PIAZZE ARRABBIATE MA PACIFICHE ARCHIVIATA CON SUCCESSO LA MANIFESTAZIONE IN BASILICATA 3000 NELLA PIAZZA M. PAGANO.
VINCENZO TORTORELLI: E per i pensionati presenti qui in Piazza… a voi il nostro ringraziamento per il contributo che date alla comunità! Ma anche per voi, il Governo cosa fa???
Consentitemi una battuta amara del nostro Segretario Nazionale UIL Pensionati Carmelo Barbagallo: “3 € di aumento nella manovra di bilancio. Mi raccomando non spendeteli subito!”
È GIUSTO INFORMARE
LO SCIOPERO GENERALE È STATO UN SUCCESSO NAZIONALE COMPLESSIVAMENTE 500000 PERSONE IN TUTTE LE 50 PIAZZE ITALIANE 50000 IN BOLOGNA 30000 IN NAPOLI 3000 IN POTENZA
Sciopero Generale 29 Novembre 2024 Potenza – Piazza Mario Pagano
BUONA VISIONE DIRETTA VIDEO SUL PALCO CON VINCENZO TORTORELLI PRIMA DEL SUO INTERVENTO AL COMIZIO
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Intervento del Segretario Generale UIL Basilicata Vincenzo Tortorelli
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Grazie
Grazie a tutti e a tutte essere qui oggi presenti in questa Piazza, è la migliore
risposta al disagio, ai troppi ritardi e alle emergenze che non possono più aspettare.
È la risposta a politiche nazionali e regionali sbagliate che hanno reso la nostra regione, la nostra Basilicata, un Sud nel Sud.
È la risposta ad una manovra di bilancio che non dà risposte al futuro delle persone!
È La Svimez che lo certifica due giorni fa! Questa manovra è contro il Sud!
Una manovra che mette a rischio 25mila posti di lavoro. E non sarà certo
l’incremento del Pil determinato dalla spesa per il PNRR a salvarci.
È per questo che abbiamo chiesto a lavoratrici e lavoratori di essere qui con noi oggi, è per questo che vi abbiamo chiesto di scioperare, sacrificando il vostro salario.
Scioperiamo per ricordare alla politica e anche al Paese che c’è una parte d’Italia in difficoltà: sanità, salari, lavoro, sicurezza, pensioni, su questo la manovra economica non dà risposte.
Questa è una piazza che chiede di essere ascoltata, insieme alle tante di tutta Italia, chiede di combattere le disuguaglianze che sono aumentate!
C’è un disagio che chiede di essere ascoltato, perché questo disagio non è più tollerabile.
La povertà è in aumento: in Basilicata i bisognosi sono più che nel resto d’Italia.
Persone e famiglie che lavorano eppure non possono permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile. E pensate a chi il lavoro non ce l’ha!
Cos’altro deve succedere per capire che questa è la vera emergenza!
È per queste persone che noi oggi siamo qui e scioperiamo per chiedere risposte.
Noi queste persone vogliamo rappresentarle!
Abbiamo consegnato, insieme alla CGIL, un appello a tutta la Comunità Lucana, alle Associazioni, alla politica, alle Province ai Sindaci invitandoli a unirsi a noi per far partire dalla Basilicata una protesta unitaria e forte.
Vogliamo essere i promotori insieme a tutti Voi di un movimento che parte dalla Basilicata e si estende per tutto il Meridione contro una manovra finanziaria che colpisce i diritti delle persone.
Non per fare politica, attenzione, ma solo per difendere i diritti delle persone!
E a proposito di sicurezza sul lavoro, volete sapere cosa è scritto sulla manovra?
Il testo lo abbiamo distribuito a tutti, è quello che avete in mano, mostratelo,
facciamoglielo vedere!
Ecco, un foglio bianco.
Una manovra di bilancio che non investe nemmeno un euro per garantire il diritto alla sicurezza sui luoghi di lavoro!
Solo pochi giorni fa, a pochi metri da qui, l’incidente mortale sul lavoro al Tribunale di Potenza.
Purtroppo, una morte in luogo simbolo di giustizia… ma quale giustizia è questa?
L’ennesima vita di un lavoratore – Agostino – che non ha fatto ritorno a casa dalla sua famiglia.
Ci stringiamo intorno ai suoi cari, facciamogli sentire tutta la nostra vicinanza.
Questa Piazza è oggi qui anche per questo!
E penso ai tanti altri lavoratori che continuano a morire sui luoghi di lavoro. In Italia 3 al giorno, una strage, è una guerra CIVILE questa!
È una vergogna.
Gridiamolo insieme: è UNA VERGOGNA.
Noi chiediamo al governo più investimenti e attenzione alla sicurezza. Chiediamo rispetto per la dignità del lavoro, che non è stata raggiunta!
Da questa Piazza, era il 2020, RIPARTIRE DAL LAVORO fu una delle prime iniziative per la ripresa dopo il covid. Già li chiedevamo Rispetto per il lavoro!
E oggi lo facciamo ancora più convintamente, perchè la nostra stella polare è il lavoro. La priorità è il lavoro, la dignità del lavoro, la sicurezza sul lavoro, un lavoro non precario, un lavoro non che non sfrutta.
È allora questa è la piazza dei giovani che sono costretti ad abbandonare la loro terra per cercare lavoro altrove, è la piazza di quelli che hanno perso il posto di lavoro, è la piazza dei cassintegrati, è la piazza delle donne poche e sottopagate, è la piazza dei pensionati bancomat dei governi e ammortizzatore sociale delle
famiglie, è la piazza dei precari!
È una piazza piena di fantasmi che devono diventare persone, per farle diventare persone serve il lavoro… Un lavoro che in Basilicata è sempre più un miraggio. Le aziende continuano a chiudere in Basilicata e non a investire… guardate SGL,
FAVORIT, CALLMAT, LOGITEK, APEA e molte altre
Noi pensiamo che serve un cambio di passo, servono impegni concreti per risolvere le tante vertenze aperte.
Da soli non ce la possiamo fare!
Da tempo stiamo dicendo al Presidente Bardi, “convochiamo subito gli Stati
Generali del Lavoro”, coinvolgendo il sindacato confederale, le forze produttive e le istituzioni.
Facciamo uscire dalla condizione di precarietà i 35mila lavoratori che nel 2023 sono stati costretti a sottoscrivere contratti atipici, e i 26 mila nei primi sei mesi del 2024!
Troviamo insieme le soluzioni per restituire un futuro alle persone!
Purtroppo, dobbiamo registrare ad oggi nessuna risposta!
Ma noi le proposte le abbiamo, gliele abbiamo anche consegnate!
Ascoltateci… serve un vero “Piano Marshall”, un Piano in grado di salvare la Basilicata.
Noi pensiamo che servono investimenti massicci e mirati per creare opportunità per i giovani e dare respiro all’economia.
Arriviamo a questo sciopero con tante iniziative e scioperi unitari a Roma, prima con i metalmeccanici, poi con i chimici e il tessile, il pubblico impiego e infine con i trasporti … per dare voce a questi lavoratori.
La battaglia per il buon lavoro, il rinnovo dei contratti, l’aumento dei salari e una politica industriale degna che difenda le nostre fabbriche, sono richieste PRIORITARIE per il futuro della nostra comunità, e non ci fermeremo.
E a proposito di futuro, questa è la Piazza dei lavoratori di Stellantis e dell’indotto-Logistica per i quali servono risposte… il loro futuro e quello della Basilicata è legato a quello di Stellantis!
Un dramma che leggiamo ogni giorno negli occhi delle tante lavoratrici e dei tanti lavoratori che incontriamo nelle nostre sedi e sui posti di lavoro e che si aspettano un passo in avanti.
Non c’è più tempo, il tavolo col Ministro Urso non ha prodotto niente, anzi ha
prodotto più problemi che altro. Insistiamo che sia necessario che alla Presidenza del Consiglio si apra un tavolo.
Noi pensiamo che servono le competenze anche degli altri ministeri: del Mef per capire quali sono le risorse disponibili; del ministero dell’Ambiente per capire qual è la politica energetica in questo paese.
Continuiamo ad insistere perché sia la
Presidente del Consiglio ad aprire e a riuscire a portare Stellantis, per fare con noi un ragionamento che riguarda non solo l’Italia e dunque anche il nostro stabilimento, ma tutta l’Europa.
Lo stabilimento di Melfi non si “salva” da solo.
A livello regionale, il primo incontro su Stellantis convocato dal Presidente Bardi, con i metalmeccanici di CGIL, CISL e UIL, è un passo positivo, ma il percorso è ancora lungo.
Questo è un momento cruciale, un’opportunità per lavorare insieme e mettere in campo tutte le soluzioni necessarie per rendere il “Polo dell’auto di Melfi” più competitivo e attrattivo.
Va bene la realizzazione di un impianto biogas a Melfi, ma serve fare altro.
A Tavares diciamo una cosa chiara sul futuro degli stabilimenti non ci convince deve presentare un Piano Industriale credibile per un vero rilancio del settore automotive nel nostro Paese: Melfi non si tocca e pretendiamo investimenti nel
nostro Paese per continuare produrre auto (endotermiche) in Italia e a Melfi, per continuare ad essere un’eccellenza come siamo sempre stati nel rispetto dei lavoratori e del nostro territorio.
Per fare tutto questo l’Europa deve avere coraggio e cambiare le norme CO2 sui motori endotermici e la Presidente del Consiglio deve convocare tutte le Parti per un confronto vero!
È questa, poi, la Piazza dei lucani che rivendicano il sacrosanto diritto a curarsi!
La sanità lucana va messa al sicuro!
I tempi delle liste di attesa non si sono ridotti!
È tempo di smetterla con gli annunci, con le difese di parte.
Si inizi a lavorare seriamente per tutelare la salute dei lucani!
Bisogna riscrivere subito il Piano Regionale Socio-Sanitario e agganciarlo ai progetti del PNRR.
Al Presidente Bardi e all’Assessore Latronico abbiamo chiesto un confronto, partendo dai problemi più urgenti, le liste di attesa, l’emigrazione sanitaria e il rafforzamento del personale sanitario.
Al centro di questo bisogna mettere la qualità del servizio offerto, per i lucani e per i medici che devono poter lavorare con gli strumenti giusti! Non possiamo più permetterci di perdere medici validi!
Basta ai tagli!
E poi, la parola chiave è prossimità.
I cittadini hanno diritto a servizi di qualità, eccellenza e che funzionino in ogni parte del territorio. E bisogna riordinare e migliorare la rete ospedaliera, potenziando il S. Carlo, elevato a Policlinico, rafforzando la rete degli ospedali territoriali. Ma questo non possiamo farlo se da una parte le manovre continuano a tagliare sulla sanità, dall’altra la cattiva gestione
regionale, data l’assenza di programmazione, continua ad accumulare disavanzi.
Non possiamo accettare che i lucani rinunciano a curarsi, 1 su 4!
Per noi la sanità pubblica è una battaglia di civiltà che difenderemo sempre!
Guardiamo in faccia la realtà: stiamo vivendo una crisi a tre facce senza precedenti.
Eppure ci avevano parlato di rivoluzioni, di transizione… e invece ci ritroviamo con una crisi economica, una sociale e una crisi ambientale.
Non sono eventi casuali, ma sono le dirette conseguenze di anni e anni di politiche che ci hanno ignorato, che ci
hanno trattato come una terra da cui prendere senza mai dare nulla in cambio.
E partiamo dal petrolio, una delle questioni centrali.
Quali sono i piani di questo governo regionale per il dopo petrolio?
Cosa sarà di quei lavoratori oggi impiegati nelle attività produttive della Val d’Agri e Corleto e dei territori sfruttati per le estrazioni?
L’unica certezza che abbiamo è che anche sul petrolio il tempo sta per scadere e non ci è dato sapere cosa sarà.
Dopo trent’anni di estrazioni e significativi introiti, senza però un conseguente e altrettanto significativo sviluppo parallelo, è fondamentale che ORA Eni e Total siano trasparenti nella pianificazione del nostro futuro.
I Progetti NO OIL , recentemente presentati in Regione, devono essere discussi con noi, con il sindacato.
Noi siamo pronti sempre a dialogare con Eni e Total, vengano in Basilicata a discutere dei piani futuri con chi rappresenta i lavoratori.
I dati ci dicono che la produzione di petrolio e gas è diminuita e diminuirà. Prima o poi il petrolio finirà con ripercussioni sulla tenuta economica e sociale della nostra regione.
Non ci dobbiamo far trovare impreparati!
E a proposito di non essere preparati, arriviamo alla crisi idrica, una vergogna di portata nazionale, sulla quale si ride per non piangere.
La Basilicata è stata a lungo chiamata “il serbatoio d’acqua del Sud”, l’acqua
indicata con il soprannome di “oro blu”. I nostri invasi hanno rifornito regioni vicine per anni, garantendo l’acqua per l’agricoltura, l’industria e le famiglie.
Eppure, oggi ci troviamo ad affrontare una situazione paradossale: l’acqua manca proprio qui, a casa nostra.
Nelle ultime ore sentiamo dichiarazioni contrastanti sulla salubrità o meno del
Basento che oggi deve alimentare 140.000 famiglie e ben 28 Comuni della Provincia di Potenza.
Queste dichiarazioni, con un rimbalzo di responsabilità ci fanno provare vergogna.
Tutta la classe politica deve assumersi le responsabilità adesso, senza l’ormai solito scaricabarile, una “caccia alle streghe” che lascia il tempo che trova.
Qui nessuno è esente da colpe.
Ma serve ora sedersi attorno ad un tavolo tutti insieme ed affrontare con una visione lunga la gestione degli invasi e il problema della crisi.
Il problema va risolto!
I cambiamenti climatici certo giocano un ruolo, ma non possiamo nasconderci
dietro questa scusa.
Dei cambiamenti climatici se ne parla da anni, avremmo dovuto essere pronti!
La verità è che la crisi idrica che viviamo è anche il risultato di una gestione scellerata di tutte le risorse risorse e ancor più scellerata del sistema di governance dell’acqua – dall’ex Eipli all’attuale Acqua Sud passando per Acquedotto Lucano.
Mentre i nostri fiumi e i nostri invasi si impoveriscono, le perdite nelle reti idriche raggiungono livelli vergognosi. Si parla di oltre il 50% – con punte del 60% – di perdite prima ancora di arrivare alle famiglie o alle aziende.
Una rete idrica ridotta ad un colabrodo!
E poi c’è la questione della redistribuzione.
Noi non saremo mai contrari a non dare
un bicchiere d’acqua alle regioni vicine. Ma non possiamo accettare che i nostri
agricoltori, le nostre aziende, le famiglie lucane soffrono la siccità.
Com’è possibile che nelle nostre case si debbano subire interruzioni nella fornitura?
L’acqua è un diritto fondamentale. Non è un lusso, non è una merce da distribuire secondo logiche di profitto o interesse politico.
E il tema ambientale non si ferma qui.
Per decenni, la Basilicata è stata sfruttata come terra di estrazione.
Dal petrolio all’acqua, abbiamo sempre dato senza ricevere abbastanza in cambio.
E ora? Ora ci troviamo con territori danneggiati, con rischi per la salute pubblica, con un ambiente che chiede aiuto.
Dove sono le bonifiche promesse?
Dove sono gli investimenti per rendere questa regione un modello di sostenibilità?
Ma il problema non è solo ambientale.
È profondamente sociale.
La mancanza di lavoro, la crisi delle risorse, l’abbandono delle aree interne e industriali: tutto questo contribuisce a un senso di isolamento, di abbandono e di rabbia.
Le famiglie sono sempre più in difficoltà. Gli anziani, che dovrebbero
godersi il meritato riposo, spesso si trovano a dover sostenere figli e nipoti.
E noi non possiamo accettare tutto questo.
Non possiamo accettare questo
arretramento.
Siamo qui oggi per dire basta.
Basta all’indifferenza, basta allo
sfruttamento, basta alle politiche che ci trattano come una periferia dimenticata.
Noi siamo una terra di valore, e oggi lo stiamo dimostrando con questa piazza
piena, con una piazza che chiede risposte.
E vogliamo parlare di chi ancora resiste? I lavoratori e le lavoratrici dell’artigianato.
Loro rappresentano una delle anime più autentiche e preziose della nostra terra.
Provate a parlare con parrucchieri, meccanici, chi opera nell’artigianato artistico, grafici e centri stampa…
È grazie a loro se molte tradizioni continuano a vivere, se la qualità e la creatività del “Made in Basilicata” ancora ci rendono orgogliosi
Eppure, questi lavoratori lottano ogni giorno contro mille difficoltà: una burocrazia soffocante, una mancanza cronica di sostegni economici, una rete infrastrutturale che sembra fatta apposta per ostacolarli, ora anche l’assenza di acqua che li costringe a lavorare poco e guadagnare meno!
A loro, agli artigiani e alle artigiane, oggi vogliamo dire che non sono soli.
Siamo con voi, al vostro fianco, per chiedere tutele, incentivi, e il riconoscimento del valore inestimabile che il vostro lavoro rappresenta.
E la Bilateralità è uno di questi
strumenti pensati per garantirvi sicurezza, sanità integrativa e formazione.
E per i pensionati presenti qui in Piazza… a voi il nostro ringraziamento per il contributo che date alla comunità! Ma anche per voi, il Governo cosa fa???
Consentitemi una battuta amara del nostro Segretario Nazionale UIL Pensionati Carmelo Barbagallo: “3 € di aumento nella manovra di bilancio. Mi raccomando non spendeteli subito!”
Quante volte sentiamo dire che le pensionate e i pensionati sono il sostegno delle famiglie, che con le loro pensioni spesso aiutano figli e nipoti?
Ma come possono farlo, quando la manovra di bilancio li tradisce ancora una volta?
Le pensioni non aumentano.
Non aumentano abbastanza per affrontare il caro vita, le bollette, le spese sanitarie. Dopo una vita di lavoro, di sacrifici, è questa la riconoscenza che ricevono?
Noi diciamo basta a una politica che guarda altrove e non riconosce la dignità dei nostri pensionati.
Ma un Paese che non rispetta gli anziani e non da prospettive ai giovani, è un Paese senza futuro.
E poi c’è la ferita dell’autonomia differenziata.
Sappiamo tutti cosa significa per una regione come la nostra.
Significa rischiare di vedere ulteriormente ridotti i servizi pubblici essenziali: sanità, istruzione,
trasporti.
Significa che le regioni più ricche avranno ancora di più, mentre noi
dovremo accontentarci delle briciole. Questo non è il Paese che vogliamo!
Ecco perché è fondamentale che, dopo la raccolta firme con CGIL e il No dalla Corte Costituzionale sul testo, dobbiamo continuare una battaglia di democrazia, di giustizia sociale, di unità nazionale. Invitiamo tutti a unirsi a questa iniziativa, a dire no a una riforma che rischia di dividere il Paese in due, aumentando disuguaglianze
e disservizi.
Come UIL e CGIL crediamo che l’unità sindacale è fondamentale in questo
momento critico: divisi siamo più deboli e questa divisione non fa altro che avvantaggiare chi intende continuare a ignorare le istanze dei lavoratori.
Negli attivi unitari che abbiamo tenuto qualche giorno fa, nei confronti della Cisl abbiamo mostrato rispetto, ci aspettavamo lo stesso.
Non è stato cosi!
Nella nostra mobilitazione non vi è né demagogia, come è stato dette, né tanto meno una presa di posizione partitica e politica. E noi, UIL e CGIL, non consideriamo “sterile” il vostro sacrificio oggi!
Noi vogliamo restare e resteremo sempre nel merito delle questioni! NON è la nostra una protesta fine a sé stessa, ma un segnale forte a un governo che ignora le difficoltà reali delle persone.
La scelta della CISL ci dispiace profondamente, perché oggi più che mai invece sarebbe necessario un fronte sindacale unito per affrontare le sfide che colpiscono lavoratori, pensionati e cittadini. La divisione non aiuta nessuno, tanto meno chi sta vivendo sulla propria pelle le conseguenze di politiche sbagliate.
Che questo Governo possa migliorare questa manovra è un’illusione… è come dire che da domani avremo l’acqua in tutte le case a tutte le ore.
È un’illusione… è un’utopia!
Noi siamo convinti e andremo avanti.
E le porte dell’unitarietà sono sempre aperte!
È il merito che ci deve unire.
E NOI, CGIL e UIL, RESTIAMO UNITI perché pensiamo che UNITI si è Più FORTI, siamo un SINDACATO DI PROTESTA, come oggi, ma come
non esserlo… abbiamo una responsabilità sociale a cui mai ci sottrarremo!
Ma siamo anche e soprattutto un sindacato DI PROPOSTA
E chiediamo da qui, in sintesi:
Un piano serio per il lavoro, che includa incentivi per le aziende che
scelgono di investire qui, ma anche tutele per i lavoratori.
Chiediamo Investimenti veri nelle infrastrutture: strade, ferrovie, reti
idriche. È ora di rompere l’isolamento della Basilicata.
Chiediamo un confronto per soluzioni immediate alla crisi idrica, con una gestione trasparente e sostenibile di tutte le risorse.
E chiediamo Più attenzione alle aree interne, che non possono essere
abbandonate a sé stesse.
E, soprattutto, vogliamo rispetto.
Rispetto per questa terra, per chi ci lavora, per chi ci vive.
Ecco perché oggi il nostro grido deve essere forte, deve arrivare lontano.
Ma oggi, guardando questa piazza, vedo un’immagine incoraggiante.
Vedo lavoratori e lavoratrici, giovani e pensionati, vedo docenti, per lo più precari, personale ATA, vedo forestali, lavoratori RMI e TIS, cittadini di ogni estrazione sociale.
Vedo una comunità unita, una comunità che non si arrende.
Vedo una piazza che chiama a responsabilità la politica nazionale e regionale, che chiede al Presidente di questa Regione di farsi carico dei problemi della gente, senza più ritardi e senza scuse.
Chiede alla Giunta Bardi di mettersi finalmente e veramente alla guida di questa regione e di percorrere la strada del dialogo con le parti sociali, l’unica per mettere in salvo il nostro futuro.
Basta coi ritardi!
Il parere della Corte dei Conti non fa altro che certificare quello che noi diciamo da tempo… NON C’é più tempo!
Ritardi e scuse hanno ripercussioni sulla vita delle persone!
Invece, È QUESTO IL MOMENTO DI RESTITUIRE DIGNITÀ ALLE PERSONE.
Dignità è azzerare le morti sul lavoro
Dignità è contrastare la povertà e l’esclusione
Dignità è rifiuto della violenza
Dignità è dare a tutti le stesse possibilità
Dignità è diritto alla cura per tutti
Dignità è rispetto per gli anziani
Dignità è studiare e lavorare per la propria comunità
Dignità è un Paese libero dalle mafie
Dignità è più diritti e meno disuguaglianze
Dignità è giustizia sociale …. Dignità è lavoro
È QUESTO IL MOMENTO DI COSTRUIRE LA DIGNITÀ DELLE PERSONE, perché il
primo bene di un popolo è la sua dignità.
E noi dobbiamo INSIEME farci costruttori di una società con PIÙ PACE, PIÙ LAVORO, PIÙ LIBERTÀ.
È questo il percorso, sicuramente non facile ma l’UNICO per partecipare al più
grande cambiamento del nostro tempo!
Possiamo contare su quella nostra passione che non si piega alle leggi della
ragione, non si cura minimamente di quello che riceverà in cambio, vuole
esprimersi fino in fondo e imporre la sua volontà!
Tutto questo siamo noi, questa è la UIL, questa è la CGIL,
È QUESTO IL NOSTRO MOMENTO!
W LA UIL, W LA CGIL, W QUESTA PIAZZA, W LA BASILICATA!
🔵 Un’Italia in piazza: il lavoro torna protagonista
‼️ Oggi, nelle 50 piazze di tutta Italia, abbiamo visto un grande protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori, guidati da sindacati che questo governo ha spesso ignorato o addirittura deriso. Più di 500.000 persone hanno scelto di manifestare per chiedere risposte reali e non promesse vuote.
📢 La partecipazione di oggi non è solo una protesta, ma un “bagno di realtà” per il Paese. In un contesto di inflazione crescente, salari che non bastano più e servizi pubblici al collasso, il governo non può continuare a ignorare le difficoltà di chi fa grande l’Italia con il proprio lavoro.
Abbiamo chiesto interventi sui salari, investimenti nella sanità e nei servizi essenziali e un confronto vero sulle scelte politiche che riguardano il futuro di tutti.
Eppure, invece di ascoltare le ragioni della protesta, assistiamo a tentativi di delegittimare il sindacato e chi oggi è sceso in piazza. Ma i numeri di oggi dimostrano che c’è un’Italia che non ha paura, che non si piega e che vuole riprendersi il diritto di essere ascoltata.
‼️ Questa non è solo una rivolta contro le scelte sbagliate, è una chiamata alla responsabilità: per chi governa, per chi ha il potere di cambiare le cose e per chi deve garantire che nessuno venga lasciato indietro. Il nostro è un messaggio forte, democratico e pacifico: vogliamo dignità, diritti e un futuro migliore per chi lavora e per tutto il Paese.
🎥 Quanto dichiarato dal Segretario Generale UIL, PierPaolo Bombardieri in diretta su Metropolis, La Repubblica.
💙GRAZIE MILLE💙
💙 Oggi, in Piazza Prefettura a Potenza, abbiamo scritto insieme un’altra pagina straordinaria della nostra storia
La vostra partecipazione allo sciopero generale ha dato voce alla determinazione, alla passione e alla forza di una comunità che non si arrende di fronte alle difficoltà
Voglio esprimere un profondo e sentito ringraziamento a tutta la UIL Basilicata: ai segretari di categoria, alle delegate e ai delegati, alle pensionate e ai pensionati, alle operatrici e agli operatori di CAF e ITAL e agli iscritti tutti. Ognuno di voi, con il proprio impegno, ha reso possibile questa giornata di lotta e di speranza
La vostra presenza oggi in piazza è stata un segnale forte e chiaro: non ci fermiamo, non arretriamo. Lottiamo per il lavoro, per i diritti, per un futuro migliore per la nostra terra e per tutte le Persone che la abitano. È la vostra energia a rendere la UIL una casa sicura, un luogo di solidarietà e di battaglie condivise.
Grazie, di cuore, per aver dimostrato ancora una volta cosa significa essere uniti. Continueremo, insieme, a costruire un domani di dignità e giustizia sociale
Con orgoglio e gratitudine,
Vincenzo Tortorelli