Si è svolta questo fine settimana la seconda tappa del gemellaggio che vede coinvolti Montemurro e Melicuccà, in Calabria. Porta l’acronimo di “MeMo” il gemellaggio poetico sottoscritto tra il paese natale di Leonardo Sinisgalli, in provincia di Potenza e il comune calabrese dove nacque e morì prematuramente Lorenzo Calogero, poeta dalla vita tormentata, rimasto per lungo tempo sconosciuto ai più, ma stimato da Sinisgalli che fu tra i primi a riconoscerne e a sostenerne il valore poetico.
Proprio seguendo l’esempio della Fondazione Leonardo Sinisgalli (FLS), è stato avviato un percorso recente di valorizzazione della figura di Calogero, grazie al contributo dell’editore Lyriks che ne ha ripubblicato l’opera, e sii lavora per la costituzione di un organismo, Fondazione e Parco letterario, a lui intitolato. Dopo le prime interlocuzioni avviate al Salone del Libro di Torino e proseguite in occasione della Festa della poesia 2024 “Lorenzo Calogero”, a Melicuccà, è nato il desiderio di suggellare una collaborazione tra le due comunità, attraverso una due giorni aa febbraio dedicata alla poesia, con ospiti in Basilicata, rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Melicuccà e dell’Associazione Lyriks. Sabato 14 e domenica 15 marzo invece hanno restituito la visita a Melicuccà i rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Montemurro e della Fondazione Sinisgalli, con lo svelamento della nuova targa segnaletica all’ingresso del paese. È stata l’occasione per ripercorrere i luoghi dell’anima del poeta Calogero dislocati nel suo borgo natio e nel suggestivo territorio tra la Costa Viola e l’Aspromonte. Inoltre è stata presentata la nuova edizione aggiornata del volume “Leonardo Sinisgalli e i bambini incisori”, edizioni FLS di Montemurro, a cura di Biagio Russo.
È stato proprio Leonardo Sinisgalli tra i primi a comprendere la grandezza della poesia calogeriana. Il loro rapporto era anche d’amicizia e non solo letterario, tra scambi epistolari e generose tracce critiche. Sinisgalli, che sostenne il poeta di Melicuccà nel suo impervio percorso artistico, scriveva di Calogero con parole dense di ammirazione, riconoscendone la complessità e il valore culturale dedicandogli una prefazione per l’opera poetica “Come in dittici”, del 1956.