Ci sono reati che i Pm possono arrivare a comprendere, spiegandone i perchè ma non è il caso di questa inchiesta che tratta di fatti orrendi ed enormemente gravi con migliaia di bambini che resteranno segnati da questi abusi». Così il Procuratore capo di Catania, Francesco Curcio, già Procuratore Distrettuale a Potenza, ha commentato la maxi operazione “Hello” contro lo sfruttamento sessuale dei minori online coordinata dalla Procura Distrettuale etnea e condotta dagli investigatori della Polizia di Stato del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Catania, con la collaborazione del Centro Nazionale per il Con- trasto alla Pedopornografia Online (Cncpo) del Servizio Polizia Postale. Le emergenze investigative hanno condotto a 34 arresti e 115 perquisizioni domiciliari ed informatiche eseguite in 56 città italiane: tra queste anche il capoluogo lucano. Le perquisizioni sono sta- te eseguite nelle città di Agrigento, Arezzo, Avellino, Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Caserta, Catania, Chieti, Como, Co- senza, Cremona, Firenze, Foggia, Frosinone, Geno- va, Latina, Lecce, Livorno, Mantova, Massa Car- rara, Messina, Milano, Modena, Monza Brianza, Napoli, Oristano, Palermo, Parma, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Pordenone, Potenza, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Salerno, Savona, Siracusa, Sondrio, Sud Sardegna, Taranto, Torino, Trapani, Treviso, Varese, Verona, Vicenza e Viterbo. Gli arrestati, invece, risiedono nelle province di Catania, Siracusa, Agrigento, Napoli, Pescara, Foggia, Roma, Latina, Milano, Brescia, Firenze, Reggio Calabria, Cosenza, Pordenone, Lecce, Viterbo, Avellino, Barletta Andria-Trani, Frosinone, Varese, Vicenza, Cagliari. Risulterebbero indagate circa altre 80 persone. Gli indagati, nei cui confronti vale la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva, sono di varie estrazioni sociali, ma sono tutti di sesso maschile e con un’età compresa tra 21 e 59 anni. Due degli arrestati, oltre a detenere migliaia di file pedopornografici, aveva- no immagini e video autoprodotti con abusi sessuali su minori, vittime che sono state già identificate dagli operatori di Polizia. Le vittime avevano dai 3 anni in su. L’indagine, attraverso un’attività sotto copertura su una piattaforma di messaggistica istantanea, ha consentito alla Polizia postale di individuare di- versi gruppi dediti allo scambio di materiale pornografico minorile, con bambini abusati in età infantile ed episodi di zooerastia con vittime minori. “Ninos con animales”, “niños 3-4 anos” ed altri nomi di simile tenore animavano l’universo virtuale di “Viber”. L’identificazione degli utenti, che attivamente scambiavano immagini e video di pornografia minorile, ha richiesto un lungo lavoro di approfondimento, anche con approfondimenti investigativi all’estero disposti dalla Procura etnea. La gran parte degli indagati faceva ricorso a sofisticati sistemi di crittografia e all’archiviazione in cloud. Gli investigatori della Polizia postale hanno ricostruito i percorsi digitali, decrittando dati protetti e rinvenendo prove fondamentali per l’accertamento dei reati. In alcuni casi ci sarebbero anche legami di parentela tra gli orchi e le vittime. «L’attività è successiva al fermo, avvenuto a Catania un anno fa, di due persone trovate in possesso di una grande quantità di materiale pedopornografico – ha spiegato il Procuratore di Catania, Francesco Curcio -. Nei mesi successivi gli investigatori hanno allargato il cerchio, trovando riscontri ai sospetti iniziali. In parti- colare, è stato possibile ispezionare 25 diversi canali di gruppo del social network “Viber”, in cui sarebbero stati scambiati oltre 15 mila tra foto e video pedopornografici, catalogati anche in base ad etnia ed età anagrafica. Obiettivo non facile è stato quello di individuare le persone lese, loro malgrado protagoniste anche di gravissimi reati come la zooerastia, ed associare un’identità reale ad ogni nickname che interagiva nel sistema. Vi si aveva accesso solo dopo aver dimostrato di poter avere della merce di scambio da proporre agli altri membri». Il fenomeno della pedopornografia online, come ha aggiunto il Procuratore di Catania, Francesco Curcio, è «in crescita» e lo si «deve contrastare, e noi lo contrastiamo», ma «naturalmente sarebbe necessario prevedere delle misure più incisive di carattere restrittivo nei confronti delle persone che fanno questo ignobile commercio».