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IL RIMBROTTO DI CARBONARO

TACCO&SPILLO

Bisogna riconoscere che monsignor Carbonaro non ci ha messo molto per far dimenticare il suo predecessore Ligorio, ammesso e concesso che fosse difficile e soprattutto che qualcuno ne ricordasse qualcosa di buono della sua reggenza pastorale. Ora lasciamo stare la vicenda Claps e su cui aspettiamo ancora scuse pubbliche, non per altro per il pilatismo mostrato anche dalla Chiesa lucana, ma il formidabile rimbrotto che a fine anno e con la speranza in gola per quello nuovo l’arcivescovo di Potenza ha mosso all’indirizzo del centrodestra è davvero il modo più forte per far sentire l’indignazione dei lucani contro le tante irresponsabilità della politica regionale. Eppure nemmeno questo durissimo monito è riuscito a scuotere la coscienza di chi, come l’assessore Cupparo, si sta limitando ad infarcire di francescanesimo dialettale le sue inutili note stampa invece di far qualcosa di buono per rimettere in salute e soprattutto in competitività la povera Basilicata, comprese le questioni che riguardano la povertà, la desertificazione industriale, la fuga dei giovani, la carenza di lavoro tanto per fare un breve quanto drammatico elenco richiamato da Carbonaro. Canta Caparezza:“Che rimbrotto dall’alto…”        

 

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