MILENA FALABELLA: UNA VITA PASSATA TRA ARTE E LIQUORE
L’approfondimento di Maria De Carlo
L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso». Con questa citazione della poetessa e saggista Anne Carson, voglio accendere i riflettori su Milena Falabella, una donna che ama viaggiare e che di chilometri ne ha fatti tanti: Francia, Scozia, America, Russia, Inghilterra, Germania, Istanbul, Egitto con crociera sul Nilo… e non smette mai di «spiccare il volo», con o senza il marito Pino. «Quando si viaggia si torna sempre diversi e arricchiti. Bisogna viaggiare», afferma. E allora, visto che nel cassetto ha il sogno del celebre Orient- Express, suggeriamo al marito di farle un regalo per il sessantesimo compleanno nel 2025. Per descrivere Milena utilizzo la metafora di uno scrigno magico, da dove fuoriescono varie- gate preziosità. Infatti, scopro che da ragazza avrebbe voluto studiare per diventare architetta, ma papà Nicola, noto Cancelliere, aveva disegnato per la piccola Milena una vita in Procura. Così si trova, sintetizzando il suo percorso, ad indossare i panni di Giudice tributario presso la Corte di Giustizia di Napoli, nonché avvocata a Lagonegro. Dal 2021, poi, vincitrice del concorso di Cancelliera esperta presso la Procura di Napoli, si congeda dall’albo degli avvocati. Da papà Nicola ha ereditato rigore e senso del dovere che la rendono stacanovista. Pendolare per rientrare da mamma Caterina a Lagonegro la sera alle 19:30, la sua mente corre ai ricordi d’infanzia, a quando faceva colazione col papà ed era sempre lui ad accompagnarla a scuola, perché la mamma maestra usciva alle quattro di mattina e rientrava a sera. «Altri tempi», commenta Milena. Ma non tanto lontani, a quanto pare, da lei che forse ha ereditato dalla madre un destino simile, tanto da stupire i colleghi partenopei che scherzosamente la definiscono «non normale». Ma lei a Napoli ci sta bene, perché le sue pause la catturano nei musei e in giro per l’arte. Una passione mai sopita che vive attraverso l’associazione culturale «A castagna ra critica», di cui Milena è cofondatrice (2012) e attualmente presidente. Lo scopo è la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale lagonegrese. Ad oggi sono stati realizzati circa 130 eventi, ma Milena è particolarmente fiera e legata alla manifestazione estiva sulla valorizzazione del borgo, con la sceneggiatura fantasy che fa rivivere la leggenda di un cavaliere di ventura e fantasmi che denunciano lo stato di abbandono, esortando così a una maggiore partecipazione per la propria comunità. Una testimonianza la sua che sprona a saper conciliare desideri e senso prati- co, non venendo meno alla propria specificità femminile. Nella sua professione nell’ambito della magistratura, deputata alla risoluzione delle controversie di natura fiscale, quanto può essere differente la presenza di una donna? «Devo a mio papà una formazione paritaria», spiega la Cancelliera, «a partire da un cervello allenato a prescindere dal sesso. Certo, il senso pratico appartiene più a noi donne, che ci fa essere più risolutive, mentre – aggiunge – nell’attività di avvocata ha prevalso di più il cuore». Dallo scrigno di Milena tiro fuori ancora un’altra perla: la passione per le tradizioni e per la sua amata terra che l’hanno portata a scoprire un compaesano del 1906, Luigi De Maio, che produsse un amaro a base di erbe del ponte «Nettare Sirino». Milena, insieme ad amici, recupera la ricetta che viene modificata «secondo i gusti attuali», dice, coinvolgendo il fratello Giuseppe, odontoiatra. Co- sì prende vita «Niver», l’elixir in onore della montagna del Sirino. Un amaro tonico digestivo a base di erbe aromatiche e officinali, sul mercato dal 2020, che si è aggiudicato il titolo di migliore amaro nel 2023, vincitore del premio Ampolla d’oro. E grazie al «Niver», fervono i preparativi per la Giudice, entusiasta di trovarsi dal 30 novembre all’8 dicembre a Rho-Pero Fieramilano per il mercato internazionale dell’artigianato.Un percorso dinamico e aperto alla vita, dunque, quello di Milena, che oggi sogna di realizzare un liquorificio a Lagonegro e donare così prospettive di lavoro. Una tensione continua alle esperienze perché «non bisogna mai avere rimpianti», afferma, «ma vivere e fare tutto ciò che la vita ci offre. Una cosa questa – chiosa – che si comprende solo dopo con gli anni». Con Milena Falabella, chiudo il ciclo della triade delle autrici del libro «Don Ciutija» (ed. Kimerik), che insieme a Elisa Conte e Franca Iannuzzi ho avuto modo di conoscere e di ospitare nella mia rubrica radiofonica «Il Tafano» (RadioRuoti). Milena Falabella testimonia che è necessario fare rete con altre donne per generare nuove visioni. Ed è proprio con la citata Franca Iannuzzi che, tra le altre co- se, dal 2016 hanno messo su un progetto di valorizzazione delle favole scolpite. L’attenzione è per «Sole, Luna e Talia», fiaba del noto Giambattista Basile, autore del libro «Lo Cunto de li Cunti» (raccolta di 50 fiabe completata in Basilicata e Campania nel 1630). Fiaba che ispirò la versione di Charles Perrault con «La bella addormentata». Ebbene, un progetto che le porterà a Rapone (tra dicembre e gennaio p.v.), paese delle Favole, per la presentazione del volume «Don Ciutija» nonché ufficializzare la donazione del- la favola di Basile scolpita dalla Iannuzzi.
Di Maria De Carlo