Giorno di lutto ieri per la Basilicata, che nei due comuni di Sasso di Castalda e Cirigliano, ha visto svolgersi le esequie dei concittadini Gerardo Pepe di 45 anni e Pasquale Cirello di 50 anni, morti nell’esplosione al deposito Eni di Calenzano, il 9 dicembre scorso.

I funerali si sono svolti quasi in concomitanza nei due borghi, alle ore 10:00 e 10:30. La Regione Basilicata ha mostrato tutta la sua vicinanza alle famiglie e alle comunità travolte dalla tragedia. Il Governatore Vito Bardi ha difatti preso parte alla cerimonia funebre di Pepe a Sasso di Castalda, mentre a Cirigliano si è recato l’Assessore alla Sanità Cosimo Latronico. In entrambe le chiese il Gonfalone, “simbolo della vicinanza, del rispetto e dell’onore che l’intera comunità lucana rende ai due operai”.

Gerardo Pepe di Sasso di Castalda, nel potentino, aveva solo 45 anni e lascia la moglie e una figlia nel dolore più assoluto, l’intero paese lucano piange la morte di «una persona dedita al lavoro, un bravo padre di famiglia, sempre disponibile con tutti». Il Sindaco Rocchino Nardo aveva espresso tutta la sua vicinanza alla famiglia ed annullato gli eventi natalizi. La salma di Gerardo era giunta nella notte ed i funerali sono stati celebrati ieri mattina nell’affollata Chiesa dell’Immacolata Concezione. Don Giovanni Conte nell’omelia ha evidenziato che «dopo il dolore della separazione dalla vita terrena di Gerardo, alcune domande sono necessarie: in particolare perché in un Paese che si dice avanzato dobbiamo registrare tanti infortuni sul lavoro? C’è bisogno di una adeguata legislazione e meccanismi di controllo affinché le leggi vengano applicate: occorre comprendere che i costi della sicurezza sono i veri investimenti per imprenditori, committenti e lavoratori. Non si può risparmiare e speculare sulla vita degli altri».

Anche i funerali dell’operaio di Cirigliano, Franco Cirelli, si sono tenuti quasi in concomitanza di orario, in piazza Carlo Levi. Il 50enne materano era sposato e padre di due figli piccoli. Sulla bara, deposta una sciarpa della Juve, squadra di cui era grande tifoso. Aveva fatto parte della Brigata paracadutisti “Folgore” ed era stato in Somalia nel ’95-’96 e nella chiesa gremita erano presenti anche diversi Parà, che hanno condiviso il dolore per la perdita di Franco.

Il Sindaco Marco Delorenzo ricorda: «Un lavoratore e padre di famiglia, momentaneamente in trasferta di lavoro in Toscana. Siamo costernati, non abbiamo parole, solo un grandissimo dolore». Don Nicola Urgo durante l’omelia dei funerali ha asserito: «Franco era andato via per lavorare. Non si può e non si deve morire di lavoro».

Intanto l’impianto Eni di Calenzano, in virtù del tempo che servirà per approfondire le indagini, resterà sotto sequestro e rimangono interrotte tutte le attività di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione di carburanti e altri prodotti petroliferi gestiti. Questo quanto emerso dopo il primo sopralluogo tecnico tenuto dagli inquirenti con gli esperti incaricati di redigere una relazione tecnica sull’impianto industriale.

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