PICOZZI BOCCIATA A CAUSA DEGLI «OMAGGI CASEARI» DI SALINARDI
Al Csm la «pratica segretata» della Procuratrice aggiunta di Palermo che si è vista negare la progressione di carriera
Sbiancato quel «pratica segretata», la “sorpresa” lucana al plenum Consiglio superiore della Magistratura: Angelo Salinardi. Che l’imprenditore ed ex sindaco di Ruoti avesse tessuto negli anni una ragnatela relazionale ed un sistema affaristico-comportamentale includente una «fitta rete di compiacenze all’interno e all’esterno della Pubblica Amministrazione» data la ipotizzata presenza «anche di Pubblici ufficiali compiacenti», è un dato più volte emerso di recente tramite i vari filoni d’inchiesta coordinati dalla Procura di Potenza. È lo stesso Salinardi, per esempio, che intercettato rivela particolari quali, in relazione ad alcune faccende societarie, «abbiamo assunto la moglie di un Magistrato». In una delle varie indagini degli ultimi anni coordinate sempre dalla Procura del capoluogo lucano e relative sempre alla mala politica regionale, anche un altro nome importante, la vicenda non ha avuto risvolti penale, era già emerso: quello della Procuratrice aggiunta della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, Annamaria Picozzi. I due estremi, Salinardi e Picozzi, hanno trovato un nuovo punto di contatto proprio al Csm. La «pratica segretata» al Consiglio superiore della Magistratura riguarda la valutazione di professionalità della magistrata Picozzi. Salinardi, invece, tra gli omissis a cui il “Giornale” è riuscito a da- re un nome. Partendo dalla fine, più agevole la comprensione del nesso. Per Picozzi, la bocciatura del mancato superamento della valutazione di professionalità per «valutazione negativa». Di negativo, certe circostanze, diverse regalie ed alcune conoscenze tra cui, come riporta il “Giornale”, quella con l’imprenditore Angelo Salinardi. La Basilicata del tutto sconosciuta non era alla Procuratrice aggiunta. Nel 2019 , come emerso dalle chat WhatsApp che intratteneva con l’ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura, Luca Palamara, lo informava di essere «stata a pranzo con Basentini», aggiungendo «la prossima volta che vengo ci vediamo anche con lui». Tuttavia, da precisare che il già Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Potenza, Francesco Basentini, non centra nulla con la citata bocciatura di Picozzi. In rilievo ai fini del giudizio del Csm, vacanze, cene e “amici”. Come descritto dal “Giornale” nell’elenco delle regalie, abbigliamento e food. Una cena con champagne, a Maratea, nel settembre 2019, e altre non in Basilicata. Un foulard, un braccialetto, un soggiorno in hotel e un biglietto aereo. Capi di abbigliamento e bollicine, quasi sempre in compagnia di un’amica avvocatessa. La magistrata Picozzi, aveva un rapporto di frequentazione con l’imprenditore Angelo Salinardi che dovrebbe aver conosciuto nel corso di un convegno della corrente centristra della magistratura, Unicost: «Quel legame costa alla pm la bocciatura davanti al Csm che doveva valutare la sua professionalità ai fini del- la progressione in carriera». I benefit avrebbero fatto travalicare il confine dell’eticamente corretto per un magistrato. Dallo sbiancamento della sua audizione in Commissione, frasi della Picozzi quali: «Se io potevo farmi vedere in via Pretoria, a Potenza, dove non mi conosce nessuno, a passeggiare per il corso, non era un problema, ma che io accompagnassi a Palermo un imprenditore, che stava negoziando per l’affitto di un negozio, era sì una cosa che non era adeguata alle mie funzioni». Il comportamento di Salinardi sarebbe stato orientato quantomeno a un duplice fine: per l’aspetto affaristico, l’apertura di un caseificio in Sicilia, mentre per l’aspetto relazionale, l’interessamento sentimentale per un’avvocata molto amica della magistrata. che però, a quanto pare, respingeva le avances. Inviti, pernottamenti in hotel di lusso, bollicine e graditi omaggi, come un cappotto e un maglione, o come i «plurimi omaggi di prodotti caseari», finchè, come ricorda il “Giornale”, «nel 2022 Salinardi viene arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e l’indagine (che tocca brevemente anche lei, prima di finire in archivio) illumina l’inatteso retroscena». La versione data dalla magistrata sui regali da Salinardi, non ha convinto: «Sembrava una scortesia dire: no, non voglio niente, non me lo dare. Mi era sembrato in quel momento maleducato». Tra le righe della «parte segretata», non solo Salinardi, ma anche il rapporto ed i messaggi con Palamara. Per il Consiglio superiore della magistratura, una certa assenza di trasparenza caratterizza tutta la vicenda: «Incoerenti appaiono le affermazioni della dottoressa Picozzi che per un verso pone a giustificazione dei viaggi per non lasciare sola l’ami- ca la sua sensibilità alla tematica delle fasce deboli, per altro verso manifesta difficoltà a interrompere gli anomali rapporti per educazione e cortesia». E ancora: «Vi è il pericolo che l’esercizio della giurisdizione possa essere compromesso da condizionamenti, vincoli e rapporti opachi».