Nella Giornata Internazionale contro l’impiego dei bambini-soldato, si accendono i riflettori sulla drammatica realtà che colpisce i minori nelle zone di conflitto armato.

Il reclutamento forzato da parte di gruppi armati illegali rappresenta un crimine di guerra che continua a mietere vittime innocenti, strappando i bambini alle loro famiglie e alle loro comunità.

I minori vengono utilizzati come combattenti, informatori, raccoglitori di droga o reclutatori di altri bambini. Le tattiche di reclutamento si sono evolute: in zone colpite da povertà e mancanza di opportunità, i gruppi armati adescano i giovani con false promesse di denaro e avventure, per poi intrappolarli in un ciclo di violenza e paura.

E sempre di più sono anche le bambine ad essere arruolate. Piccoli privati dei loro diritti e della propria infanzia, minori che subiscono traumi fisici e psicologici spesso non recuperabili.

Le Nazioni Unite condannano questo fenomeno e hanno istituto, per ogni 12 febbraio, una giornata internazionale proprio per ricordare questo abominio: “Bambini di tutto il mondo continuano a essere colpiti in modo sproporzionato dai conflitti armati” si legge in una dichiarazione congiunta Onu-Unione Europea “e sono costretti a subire livelli di violenza insopportabili, vengono privati della loro infanzia e del diritto all’istruzione con cicatrici fisiche e psicologiche che perdurano per tutta la loro vita”.

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