Per quanto la tragedia sul lavoro si sia verificata in Toscana, l’esplosione avvenuta in un deposito di stoccaggio dell’Eni nel territorio comunale di Calenzano in provincia di Firenze, riguarda anche la Basilicata. Secondo una prima ricostruzione, l’esplosione, verificatasi intorno alle 10 e 30 di ieri mattina, sarebbe avvenuta a seguito della perdita di liquido durante le operazioni di ricarica delle autobotti: 2 i morti. Lucani sia tra i dispersi che tra i feriti. L’incidente, da quanto si è potuto apprendere, ha coinvolto 5 trasfertisti collegati alla ditta Sergen del Gruppo D’Andrea. Dei due cadaveri recuperati, identificato quello del napoletano 51enne Vincenzo Martinelli, autista di cisterne che viveva a Prato. Per l’identificazione della seconda vittima, stando agli ultimi aggiornamenti, necessario l’esame del Dna. Nella prima lista dei 5 dispersi, in cui compariva pure Martinelli, anche un 45enne di Cirigliano e un suo coetaneo nato in Germania, ma di Sasso di Castalda. I morti e i dispersi hanno tra i 45 e i 60 anni circa. Tra i feriti gravi, invece, un operaio di Villa d’Agri ricoverato in codice rosso al Centro Grandi Ustionati di Pisa. Complessivamente, il bilancio dei feriti nell’esplosione riportava di circa 10 persone trasferite in ospedale con mezzi del 118, di cui 3 in codice rosso. Gli altri due trasfertisti dalla Basilicata, impegnati in attività di ufficio, non hanno riportato pesanti e significati lesioni tanto che dovrebbero essere stati già dimessi nella stessa giornata di ieri. Oltre ai feriti trasportati in ambulanza, altre persone si sono presentate autonomamente in più strutture ospedaliere per traumi di vario tipo, ma di leggera entità, come conseguenza dell’esplosione avvenuta a Calenzano. In serata sono state sospese per ripartire all’alba di oggi le ricerche dei dispersi. La motivazione dell’interruzione sembra essere collegata alle complessità dell’intervento nell’area interessata dall’esplosione che è stata molto potente. La Procura di Prato, che sull’incidente ha aperto un fascicolo d’inchiesta «per appurare eventuali responsabilità», ha anche nominato tre consulenti che sovrintenderanno alle operazioni di ricerca.

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