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BILANCIO REGIONALE 2023, PARIFICA CON ECCEZIONI

Dalla Corte dei Conti l’ok. Aumenta il patrimonio netto ma da ripianare un disavanzo di 444mila €. Preoccupa la mobilità sanitaria passiva. Fondi comunitari Ue e controlli interni: ecco dove si deve fare meglio

La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per la Basilicata, presieduta dal presidente Giuseppe Tagliamonte, relatori i magistrati Elisabetta Midena, Lorenzo Gattoni e Antonella Romanelli, ha accertato e pronunciato la parifica del Rendiconto generale della Regione Basilicata per l’esercizio 2023, nelle sue componenti del conto del bilancio, del conto economico e dello stato patrimoniale, ma «con specifiche eccezioni» di capitoli e poste.

LE ECCEZIONI E IL CASO COTRAB

Tra le eccezioni, quella limitatamente relativa all’importo iscritto a titolo di Fondo pluriennale vincolato, «per la irrituale assunzione di impegni pluriennali relativi al fondo del personale dirigenziale». Non parificata, una parte relativa alla registrazione di impegni afferenti a somme di competenza dell’esercizio 2022 relativamente ai contratti Cotrab. Sulla tematica del Trasporto pubblico locale, si è particolarmente soffermato il magistrato Romanelli. La contabilizzazione delle spese relative ai contratti di servizio per il trasporto pubblico locale ha formato oggetto di specifico approfondimento nei precedenti giudizi di parificazione, e ciò in quanto, «constatata la ricorrente insufficienza dei trasferimenti statali a garantire la copertura integrale dei co- sti dei contratti de quibus, la Sezione ha ripetutamente riscontrato sia l’inadeguatezza degli stanziamenti afferenti al- la spesa per Tpl, disposti in misura inferiore all’effettivo costo dei relativi contratti di servizio sottoscritti dalla Regione, sia la reiterata prassi dell’Ente di impegnare nell’esercizio successivo spese di competenza di quello precedente». La criticità in questione interessa anche il Bilancio 2023 poichè «si è riscontrato infatti che la Regio- ne ha impegnato nel 2023 l’importo complessivo di 979 mila e 753 euro di competenza del 2022, con conseguente sovrastima del risultato di amministrazione 2022 e contestuale sottostima del risultato di amministrazione 2023, nonché incremento della relativa mas- sa passiva». Sempre in tema Cotrab, sottolineato anche come , relativamente al Fondo contenzioso, la Corte dei Conti non ha potuto far altro che accertare nuovamente «la perdurante mancata conformazione della Regione con riguardo alle criticità concernenti il Trasporto Pubblico Locale e l’accantonamento a titolo di Fondo contenzioso». In parte, non parificato il Fondo contezioso «nella misura e nei limiti in cui non risulta correttamente quantificato». Come dettagliato dal Procuratore regionale Antonio Nenna che ha come ereditato l’istruttoria essendosi insediato il 6 novembre scorso, il Fondo contenzioso, ammonta 21milioni e 160mila euro. Come riferito dalla Regione, in assenza di stime precise formulate dagli uffici competenti, il citato importo è stato determinato partendo dall’accantonamento definitivo al 1° gennaio 2023, pari ad euro 26milioni e 815mila euro, «decurtato dell’utilizzo dello stesso legato ai pagamenti effettuati nell’anno, cui si è aggiunta, in via prudenziale, una maggiorazione di circa 12,2 milioni di euro». Il Procuratore regionale ha rilevato che «le criticità già evidenziate in sede di giudizio di parificazione del rendiconto relativo all’esercizio 2022 non sono state ancora superate non avendo ancora attuato la Regione, una stima puntuale del contenzioso». Problematica che persiste anche per il 2024, con la conseguenza che «l’importo del fondo contenzioso continua ad essere determinato in difformità». A parte, da segnalare inoltre che di il Fondo crediti di dubbia esigibilità accantonato, per 45 milioni e 431 mila euro, «registra un incremento di 6milioni e 266mila euro rispetto al corrispondente dato di chiusura dell’esercizio finanziario 2022 (39milioni e 165mila euro).

IL BILANCIO IN SINTESI

Il risultato di amministrazione del Bilancio regionale, ante vincoli e al 31 dicembre 2023, ammonta a 642milioni 231mila e 129 euro (coperto per il 70,73% dal fondo cassa, mentre per la restante parte è coperto dai residui attivi). Tuttavia, come anche spiegato dal Procuratore regionale Nenna, all’esito della scomposizione in quote accantonate (136milioni 871mila e 359 euro) e vincolate (505milioni 803mila e 906 euro) il risultato di amministrazione, in realtà, presenta un risultato negativo di meno 444mila euro. Questa cifra, costituisce il disavanzo da ripianare. Il collegamento è con la situazione degli anni pregressi: il disavanzo dell’esercizio 2021, pari a 8,68 milioni di euro, è stato completamente ripiana- to nell’esercizio 2023, mentre il disavanzo dell’esercizio 2022, pari a 1,6 milioni di euro, è stato parzialmente ripianato nel 2023, con una differenza da iscrivere nella parte spesa del 2024 pari, come detto, a complessivi 444mila euro. Con riguardo all’indebita- mento, la Corte dei Conti, ha riscontrato che l’ammontare delle rate per mu- tui e prestiti autorizzati non supera il livello massimo di spesa annuale. L’esposizione debitoria della Regione Basilicata si attesta, al 31 dicembre 2023, a 249,429 milioni di euro. Come specificato dal magistrato Romanelli, la struttura del debito regionale è caratterizzata da una prevalenza di tassi fissi (92,25% del totale), in incremento rispetto alle analoghe, pur crescenti, percentuali rilevate negli esercizi precedenti». Riguardo alla gestione patrimoniale dell’esercizio finanziario 2023, il saldo di chiusura tra il totale delle attività e delle passività evidenzia un patrimonio netto di 982,225 milioni di euro, con un incremento, rispetto all’esercizio 2022, di 52 milioni e 524mila euro. Nella gestione di competenza dell’esercizio 2023 è stata riscontrata la stessa criticità, già rilevata ne- gli esercizi precedenti, consistente nella maggiore velocità dei pagamenti rispetto alle riscossioni. Questa tendenza «è stata solo parzialmente compensata nella gestione in conto residui», in cui i pagamenti sono stati inferiori alle riscossioni. Tale criticità ha causato un decremento di circa 14 milioni di euro del fondo di cassa. I residui attivi sono risul- tati di gran lunga superiori ai residui passivi, al lordo del Fondo pluriennale vincolato, con una differenza complessiva di circa 285mila euro. Per la Corte dei Conti, la Regione è in «forte difficoltà nella gestione delle riscossioni relative alle entrate di parte corrente e capitale, in quanto i differenziali positivi riscontrati confermano la rilevata maggiore velocità dei pagamenti rispetto alle riscossioni, che, se non corretta, potrebbe condurre l’Ente a crisi di liquidità». Al contrario, con riguardo ai servizi per conto terzi, il valore negativo, ovvero residui attivi minori dei residui passivi, «incrementa la cassa, ma rappresenta un debito verso lo Stato, trattandosi, per la maggior parte, di anticipazioni sanitarie da restituire».

SANITÀ: LE SPESE “MALATE”

La Regione non ha rispettatto il tetto di spesa farmaceutica per acquisti diretti e di quello di spesa farmaceutica convenzionata cui è conseguita la mancata osservanza, nel periodo gennaio-dicembre 2023, del complessivo limite di spesa farmaceutica del 15,15%, avendo l’Ente fatto registrare un dato percentuale pari al 18,72%, collocandosi al quinto posto tra le regioni con l’indice di sforamento più alto dopo le Regioni Sardegna, Abruzzo, Campania, FriuliVenezia Giulia. Inoltre, il saldo 2023 tra crediti (da mobilità attiva) e debiti (da mobilità passiva) contabilizzato nel rendiconto è pari a meno 84 milioni di euro, «in netto peggioramento» rispetto a quello del 2022 (- 63 milioni di euro), del 2021 (- 51 milioni di euro) e del 2020 (meno 48 milioni di euro), manifestando un trend negativo in crescita nel corso degli anni, «a conferma di quanto già evidenziato nei precedenti giudizi di parificazione circa il basso livello di attrattività del sistema sanitario lucano»

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