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LA CORRUZIONE LASCIA IMPRONTE PROFONDE

TACCO&SPILLO

Se ogni benedetta volta che arriva per le mani un report d’insolvenza statistica sulla Basilicata ci sale un indignato sconforto, immaginatevi allora quando l’Istat nella sua indagine sulla corruzione, con dati alla mano, ci ha fatto sapere che nel biennio 2022-2023 il 7,1% delle famiglie lucane ha seraficamente ammesso d’aver ricevuto una richiesta di soldi o utilità in cambio diretto di favori e agevolazioni d’ogni tipo. Ora a completamento drammatico della situazione e tanto per insistere sull’accrocco di legalità va detto che la Basilicata, manco a pensarlo e pure a vergognarsene, è addirittura la seconda Regione in cima alla classifica del Paese più esposta al rischio corruttivo, dopo il Lazio col 10,4% ed avanti a Campania, Calabria, Puglia e Sicilia che di certo non hanno fatto il pienone dei posti a sedere in Paradiso. Se poi a questo quadretto d’incombenze delittuose ci aggiungiamo pure l’Anac ed i suoi rilievi per affidamenti ed obblighi di trasparenza, allora con buona pace dell’onore del generale governatore Bardi c’è per i magistrati davvero del lavoro da completare al più presto, visto almeno quello che canta Miguel Sicilia:“la corruzione lascia impronte profonde…” 

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