ieri sera su Rai1 siamo autorizzati a pensare che abbia voluto giocare d’anticipo con la sua critica ad alcuni dei passaggi del Manifesto di Ventotene.
Mettere i puntini sulle “i” dal suo punto di vista e per il popolo sovranista – pur rischiando la bagarre di ieri in Parlamento – in vista dell’appassionata, emozionante e trascinante orazione per l’Europa e sull’Europa del premio Oscar.
Fanta politica? Può darsi.
Se non ne sapeva nulla, siamo in presenza di una di quelle straordinarie coincidenze che rendono la vita intrigante e degna di essere vissuta e ammirata.
Di sicuro è comunque sia andata, le parole di Roberto Benigni hanno tracciato un solco profondo di verità e giustizia.
La verità e giustizia per Il Sogno – titolo del lunghissimo monologo del fuoriclasse toscano – nato proprio con il Manifesto di Ventotene e sviluppatosi sulle spalle di veri e propri giganti della nostra storia. Quelli più volte citati ieri sera su Raiuno: Adenauer, De Gasperi, Schumann e Jean Monnet.
Per quella vera e propria città di luce, faro della democrazia e dei diritti che – a dispetto di tutte le letture più fuorvianti, false e offensive – l’Europa rappresenta per centinaia di milioni di donne e uomini in tutto il mondo.
Consentiteci di aggiungere la minuscola soddisfazione personale di aver sentito elencare da Roberto Benigni, fra i meriti storici del sogno dell’Europa unita, proprio quegli elementi che in questi nostri piccoli e insignificanti spazi ci siamo permessi di elencare negli ultimi sette giorni: quanto è significato per la crescita economica e sociale dell’Italia il processo di integrazione europea, il sentirsi sinceramente e intimamente europei dei nostri figli, il sogno di democrazia e libertà per tanti popoli.
In mezzo alle contumelie e agli sfottò di sempre, sempre uguali e sempre delle stesse persone, le parole di Roberto Benigni ci hanno ricordato che non siamo per niente soli e reso ancor più convinti delle nostre idee.
🔹RETE ITALIANA ANTIFASCISTA
Ieri in molti esaltavano la stratega Meloni che spostava l’attenzione dal piano di riarmo europeo alla polemica sul Manifesto di Ventotene. Ma in realtà se stratega fosse la Meloni ieri ha segnato uno dei suoi peggiori autogoal, proprio nella sua “Telemeloni” in Eurovisione
Difatti la risposta migliore, proprio in Eurovisione, alle assurditàdella Meloni sul Manifesto di Ventotene (e viene anche il legittimo dubbio se sapesse del programma), è stato proprio l’elogio di quella famosa utopia fatto da Roberto Benigni proprio in Rai dove evidentemente la censura deve aver fatto cilecca o non si son accorti della coincidenza, dando così al menestrello toscano l’occasione di far goal a porta vuota.
“Mentre intorno c’erano solo rovine, cadaveri e morti,Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni pensarono al nostro futuro con un progetto che insieme era sogno e documento politico. Sono stati eroi della nostra storia, i primi, i pionieri”.
E ancora: “Leggendo e discutendo fanno una scoperta: che quella cura miracolosa degli Stati Uniti, cioè una federazione che unisca i popoli, si può applicare anche agli Stati europei: federarsi affinché dopo la Seconda guerra mondiale non ce ne sia una terza. Cominciano a scrivere il manifesto di Ventotene, c’è dentro l’idea di un’Europa federale. Prima era solo un sogno, ora questa idea diventa un progetto politico, un programma che si può realizzare”.
E infine: “Il vero punto centrale del Manifesto di Ventotene è chiaro ed attualissimo: superare i nazionalismi, che avevano distrutto un continente, per costruire un’Europa unita. Ho appena pronunciato una parola che ha provocato milioni di morti nella storia: nazionalismo.
Il nazionalismo è guerra, è stato la causa di tutte le guerre europee degli ultimi due secoli. I patrioti amano il mondo, i nazionalisti ne hanno paura. Il loro motto è ‘Abbiate paura’. Paura del diverso, paura dello straniero, paura di chi non è proprio uguale a me. Hanno paura di tutto e la paura è all’origine di quasi tutte le stupidaggini umane”
Sbaaaaang!!! Un goal a porta vuota dei più facili da segnare. Altro che stratega. Parliamo forse di uno dei più clamorosi errori di comunicazione mai compiuti dalla Meloni. In Eurovisione per giunta. Una figuraccia che ha avuto eco europea. Altro che stratega. Questa improvvisa. E pure male, molto male!!! Mario Imbimbostanding ovation
Di cosa vi stupite che la Meloni non si riconosca nel manifesto di Ventotene? fu scritto da antifascisti mandati al confino dal regime f@ascista di Mussocane