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TUCCINO PACE: DIFENSORE DEI DEBOLI E POLITICO PASSIONALE

Esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, fu sindaco di Filiano dal 1993 al 2000

Tuccino Pace, nome vezzeggiativo che sta per Donato Antonio Pace, nato ad Avigliano il 5 ottobre del 1938 e venuto meno a Potenza il 13 aprile del 2014 è stato un grande politi- co ed avvocato penalista lucano. Esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, deputato dal 1994 coi Progressisti, dopo lo scioglimento del partito è passato ai DS. Dal 2000 al 2005 è stato an- che eletto nel Consiglio regionale di Basilicata.La sua famiglia vantava già noti avvocati, egli si è formato nello studio di Francesco Bardi. Superato giovanissimo l’esame di stato, a 27 anni, per quarant’anni si è adoperato con zelo nella pratica forense, che lo ha visto protagonista al tribunale potentino. L’avito studio, tra l’altro, risiedeva a Piazza Mario Pagano, non lontano da dove nei tempi antichi, c’era il tribunale, come dicevano i “potenzesi”, a Piazza “polmonite”, perché lì tirava sempre vento. Ha affronta- to i maggiori processi del Palazzo di Giustizia lucano. È stato firmatario della legge che nel 1996 ha aggravato il reato di stupro, rispetto al codice Rocco, che risaliva al Fascio. Il figlio Leonardo ha scelto di proseguire la carriera del padre, e Vito è notaio. Lo vogliamo ricordare a dieci anni dalla sua dipartita come un uomo energico, un politico caldo, verace, passionale, un avvocato zelante, spigliato. Era molto umano e giusto, ricordiamo come nel 1996 rinunzia, per grande spirito di correttezza, alla difesa del caso dell’omicidio Cefola, un ragazzo di 16 anni, suo vicino di casa, ucciso da un altro vicino di casa. Era preparatissimo in materie legali ed in diritto: allievo, tra l’altro, di Giovanni Leone, giurista e presidente della Repubblica Italiana. Quando entrava Tuccino, le tribune tremavano. Di lui possiamo con onore cantare l’evangelica beatitudine-Beati gli affamati di giustizia, saranno saziati. La passione civile, sociale, animava la verve di questo nostro grande lucano. Come Scotellaro era il cantore dei contadini, egli era il difensore dei poveri. Rocco poteva cantare: «Io sono un filo d’erba,/ un filo d’erba che trema./E la mia Patria è dove l’erba trema» (1949). Così, il nostro Tuccino era una pascaliana “canna pensante”, ma una canna che faceva trema- re gli scanni dei tribunali, a difesa degli inermi, dei più umili, delle classi più deboli. Egli era espressione di quel socialismo verace. Era stato anche sindaco della sua amata Filiano dal 20 giugno del 1993 fino al 26 maggio del 2000, Filiano che aveva tanto combattuto per l’autonomia comunale da Avigliano nel primo dopoguerra.

DI GIUSEPPE DOMENICO NIGRO E VINCENZO CAPODIFERRO

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