I Carabinieri nelle province di Bari, Taranto, Trani-Barletta, Brindisi, Caserta, Napoli, Avellino, Cosenza, Matera, Campobasso, Viterbo e Potenza, hanno eseguito, ieri, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Lecce che ha sottoposto agli arresti domiciliari 9 persone: Raffaella Amoruso (classe ’76 nata ad Altamura), Raffaele Arzillo (classe ’79 di Aversa), Paolo Bisceglia (classe ’53 di Terlizzi), Claudio Botticelli (classe ’59 di Albano Laziale); Emanuele Calvelli (classe ’75 di Taranto), Giuseppe Dimaggio (classe ’65 di Pulsano), Lorenzo Francese (classe ’53 di San Lorenzo Bellizzi), Stefano Alfonso Friolo (classe ’59 di Taranto), Giovanni Incampo (classe ’62 di Altamura). In tutto, 37 gli indagati. Il Gip di Lecce, Tea Verderosa, inoltre ha disposto il sequestro preventivo sia di una lunga lista di mezzi di trasporto utilizzati per la commissione dei reati oggetto dell’inchiesta penale sul presunto traffico illecito di rifiuti, nonchè di una serie di immobili e impianti tra cui lo «stabilimento della ex “Eurosalotti SpA” sito in Ferrandina», in località Macchia-Zona Industriale, «già interessata dal deposito di rifiuti speciali». Proprio Ferrandina è uno dei nodi dell’asse interregionale dell’ipotizzato smaltimento illecito di rifiuti. Restando fermo il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, la Procura pugliese, in estrema sintesi, a carico degli indagati contesta, a vario titolo, l’aver formato un’associazione a delinquere per commettere plurime attività organizzate finalizzate al traffico illecito di rifiuti speciali compiute smaltendo illecitamente, mediante abbandono sul suolo ovvero all’interno di capannoni in disuso, ingenti masse di rifiuti industriali, provenienti dalla Puglia e dalla Campania e diretti in Puglia, Calabria, Campania e Basilicata, nello specifico in località ricadenti nelle province di Taranto, Cosenza, Avellino e Matera. I facenti parte del gruppo, con ruoli e compiti diversi e assegnati, secondo l’accusa hanno operato avvalendosi di false autorizzazioni ambientali, at- testando in capo all’impresa Eko Srls la disponibilità di un impianto di conferimento di rifiuti, in realtà sotto sequestro e comunque non operativo, e, infine, «predisponendo ovvero avvalendosi di formulari falsamente compilati in ordine al luogo di conferimento del rifiuto». Gestendo «illecitamente» circa 3.339 tonnellate di rifiuti, movimentati con 124 trasporti su gomma, parte degli indagati avrebbe introitato un illecito profitto pari all’incirca a 1 milione di euro, somma di denaro di cui è stato disposto il sequestro per equivalente. Del quantitativo citato, «abbandonata in Calabria, Puglia, Campania e Basilicata», solo una parte è stata rinvenuta e sequestrata, mentre «la restante parte – hanno appuntato gli inquirenti – giace, purtroppo, in punti ancora non individuati del territorio italiano».
L’AUTISTA
Per il fronte lucano, individuata la persona, nei cui confronti il Gip non ha ravvisato il pericolo di reiterazione criminosa, che in qualità di autista della societa di autotrasporti N.T. Trasporti di Altamura, risulta aver effettuato, nel 2021, 26 viaggi di cui 19 di rifiuti in relazione al flusso Be.Ma Srl- Eko Srls: «Tutti smaltiti illecitamente a Ferrandina». L’uomo, «un semplice autista che si affidava a Paolo Bisceglia, il quale gli indicava dove fermare il camion e svuotare i rifiuti», non si ricordava «le aziende da cui aveva prelevato i rifiuti, che aveva scaricato a volte a Pulsano e altre volte a Ferrandina». Il suo datore di lavoro gli aveva detto di seguire le indicazioni di Bisceglia e lui così faceva. Ad ogni modo le dichiarazioni dell’indagato autista (classe ‘62 di Altamura), in merito alla mancata consapevolezza dell’illiceità della condotta, sono state ritenute «non verosimili»: i rifiuti «venivano scaricati in un luogo diverso da quello risultante dalla documentazione, che non era un impianto per la gestione dei rifiuti e veniva apposto il timbro che venivano scaricati nell’impianto di Onano (Viterbo) della Eko Srl».
IL SISTEMA “BOTTICELLI”
Per gli inquirenti pugliesi, l’attività illecita si è avvalsa di due figure cardine: il segnalatore-faccendiere Stefano Alfonso Friolo della Bgs Srl di Pulsano e Claudo Botticelli, legale rappresentante dell’impianto di recupero rifiuti della societa Eko Srls, cioè l’ideatore, per l’accusa, del cosiddetto “sistema Botticelli”. Tra i due captata anche una intercettazione, in buona parte non comprensibile a causa del volume alto della musica, in cui si fa un vago riferimento a qualcosa che potrebbe essere trasportato dalla Basilicata alla Bulgaria a 140 euro. Secondo l’impianto accusatorio, la «consorteria dedita allo smaltimento illecito dei rifiuti» veniva agevolata dall’oggettiva difficoltà da parte dei produttori nel conferire il rifiuto speciale, tanto che, – in alcune circostanze, i produttori avrebbero fatto ricorso all’illecita prassi del cambio codice. L’impianto della Eko Srls, benchè inattivo, aveva la funzione di fungere da luogo di destinazione fittizio, nel senso di luogo da indicare nei Fir, atteso che, stando alle risultanze investigative, il rifiuto che documentalmente risultava essere stato lì conferito, veniva, invece, abbandonato in Puglia, Calabria, Basilicata e Campania, cioè in luoghi individuati di volta in volta dagli ap- partenenti all’organizzazione. Tra i siti individuati in Basilicata, quello in Val Basento. Nel corso delle attività investigative, in particolare durante 1’analisi dei tabulati telefonici e telematici delle utenze in uso a Paolo Bisceglia ed agli autisti indicati nei relativi Fir di trasporto, sono risultati transiti nella provincia di Matera ed in particolare, per l’appunto, nell’area definita “Val Basento”che ricomprende anche i comuni di Pisticci e Ferrandina. Nel settembre del 2023, avuta contezza della presenza di un capannone in disuso al cui interno risultavano illecitamente stoccate centinaia di ecoballe della stessa identica tipologia di quelle rinvenute negli altri siti sequestrati, il competente Noe di Potenza ha proceduto a sequestrare 1’area recintata, il capannone e i rifiuti. Il capannone in questione, sito sulla SS407, è risultato essere la sede della Eurosalotti SpA, società sottoposta a procedura fallimentare con sentenza di fallimento risalente al 2009. Nel 2021, il curatore fallimentare nominato dal Tribunale di Matera nel 2019, aveva sporto una prima denuncia presso la locale stazione dei Carabinieri di Ferrandina, avendo rilevato la sostituzione ad opera di ignoti del lucchetto d’ingresso al cancello carrabile, che di fatto impediva l’accesso al sito. Qualche mese dopo, nell’ottobre di quell’anno, un’altra denuncia, ma questa volta presso la Polizia di Stato di Matera. Il curatore fallimentare, in sintesi, aveva riscontrato la presenza di «numerosi rifiuti all’interno della struttura». Dalle indagini è emerso come il lasso temporale intercorso tra le due denunce del 2021 fosse «perfettamente sovrapponibile» a quello restituito dall’analisi dei tabulati telefonici di utenze in uso agli indagati. In tale lasso di tempo sia gli autisti della T.N. Trasporti Srl di Altamura che «la loro “scorta” Paolo Bisceglia» sono stati rilevati “in transito” in quell’area, allorquando trasportavano proprio i rifiuti prodotti dalla Be.Ma. Srl destinati, invece, come da Fir, alla Eko Srls di Onano.