Sul profilo Facebook di Cova Contro, giorno 25 Gennaio 2025, è stato pubblicato un video che avrebbe potuto vincere il premio Pulitzer. Il titolo che la pagina Fb dà alle immagini ricorda (è proprio il caso di dirlo) lo scandalo Watergate, dove in questo caso Water potrebbe stare per acqua ma anche per qualcosa di diverso. Cova Contro titola il post con una descrizione dettagliata: «22 Gennaio 2025 verso le 10.30 rilascio d’acqua dalla diga della Camastra». La notizia sarebbe una grande bomba. Dopo mesi di carenza d’acqua, adesso l’acqua si spreca. Ci saremmo anche noi tolti il cappello davanti ad una scoperta così importante comprovata da immagini così nitide e precise.

IL VIDEO FALSO?

Peccato, però, che siamo costretti ad usare (come il più attento dei lettori avrà notato) il condizionale. Certo, avremmo riconosciuto il grande valore della notizia se essa fosse supportata da un video vero. Come tutti i giocatori delle tre carte, Santoriello e i suoi anonimi soci hanno pubblicato un titolo grande con delle date piccole. Il titolo grande dice 25 gennaio 2025, nel video la data che si legge è 30 agosto 2018. Diamo atto che l’orario è quello indicato. Insomma immagini di repertorio per una notizia che appare taroccata. Anche perché poi siamo andati a vedere le immagini che hanno pubblicato su YouTube e sulla data del 2018 è stata aggiunta una banda nera con la data del 2025. Noi siamo attenti osserva- tori e abbiamo sempre la volontà di consentire anche alle persone che critichiamo il diritto di riscattarsi, abbiamo visto quel video perché avremmo voluto riconoscere il merito a Cova Contro di aver prodotto immagini interessanti per una notizia interessante. Siamo stati costretti a vedere il dettaglio perché, come tutti sanno, il diavolo si nasconde nei dettagli, e il dettaglio ci dice che qualcosa nel video non va.

I SOLDI MAL SPESI

Nelle scorse settimane abbiamo documentato i nostri lettori dei fondi donati dall’estero all’associazione che dice di essere ambientale ma che non ha tale riconoscimento dal Ministero dell’Ambiente. Alla nostra inchiesta giornalistica Santoriello e i suoi anonimi associati hanno replicato dicendo che quei soldi sono stati spesi per comprare apparecchiature innovative e per fare ricerche. Qualcuno informi gli anonimi donatori olandesi, le associazioni vicino a Soros e tutti gli altri che i ca- si sono due: o quel video è un video datato o le macchine sono state donate a chi non sa usarle. In tutte e due i casi i soldi, si potrebbe concludere, appaiono mal spesi e malissimo utilizzati.

LA RICERCA AMBIENTALE È UNA COSA SERIA

Noi non siamo scienziati, non ci occupiamo direttamente di ambiente laddove la competenza necessaria per farlo, non c’è. Siamo consapevoli dei nostri limiti e, quindi, ci rifacciamo alle analisi che fanno per noi quelli che hanno le competenze, le strutture e le conoscenze per farlo. Al di là dell’episodio in sé (che comunque appare grave) è importante evidenziare che questo video ci dà l’idea pratica di come procedono gli allarmisti di professione, capaci di sconfessare qualsiasi analisi e di ergersi a paladini della verità contro le Istituzioni scientifiche. Tutti voi ricorderete che, durante l’emergenza idrica dell’area della Camastra, si decise di utilizzare l’acqua del Basento per riempire il “Camastrino” e, quindi, utilizzarla per scopi domestici dopo il trattamento di potabilizzazione. In quel caso le acque furono analizzate da Arpab, Aql, Arpa Puglia e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza. Tutti convennero sul fatto che quelle acque fossero potabilizzabili con gli impianti in servizio a Masseria Romaniello. L’unico che mise in dubbio quelle analisi fu Santoriello e i suoi anonimi associati di Cova Contro che scrissero di aver fatto analisi indipendenti in laboratori accreditati che avevano dato risultati differenti. Ci chiediamo se anche in quel caso si sono usate macchine che non si sapevano usare, metodologie di prelievo che non sono previste dalla dottrina scientifica o datazioni e localizzazioni non conformi al vero. Una domanda più che lecita e che ci fa capire anche perché tra le Associa- zioni di Protezione Ambientale riconosciute dal Ministero dell’Ambiente non ci sia il nome di Cova Contro. L’allarmismo è una cosa facile da fare, più difficile da provarne i fondamenti.

Di Massimo Dellapenna

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