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MATERA, TENTATE TRUFFE AD ANZIANI: I DETTAGLI DEGLI ARRESTI

Ai domiciliari un 47enne ed una 45enne di Napoli: Polizia a caccia dei “telefonisti”

La Polizia di Stato di Matera ha eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Matera, a carico di due persone: un uomo di 47 anni, condotto in carcere, e una donna, 45enne, agli arresti domiciliari. Entrambi di Napoli, sono indagati per tentata truffa aggravata ai danni di sette donne e di un uomo, tutti anziani residenti a Matera.

L’attività di polizia giudiziaria svolta dalla Squadra Mobile è stata divulgata nel corso di una conferenza stampa in Questura.
Al 113 giungevano numerose segnalazioni di tentativi di truffa in danno di persone anziane, residenti in diversi quartieri della città. Nella tarda mattinata dello stesso giorno, nei pressi delle abitazioni di tre vittime, gli agenti della Squadra Mobile di Matera individuavano un’autovettura a noleggio, al cui interno vi erano i due indagati. All’atto del controllo, la donna, asserendo di avere dei dolori al ventre, si piegava e cercava di liberarsi di un telefono cellulare, buttandolo sotto l’auto. Il gesto, però, non sfuggiva agli agenti, che procedevano ad una più approfondita perquisizione, rinvenendo in totale tre cellulari, sottoposti a sequestro.
Dalle indagini svolte sui tre dispostivi, sui tabulati telefonici e sui tracciati del Gps installato sulla vettura, venivano ricostruiti i movimenti della coppia, che dalle ore 9 del 19 gennaio si spostavano in varie zone della città, per raggiungere gli indirizzi indicatigli da alcuni complici, che operavano da remoto con il ruolo di “telefonisti”. Questi ultimi, rimasti al momento ignoti, contattavano la vittima prescelta al numero fisso di casa, invitandola al pagamento di una somma di danaro, che si aggirava tra i 5 e i 7 mila euro, per aiutare un prossimo congiunto in gravi difficoltà, in genere il figlio o il nipote della vittima. Il modus operandi di tale tipologia di truffa prevedrebbe poi che, mentre il telefonista tiene impegnato l’anziano al telefono, in modo da impedirgli di contattare i propri congiunti, il “corriere” passa dalla sua abitazione a ritirare la somma richiesta.  Nel caso di specie, però, gli otto tentativi di truffa sono andati tutti a vuoto perché le vittime si sono insospettite, rivolgendosi subito alla Polizia.
Nel corso di uno dei tentativi di truffa, una 77enne veniva contattata sul telefono fisso da un sedicente maresciallo dei Carabinieri, che la informava che sua figlia aveva provocato un incidente stradale e si trovava in caserma. Alla vittima veniva chiesta poi l’utenza cellulare, per poter essere contattata da un avvocato. Così, mentre era impegnata sull’utenza fissa, veniva chiamata anche al cellulare da un complice, sedicente avvocato, che le spiegava che per non mettere nei guai sua figlia era necessario pagare la somma di 5.600 euro. La donna rispondeva che il denaro non era un problema ma voleva parlare con sua figlia e, pertanto, l’avvocato le passava una donna che, piangendo, chiedeva aiuto. La signora, però, nonostante gli artifizi, capendo che non si trattava della figlia, chiudeva la conversazione e contattava la Polizia.

A seguito delle indagini, svolte dalla Squadra Mobile di Matera, con l’ausilio tecnico degli operatori della Polizia Scientifica di Matera e con la collaborazione della Squadra Mobile di Napoli, il Gip, su richiesta della Procura della Repubblica di Matera, ha disposto gli arresti domiciliari per la donna e la custodia in carcere per l’uomo, tenuto conto che si tratta di un recidivo specifico per gravi reati contro il patrimonio.

Si rappresenta che gli accertamenti vanno intesi, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, nel rispetto dei diritti delle persone indagate, della presunzione di innocenza e della necessaria verifica dibattimentale.

La Polizia ha colto l’occasione per ricordare ancora una volta di «fare la massima attenzione quando si è contattati da sconosciuti che si spacciano per familiari o parenti, chiedendo denaro o altre utilità». In tali casi, anche al minimo dubbio, «è sempre meglio contattare subito il 113, non aprendo la porta agli sconosciuti. Rispondere con un deciso “mi scusi, non ho tempo” allo sconosciuto che ti ferma per strada o ti contatta per telefono, spacciandosi per un professionista, un parente o per un amico di quest’ultimo, chiedendo denaro o altre utilità, sono solo alcuni dei suggerimenti per prevenire le truffe, che si trovano nella brochure, realizzata dalla Questura di Matera e distribuita alla cittadinanza, a partire dallo scorso mese di dicembre».

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