GENITORI SEMPRE PIÙ PREOCCUPATI
Asilo via Torraca, le strutture alternative sono sature e dal Comune nessuna risposta
Continua a preoccupare la chiusura per “lavori indifferibili” dell’asilo nido di via Torraca per l’intero anno educativo 2024\2025. Giovedì scorso è arrivata una mail dall’Ufficio “Servizi alla Persona” del Comune di Potenza alle famiglie degli iscritti per il prossimo anno educativo alla struttura di via Torraca, che invitava ad «esprimere entro lunedì 27 maggio, la scelta di una struttura alternativa. In mancanza di riscontro sarà revocata la conferma dell’iscrizione». Il Comune ha indicato tre asili nido alternativi: via Adriatico per 19 posti, via Ionio 39 posti e via Perugia 17 posti. Una doccia fredda per le famiglie ma anche per le educatrici che rischiano di rimanere senza occupazione. Immediatamente le famiglie mandano una pec indirizzata al sindaco Mario Guarente, all’assessore Antonio Vigilante e alla direttrice della Cooperativa “La Giostra” che gestisce la struttura con la richiesta di chiarimenti. Alla pec nessuno ancora ha risposto. Il tempo scorre, lunedì si avvicina e le famiglie non sanno cosa fare. A Cronache racconta le preoccupazioni e le perplessità uno dei genitori interessati: «Nessuno ci risponde. Non sappiamo più a chi rivolgerci. La direttrice non sa nulla e il sindaco e l’assessore ci ignorano. Intanto noi non sappiamo dove mandare i nostri figli. Nella comunicazione via mail, è stata data la possibilità di scegliere tra tre strutture alternative, peccato che queste strutture siano tutte sature. Posti disponibili non ce ne sono. Ho chiamato personalmente all’asilo nido di via Perugia e mi è stato detto che non c’è posto per mia figlia. Ora come facciamo? A settembre dove mandiamo i nostri figli? È possibile che nessuno abbia pensato ad una sistemazione alternative che arrecasse meno disagio possibile alle famiglie e soprattutto ai bambini?». La rabbia dei genitori è tanta. I bambini ora dovranno adeguarsi ad un nuovo ambiente, instaurare un rapporto di amicizia con nuovi bambini e con educatrici che non conoscono. E questo potrebbe rappresentare un problema per i bambini con disabilità o con bisogni speciali. Per loro potrebbe risultare più complicato ambientarsi in un posto totalmente sconosciuto. «Che si sarebbero dovuti effettuare questi lavori era noto già da tempo e allora perchè non informarci per tempo e soprattutto perchè non attivarsi per trovare una soluzione diversa? La distanza non è l’unico problema da affrontare, quello è il minimo, il vero problema riguarda l’ambientarsi in un posto completamente nuovo e sconosciuto, con nuovi amichetti e nuove educatrici. Nel tempo ogni bambino ha costruito un rapporto speciale con loro» continua il papà di una bambina. «Sul modo e sui tempi in cui ci è stata comunicata la chiusura ci sarebbe tanto da dire. Avrebbero dovuto mandarci una pec e non una mail e sicuramente non avrebbero dovuto concedere un lasso di tempo così stretto per scegliere la struttura alternativa. Si parlava di utilizzare la biblioteca ma quei locali non sono idonei per i bambini, i servizi igienici non sono a norma. Quasi sicuramente quei locali non potranno essere utilizzati e allora come risolviamo la questione? Qualcuno deve risponderci, qualcuno deve attivarsi. Non devono pagare i bambini, gli “errori” di chi ci amministra» conclude il papà. Ormai lunedì è arrivato e le famiglie non hanno la sede alternativa dove iscrivere i propri figli. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni.