CENTRODESTRA IN CERCA DI IDENTITÀ
Le regionali non possono assicurare sonni sereni: prossima scadenza, le politiche nel 2027
Le elezioni comunali di Potenza mettono il centrodestra dinanzi a un bivio: fare finta di nulla, magari buttando la croce su Guarente, Fanelli (il meno colpevole di tutti) o Pepe. Oppure fare tesoro degli errori e guadare avanti con uno sguardo rinnovato. Le ultime regionali non possono far dormire son- ni tranquilli. Pittella è stato determinante? Forse sì o forse no, la politica non è aritmetica. Sicuramente ha dimostrato una sua for- za, senza la quale il centrodestra ha dimostrato che non ha una dimensione autosufficiente, anche alla luce del supporto importante di Polese e Italia Viva. Tra le altre cose, in provincia di Matera il centrodestra ha perso, ha straperso a Matera città, ma sulla città dei sassi sono stati fatti tanti errori di valutazione negli ultimi anni. In politica la prima causa delle vittorie sono gli errori altrui e Telesca ne è la conferma. Un candidato moderato, civico, lanciato sei mesi prima, con liste forti e coalizione allargata, avrebbe permesso al centrodestra il bis in comune. Ragionare con la logica delle caselle in quota al partito X non funziona più, specie se il candidato esce tre giorni prima della presentazione delle liste, una sorta di Marrese in salsa potentina. Il centrodestra, dopo le provinciali di Potenza, ha replicato gli errori della sinistra. È proprio vero che il potere fa venire il mal di testa. E poi la gente non vota più solo per appartenenza. Vota storie personali, proposte più o meno concrete e soprattutto segue la suggestione del momento. Il centrodestra prende il 60% alle regionali, a Po- tenza città, e poi prende il 35% al ballottaggio due mesi dopo. La politica sottostima i cittadini, che sono capaci di distingue- re tra europee, regionali e comunali. Specie quando si esce fuori da 5 anni di amministrazione che per giudizio quasi unanime non ha offerto il meglio di sé. Il centrodestra ha una scadenza: le prossime elezioni politiche del 2027. In questi tre anni deve crescere sui territori, investire sulla classe dirigente – se Fratelli d’Italia ha 3 sindaci in tutta la Basilicata, un problema c’è – non avendo paura ad aprirsi a energie nuove e a profili come quelli di Maglione e Bianco, non a caso sindaci di Melfi e Policoro. L’alternativa è la gestione nelle mani di 5 assessori e pochi altri, una data di scadenza già scritta e il rischio che 8 anni di Bardi al governo della Regione non lascino alcuna eredità politica. Insomma, il fantasma di un altro Telesca incombe. Il presidente Bardi ha già scritto pagine di storia di questa regione, piaccia o meno, adesso tocca al centrodestra costruire il presente e immaginare il futuro, in una logica dialettica ma propositiva con Bardi. Senza difendere rendite di posizione che nella politica di oggi non esistono più. Anche in Basilicata, dove si ragiona con logiche da prima repubblica, ma intanto il mondo corre veloce e non sempre chi ragiona con le vecchie logiche da anni ’90 del secolo scorso riesce a capire i nuovi trend.
Di Vito Rocca