L’esplosione del deposito Eni di Calenzano, ha un’onda d’urto che va ben oltre la zona interessata dall’incendio e i suoi riverberi si scagliano violenti e dolorosi fino alle comunità dove i lavoratori coinvolti vivevano, e le famiglie lavoravano.

Ne è un esempio il Comune di Satriano di Lucania, dove «il Sindaco e l’Amministrazione Comunale si uniscono al cordoglio della comunità di Sasso di Castalda per la tragica scomparsa di Gerardo Pepe. In questo momento di immenso dolore, desideriamo esprimere la nostra vicinanza e solidarietà alla moglie, legata alla nostra comunità per la sua attività a Satriano, alla famiglia e a tutti i loro cari. Un pensiero va anche a tutte le vittime, ai feriti, a tutti i lavoratori e alle loro famiglie colpite nella terribile esplosione». Un messaggio di cordoglio che anche il Gruppo consiliare ha voluto così rendere noto: «Le terribili notizie giunte da Calenzano toccano la nostra comunità da vicino. Fra le cinque vittime, infatti, c’è anche Gerardo, la cui moglie ormai da tempo lavora qui a Satriano. Morire, soprattutto in giovane età, è sempre tragico, ma lo è a maggior ragione se avviene in queste terribili circostanze, mentre si lavora. “Satriano Coraggio” vuole sentitamente stringersi al dolore della moglie, della figlia, della famiglia tutta e degli amici di Gerardo».

Sono ormai tristemente noti i nomi dei 26 feriti e delle cinque vittime, di cui due lucani morti e un ferito: si tratta di Gerardo Pepe di Sasso di Castalda, 45 anni che lascia moglie una figlia minorenne, Franco Cirelli, 50enne di Cirigliano, sposato e padre di due figli piccoli e Luigi Murno, 37 anni, di Villa d’Agri di Marsicovetere, rimasto invece gravemente ustionato e attualmente ricoverato nel centro grandi ustionati dell’ospedale di Pisa, dove si trova in terapia intensiva. Ancora vittime invece Vincenzo Martinelli di 51 anni, divorziato con due figli, originario di Napoli, Carmelo Corso di 57 anni, sposato e con due figli, di Catania e Davide Baronti di 49 anni di Bientina, che lascia moglie e due bambini.

Le comunità di Sasso di Castalda e di Cirigliano si stringono al dolore delle famiglie di Gerardo e Franco. Entrambi i Comuni hanno annullato gli eventi natalizi e proclameranno il lutto cittadino nel giorno in cui saranno celebrati i funerali.

Intanto l’Arcivescovo di Firenze, raccogliendo l’invito del Cardinale Lojudice, Presidente della Cet, ha esortato tutte le parrocchie e le comunità della diocesi ad unirsi in preghiera nella giornata di lutto regionale per le vittime dell’esplosione. L’Arcivescovo ha presieduto inoltre una veglia di preghiera alla Ss.ma Annunziata, in suffragio delle vittime. Si è svolta anche una manifestazione, nella stessa Calenzano con familiari, colleghi e amici di chi ha perso la vita mentre lavorava.

La mamma e la moglie di Pepe, con le figlie di Martinelli, hanno preso parte alla commemorazione organizzata per ricordare la tragedia, per essere sul luogo dove hanno perso la vita i loro cari. Ad accompagnarli sul luogo del disastro è stato il Governatore Giani. La commemorazione si è svolta davanti ai cancelli del deposito perché l’area all’interno è ancora interdetta. Il Comune toscano, dal canto suo, ha attivato un conto corrente di solidarietà a favore delle famiglie delle vittime.

Pepe e Cirelli si trovavano entrambi nello stabilimento Eni alle porte di Firenze per eseguire manutenzione in un deposito nell’area destinata al carico di carburante per conto della Sergen, la ditta di Grumento Nova per cui lavoravano. E proprio nella sede della Sergen, i Carabinieri hanno effettuato una perquisizione durante la quale hanno acquisito documenti inerenti la trasferta dei due lavoratori lucani morti e del collega, Murno (ricoverato). Mentre si cerca di comprendere e assimilare il grande dolore, procedono di pari passo le indagini e le procedure medico legali: ieri infatti sono state completate le autopsie sui corpi delle cinque vittime, si apprende dalla Procura di Prato, che aveva incaricato tre medici legali. Le autopsie sono state effettuate all’Istituto di Medicina legale di Careggi. Successivamente saranno effettuate sulle salme le verifiche per l’identificazione e a questo proposito saranno raccolti i Dna dei familiari. Inoltre saranno eseguite da due genetisti, verifiche antropometriche e sulle impronte dentali.

Perquisizioni invece, sono state effettuate anche in diverse sedi Eni e nell’azienda per cui lavorava Vincenzo Martinelli, che il 1 ottobre scorso aveva segnalato anomalie alla pensilina dove poi è avvenuta l’esplosione. La Procura ipotizza i reati di omicidio colposo plurimo, disastro e rimozione di cautele contro gli infortuni sul lavoro.

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