Banzi si prepara alla presentazione di “Terre lucane. Il camino di un popolo tra storia e arte”, con appuntamento al Cineteatro comunale, venerdì 14 marzo alle ore 17:30. Sarà un momento di alta riflessione culturale, organizzato dal Comune e dalla Sezione Lucana dell’Accademia Tiberina di Roma. Ad introdurre e coordinare la presentazione del volume, Lina Antenori a nome del Consiglio direttivo Accademia Tiberina, ed i saluti istituzionali del Sindaco di Banzi Pasquale Caffio. A seguire gli interventi di Michele Marotta, Dirigente scolastico emerito e studioso di storia locale, Gianfranco Blasi del Consiglio direttivo Accademia Tiberina, giornalista scrittore e coautore, con le conclusioni di Nicola Pascale, Presidente dell’Accademia Tiberina Lucana coautore e curatore del volume. L’interesse per le tematiche riguardanti le terre dell’antica Lucania s’inquadra nel processo del riconoscimento di una forte identità geografica e storica che travalica i limitati confini amministrativi e diventa patrimonio di idee, linguaggi, esperienze da tutelare e far conoscere, attraverso gli strumenti della comunicazione e della consapevolezza. Il Comune di Banzi, «avvertendo il bisogno di accompagnare e favorire la riscoperta del valore del proprio passato, radicato nella memoria archeologica e storica del popolo dei Bantini, uno degli undici popoli dell’antica Lucania, ha deciso di collaborare all’evento, fornendo tutta la propria disponibilità. Nel corso del pomeriggio saranno proposti spunti di riflessione, attraverso l’approfondimento, il dibattito e la proposta». I diciannove saggi che compongono il volume, pubblicato nel 2023 in occasione del decennale dell’Accademia, «avvincono il lettore, coinvolgendolo intellettualmente ed emotivamente, con rapide ed efficaci incursioni in settori ed epoche che hanno costellato e celebrato le terre lucane nei secoli», come è scritto nella prefazione curata da Antonio D’Andrea, segretario generale della benemerita Accademia romana. «La ricorrenza del decennale della costituzione della sezione lucana dell’Accademia, impone alcune doverose ed ineludibili riflessioni. Nel tempo si è forse, inconsapevolmente, tentata una via lucana allo sviluppo? Vi è stata una diversa meridionalità, in alternativa all’idea latitudinaria, che ha marcato per secoli differenze e disuguaglianze, progresso e regresso, sviluppo e sottosviluppo, o longitudinaria, tra aree interne e aree costiere, fra aree urbane e borghi sparsi, fra montagna e valle? Tale fenomeno ha forse, inconsciamente e per i tortuosi arcani sentieri della storia, privilegiato la visione della varietà e molteplicità di luoghi, uomini, eventi, e poche risorse, creando o ricreando originali alchimie e in questi territori?» si evince ancora dalla prefazione.