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PARCO APPENNINO LUCANO, ARRIVANO 15 GRANDI GABBIE PER I CINGHIALI

Il commissario straordinario Tisci: «Promessa mantenuta»

«Alla manifestazione tenuta da Coldiretti davanti alla Regione Basilicata e ancora prima alla Comunità del Parco avevo promesso che avrei affrontato con determinazione le problematiche inerenti la Peste Suina Africana e l’eccessivo numero di cinghiali nell’area parco. La promessa è diventata realtà nel tempo più breve possibile. Nella giornata del 23 luglio sono iniziate le operazioni di montaggio dei Pig Brig, le grandi gabbie che dovrebbero essere utili e sufficienti per la cattura di interi branchi di cinghiali». È quanto si legge nella nota di Antonio Tisci, Commissario Straordinario Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri – Lagonegrese. «L’idea è quella di costruire, nei fatti, una sorta di grande muraglia frammentata che impedisca la circolazione del virus dalla Campania alla Basilicata, sperando che il tempo perduto in passato non ne abbia già favorito la diffusione. In totale il Parco Nazionale Appennino Lucano ha acquistato 15 Pig Brig, otto delle quali saranno immediatamente posizionate all’interno della zona 2, ovvero in quei comuni limitrofi alla Regione Campania dove sono stati riscontrati casi di PSA. Gli animali catturati nelle gabbie saranno destinati alla distruzione, previa analisi per la verificare la presenza della Peste Suina Africana» «Nei prossimi giorni, non appena sarà autorizzata una struttura idonea anche nell’area immediatamente limitrofa alla zona 2, altre gabbie verranno posizionate in quei comuni che in quelli della cosiddetta area libera. Avremo così da un lato la possibilità di ridurre la presenza di cinghiali all’interno dell’area parco, dall’altra di monitorare l’incidenza della Peste Suina Africana nel Pnal. Il Piano di Gestione del cinghiale, adottato con mia delibera commissariale immediatamente dopo l’insediamento, è stato approvato dall’Ispra che ci ha fornito il numero dei capi di ungulati eccessivi rispetto alle possibilità che il territorio del Parco ha di sostenerli. Ad oggi l’eccessivo numero di cinghiali, oltre a creare pericoli per la diffusione della Peste Suina Africana, sta danneggiando seriamente l’agricoltura e anche la sicurezza dei trasporti. Tra i compiti dell’Ente Parco c’è anche quello di controllare l’equilibrio tra le specie e tra queste a l’ambiente all’interno dell’ecosistema. Il mio ringraziamento particolare va al Direttore del Parco Giuseppe Liuzzi e al personale tutto del Parco che con me hanno lavorato per realizzare questo obiettivo».

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