Riparazione per ingiusta detenzione: in Basilicata dopo un triennio di sostanziale stabilità, nel 2024 in riferimento al Distretto della Corte d’Appello di Potenza, in aumento l’entità degli importi. Nel 2024, come ufficializzato dalla Relazione al Parlamento riportante i dati annuali consolidati, delle 552 ordinanze di pagamento delle somme a titolo di riparazione per ingiusta detenzione pervenute al Mef l’anno scorso, 4 sono riferibili alla Basilicata. Per la Corte d’Appello di Potenza, alla casella 2024 rilevata come entità degli importi per riparazione per ingiusta detenzione, la somma di 100 mila e 852 euro. Nella Relazione al Parlamento, a livello nazionale segnalata una certa variabilità degli importi totali e, in particolare, la variabilità degli importi da Distretto a Distretto ed anche, nell’ambito di uno stesso distretto, da un anno all’altro. I distretti maggiormente significativi quanto ad entità di importi sono: Bari limitatamente ai primi tre anni esaminati (2018- 2020), Catania, Catanzaro, Napoli, Palermo, Reggio Calabria e Roma. Il maggiore fra tutti quanto ad entità sembra essere quello di Reggio Calabria, con un importo medio annuo di circa 7 milioni di euro, seguito da Catanzaro con circa 4 milioni. Ad ogni modo, il totale nazionale dopo il picco del 2019 (43 milioni e 500 mila euro) è sceso dai 33 milioni e 400 mila euro del 2018 ai 26 milioni e 900 mila euro del 2024. Relativamente agli importi del Distretto della Corte d’Appello di Potenza, l’entità totale maggiore per pagamenti per riparazione per ingiusta detenzione resta quella rilevata nel 2018: 281 mila e 231 euro. Successivamente e fino al 2023, il trend ha fatto registrare prima un calo e poi una stabilizzazione: 2019 (60 mila e 220 euro), 2020 (38 mila e 868 euro), 2021 (62 mila e 543 euro), 2022 (63 mila e 59 euro), 2023 (59 mila e 808 euro). Infine, come anticipato, l’aumento del 2024: 100 mila e 852 euro. L’anno scorso presso la Corte d’Appello di Potenza sono sopravvenuti 21 procedimenti finalizzati al riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione: è il dato più elevato del monitoraggio temporale che copre le annualità dal 2018 al 2024. Per quanto riguarda, invece, i procedimenti definiti presso la Corte d’Appello di Potenza nel 2024, sono stati 18. Anche in questo caso il dato più elevato dal 2018. Dei 18 definiti, gli esiti riportano di 3 procedimenti conclusi con l’accoglimento della domanda di riparazione, 9 con rigetto e 6 con la dichiarazione di inammissibilità. Le percentuali italiane relative ai mille 2 293 pro- cedimenti definiti nel 2024 sono: 589 conclusi con accoglimento (45,6%), 643 con rigetto (49,7%), 61 con dichiarazione di inammissibilità (4,7%). Sulla scorta del contenuto delle ordinanze di accoglimento non più soggette ad impugnazione, ossia definitive od anche irrevocabili, relative all’anno 2024, possibile effettuare un’analisi con classifica- zione delle stesse in base alle ragioni di accoglimento delle domande. Le 5 ordinanze lucane visionate dall’Ispettorato generale del Ministero della Giustizia riportano di 3 casi in cui l’ingiustizia della detenzione è con- seguita ad assoluzione pronunciata per la prima volta dinanzi al Giudice delle udienze preliminari o Tribunale, prescindendo dalla successiva eventuale conferma in appello, e a seguire Corte di Appello (1 caso), annullamento in Cassazione senza rinvio (1 caso).

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