A Roma direbbero “famo a capisse”. Noi siamo certi che l’attività ispettiva rientri esplicitamente nei diritti dei consiglieri regionali. Quello che non riusciamo a comprendere è se Alessandro Galella sia consapevole di essere non soltanto un consigliere di maggioranza ma anche il consigliere regionale del partito di maggioranza relativa e anche il segretario cittadino del primo parti- to italiano. Ci sembra che tra un coro ultras e qualche giro a vuoto il nostro Galella abbia un pochino perso la bussola. Per capirci, ci sembra che non si orienti più. Qualcuno non solo deve averlo convinto che è un consigliere di opposizione, ma deve avergli anche resettato la memoria dell’ultima legislatura regionale nella quale ha ricoperto la carica di Assessore regionale sia all’Ambiente che all’Agricoltura. Qualcuno gli spieghi queste condizioni, lo rimetta nella funzione che gli è propria e gli consegni una bussola politica. Non vorremmo trovarcelo nel Partito democratico o in qualche altro forza di opposizione sempre che, con la sua tenacia distruttiva, non riesca a portare il centrodestra all’opposizione in Regione così come è riuscito a fare nella sua città di cui sogna di essere il sindaco non riuscendo neanche ad essere il primo eletto.

CHE SI FA ALLA PAMAFI?

Noi non siamo moralisti d’accatto. Siamo consapevoli che la politica ha delle regole precise e che l’opposizione ha anche il dovere specifico di dare fastidio, interrogare, chiedere, provare a mettere in difficoltà il governo anche intervenendo sulle questioni delicate. Non siamo di quelli che definiscono sciacallaggio questo tipo di iniziative e, se l’interrogazione sul futuro della Pamafi, l’avesse presentata un consigliere di opposizione l’avremmo riportata come notizia senza nessun commento. Diciamo che sarebbe rientrata nelle sue specifiche prerogative. La novità di questa legislatura è che chi rappresenta il partito che detta la linea in Regione, guida la coalizione di governo ed esprime due consiglieri regionali, si è dilettato a presentare un’interrogazione sul futuro della Pamafi a poche ore dall’incendio che ha colpito la struttura. Per chi non avesse memoria storica della nostra regione, la cosiddetta Pama- fi (o meglio ex Pamafi) è una struttura, di proprietà di una società attualmente in liquidazione, sulla quale è anche in corso una causa per usucapione e che nel fine settimana ha preso fuoco. Sicuramente un danno ambientale, così come sicuramente è uno spreco per il territorio la situazione di abbandono nella quale la struttura versa. Di questo siamo consapevoli da tempo. Galella se n’è reso conto soltanto ieri e ha presentato un’interrogazione al Presidente della Giunta Regionale per sapere che cosa l’Ente nel quale lo stesso interrogante rappresenta il più importante partito di governo, intenda fare per un luogo che ha grandi potenzialità turistiche e che, invece, «allo stato attuale viene utilizzato come sito di rifiuti pericolosi e altamente infiammabili». La prima domanda che vorremmo fare a Galella è: “ma tu, soltanto adesso ti sei accorto che quel sito è utilizzato per i rifiuti pericolosi e altamente infiammabili? Quando eri assessore all’Ambiente della Regione Basilicata con una competenza specifica per intervenire sull’area esattamente cosa hai fatto? Dov’eri? Eri impegnato nelle piste di sci, nella settimana bianca e nella festa di San Gerardo?” La notizia vera, infatti, è che l’assessore all’Ambiente della passata legislatura era consapevole della presenza di rifiuti pericolosi e altamente infiammabili e non ha fatto niente per rimuoverli. I casi sembrano essere due: o l’assessore Galella sapeva della presenza di rifiuti pericolosi ed infiammabili e non ha fatto nulla per rimuoverli o scrive cose che non hanno alcun senso logico. Certo ci sarebbe la possibilità che il consigliere ultras possa immaginare che questi rifiuti siano stati messi a Castrocucco solo nelle ultime settimane ma crediamo che anche la fantasia del nostro eroe non riesca ad essere tanto fervida.

LO SFIZIO DI METTERE IN DIFFICOLTÀ BARDI

La delega del turismo in Regione non è stata data. Forse non tutti sanno che, quindi, le competenze sono in capo al Presidente della Giunta Regionale. Il Generale Bardi ha messo mano in questi mesi alla governance del turismo con gli assetti della fondazione Matera2019 e, soprattutto, con la nomina dei Margherita Sarli alla direzione dell’Apt. Scelte che denotano per competenza e qualità una precisa volontà di rilanciare il comparto turistico della nostra regione. Mentre Bardi lavora portando importantissimi risultati per la nostra Regione (basti citare in tal senso il successo della Bit) l’ex assessore regionale all’Ambiente e all’Agricoltura si diverte a scrivere interrogazioni per danneggiare l’immagina dell’operato del Governo Regionale. Qualche mese fa ha chiesto se ci fossero prospettive di riapertura della fortezza di Castelagopesole, smentendo addirittura il suo mentore Senatore Rosa che si era già prodigato in tale direzione annunciando l’apertura dello stesso grazie all’intervento del Ministro Sangiuliano. Oggi si dedica a chiedere perché l’area ex Pamafi non è utilizzata ai fini turistici e cosa si intenda fa- re per promuoverla. Lo fa come se fosse un comune consigliere di minoranza, lo fa dimenticando la sua funzione ed il suo ruolo o, molto più probabilmente, lo fa con l’interesse e l’intenzione di creare danni alla Giunta Regionale, metterla in difficoltà e magari facendo il pierino provare a spuntare un assessorato ai danni di qualche amico del suo partito al primo rimpasto utile.

ANDARE A LAVORARE

Nella tradizione ultras quando i calciatori non giocano bene e magari uniscono a prestazioni opache richieste esose di denaro, i tifosi iniziano a invitarli a lavorare. Accingiamo dal repertorio della giovinezza del nostro eroe per invitarlo a lavorare. Si metta a lavorare sui dossier veri, avanzi proposte di legge, collabori con la Giunta Regionale per risolvere i problemi e la smetta di fare il bambino capriccioso e lo smemorato di Via Verrastro che ha perso il ricordo del tempo non tanto lontano in cui il compito di gestire i rifiuti pericoloso ed incendiabili era in capo a lui e al dipartimento che guidava. La nostra Regione ha bisogno di chi risolva i suoi problemi non di personaggi in cerca di visibilità. Nella dialettica democratica l’opposizione presenta interrogazioni, la maggioranza risolve le questioni. Questa cosa evidentemente il protagonista di questa storia di insufficienza amministrativa non l’ha ben compresa. La Basilicata è l’unica regione nella quale il partito di maggioranza relativa crede di essere all’opposizione. Un po’ come la storia del- l’aquila che si credeva un pollo anche se, nel caso lucano, aquila e pollo appaiono invertiti.

Di Massimo Dellapenna

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