Gerardo Corrado vive a Potenza. Insegnante, per brevi periodi, in alcune scuole dell’Appennino lucano, viene in contatto con l’estrema povertà dell’interno della regione. Dopo il servizio militare, per tre anni, è insegnante dei minori presso il Carcere Giudiziario di Potenza. Nel 1969 lascia Potenza e va a insegnare nella periferia romana (Primavalle).
Qui l’intreccio tra sviluppo e sottosviluppo lo impegna politicamente con proposte contro l’emarginazione e il disadattamento.
Ma non cessa i legami con la sua regione nativa. Roma è solo la “Capitale del Sud” dove si scarica il peso di un’opposizione mai risolta in Italia: quella tra città e campagna.
È proprio riflettendo sul contrasto tra città e campagna che Corrado fa il suo incontro con il pensiero di Giustino Fortunato, il primo, tra gli storici e gli studiosi del tempo, che indicherà agli italiani l’esistenza di due Italie, non solo economicamente, ma, anche moralmente.
Il catalogo presenta 30 dipinti a colori e 32 disegni in bianco e nero.
Gerardo Corrado (Potenza 1936)
pittore italiano
“Sposalizio campestre”, 1996 {Olio su tela, cm 81 x 61}
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“Sposalizio campestre”, 1996 (Olio su tela, cm 81 x 61)
È l’artista del reale, allievo dei pittori potentini Giocoli e Masi. In età giovanile, alcune opere presentate a Nizza, in un confronto internazionale, suscitano l’interesse di Picasso. Durante il periodo in cui insegna presso il carcere giudiziario minorile di Potenza, il suo realismo giottesco subisce una deformazione verso il grottesco e l’ironico: trasferisce nella sua pittura l’arte soggettiva dei minori e degli handicappati.. Nel 1966 si trasferisce a Roma. Nella periferia romana, tra sviluppo e sottosviluppo, nascono le opere sull’emarginazione e il disadattamento. Non cessa, però, i legami con la sua terra: dipinge sui temi della civiltà contadina e del suo ruolo nel contesto urbano.
Le ultime ricerche sono indirizzate a cogliere il microcosmo vivente, gli elementi del paesaggio come l’ambiente che contiene l’uomo, perché il suo scopo è quello di eliminare le disparità fra città e campagna.
Presentazione del catalogo di pittura
Iconografie del paesaggio lucano di Gerardo Corrado, Villani Editore, 2025
GERARDO CORRADO “ICONOGRAFIE DEL PAESAGGIO LUCANO E ALTRE IMMAGINI” 6 MARZO ORE 17 POLO BIBLIOTECARIO DI POTENZA
Biblioteca Nazionale di Potenza
Giovedì 6 marzo, alle ore 17,00 nella sala convegni del Polo Bibliotecario di Potenza è in programma la presentazione del catalogo di pitturadel M°Gerardo Corrado Iconografie del paesaggio lucano,Villani Editore, 2025
Biblioteca Nazionale di Potenza
Interverranno: Luigi Catalani, Direttore del Polo Bibliotecario, Gerardo Corrado, autore, Franco Villani, Editore.
Gerardo Corrado nasce a Potenza nel 1936.
Da ragazzo, conosce i pittori Michele Giocoli e Mauro Masi frequentandone lo studio di Via Manhes, luogo di convegno degli intellettuali della città. Già espositore alla 1° edizione delle Olimpiadi della Gioventù (1949), il critico Corrado Maltese parla della sua pittura su un quotidiano nazionale. Anche lo scrittore Ezio Taddei si interessa del giovane Corrado le cui opere, selezionate per il confronto internazionale della 2° edizione delle Olimpiadi della Gioventù, sono esposte prima a Roma e poi a Nizza dove richiamano l’attenzione di Picasso. Insegnante, per brevi periodi, in alcune scuole dell’Appennino lucano, viene in contatto con l’estrema povertà dell’interno della regione. Dopo il servizio militare, per tre anni, è insegnante dei minori presso il carcere giudiziario di Potenza. Nel 1969 lascia Potenza e va a insegnare nella periferia romana (Primavalle). Qui l’intreccio tra sviluppo e sottosviluppo lo impegna politicamente con proposte contro l’emarginazione e il disadattamento. Ma non cessa i legami con la sua regione nativa. Roma è solo la “Capitale del Sud” dove si scarica il peso di un’opposizione mai risolta in Italia: quella tra città e campagna. È proprio riflettendo sul contrasto tra città e campagna che Corrado fa il suo incontro con il pensiero di Giustino Fortunato, il primo, tra gli storici e gli studiosi del tempo, che indicherà agli italiani l’esistenza di due Italie, non solo economicamente ma anche moralmente.
Il catalogo presenta 30 dipinti a colori e 32 disegni in bianco e nero
Dalla luce dell’impressionismo,Corradoha tratto la consapevolezza che il passato va rivissuto non tanto nei suoi percorsi conosciuti ma sotterranei, negati dalla Storia ufficiale, e che le molteplici età di cui è intessuto l’uomo lucano siano la testimonianza lasciataci in eredità perché sia possibile unire il passato al presente, far sì che il presente sia un’anticipazione del futuro o un’illuminazione che ritorna dal passato stesso. I suoi paesaggi di cenere, il culto dei santi pagani dei villaggi lucani, le ore immobili agli orologi delle piazze, la contaminazione tra ordine minerale e fossile della Natura e mondo organico degli esseri viventi, tra cui l’uomo, il ridursi anche della Storia alla Natura medesima, costituiscono, per questo, non solo la sua esperienza del “microcosmo” nativo ma anche il naturale pudore del suo sguardo verso le conclamate conquiste scientifiche e tecnologiche, verso l’universo totalizzante che vorrebbero imporre, svuotando l’arte della sua umanità concreta e della sua libertà. Per i nostri tipi ha pubblicato: Giustino Fortunato e le due Italie (2021) Joseph Stella, da Muro Lucano a New York (2024).
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