RIFIUTI, NON SOLO TUNISIA: NEL MIRINO C’ERANO ANCHE SPAGNA E BULGARIA
Dall’antimafia di Potenza tracciato lo schema del sistema
Non solo la Tunisia: pronti a replicare lo stesso schema, «utilizzando gli stessi presupposti», con la Spagna. Dal faldone dell’inchiesta dell’Antimafia di Potenza, a coordinare le indagini svolte dai carabinieri, il Procuratore distrettuale Francesco Curcio ed il Sostituto procuratore Vincenzo Montemurro, emergono ulteriori dettagli sul «preoccupante scenario di traffico illecito transfrontaliero di rifiuti» in partenza dall’Italia. La «truffa alla Totò»: per il castello accusatorio, il gruppo formato da Alfonso ed Antonio Palmieri, ritenuti gli organizzatori e gli artefici della condotta criminale, con Antonio Cancro, «la Sra, il proprietario è Alfonso, io sono l’Amministratore è ve- ro ma sono la testa di legno», operava in Italia ed il gruppo Casadonte-Noureddine operava in Tunisia. La realizzazione del traffico illecito organizzato di rifiuti, come ricostruito dalle indagini, non avrebbe potuto avere luogo senza la produzione di documentazione falsa da parte della Sra Srl con stabilimento a Polla e l’utilizzazione di atti falsi materialmente formati in Tunisia. L’ingente traffico illecito, però, è stato reso possibile anche grazie alla «concessione di due autorizzazioni rilasciate dall’Uod di Salerno della Regione». Non a caso, per l’accusa, scartata la Calabria, gli indagati, «decidevano di “scegliersi” un ufficio regionale diverso, consapevoli che la pratica per la spedizione dei rifiuti in Tunisia avrebbe avuto un esito positivo certo presentando istanza presso la Regione Campania». La Sviluppo risorse ambientali (Sra) Srl di Polla ha trasferito in Tunisia, 7mila e 891 tonnellate di spazzatura. Rifiuti anche «urbani tal quale con la presenza di consistenti frazioni di rifiuti sanitari», più imballaggi multimateriale provenienti perlopiù da comuni delle province campane e lucane. I 282 containers, partirono dal porto di Salerno per esse- re destinati alla società tunisina Soreplast Suarl. La Soreplast, sulla carta, doveva ricevere i rifiuti per trattarli recuperando la plastica, ma la Soreplast di Sousse era una sorta di “scatola vuota” sprovvista anche dei mezzi operativi. I documenti falsi come premessa, l’ok del competente ufficio regionale come via libera all’operazione. L’operazione, altamente speculativa data la possibilità di “liberarsi” così dei rifiuti «a un prezzo 4 volte più basso» di quanto corrisposto per il loro smaltimento in Italia: in sintesi, ricavi milionari. Le quattro spedizioni dall’Italia alla Tunisia finite nel mirino dell’Antimafia di Potenza, risalgono al 2020. Con una nota del settembre del 2022, i Noe Carabinieri di Salerno, segnalavano all’Antimafia di Potenza come la Maranta Srl, «società che ha sostituito la Palmeco Srl», ovvero società «interposta sempre dai Palmieri alla Palmeco Srl», «ha presentato alla Uod di Salerno della Regione Campania analoga richiesta per spedire in Spagna, i rifiuti aventi codice Cer 191212 prodotti dalla Sra Srl, utilizzando gli stessi presupposti di quelli spediti in Tunisia, vale a dire per un asserito recupero di materiale che invece dall’impianto in cui sono stati prodotti non è possibile operarlo» Lo smaltimento in Spa- gna, sarebbe stato finalizzato al riciclo di rifiuti non più recuperabili poichè , come nel caso tunisino, l’unica loro corretta desti- nazione non poteva essere altro che la discarica o l’incenerimento. «E questo – hanno aggiunto gli inquirenti sulla segnalazione della Spagna – senza contare i precedenti traffici con la Bulgaria e il tentativo di esportazione in tale paese della stessa tipologia di rifiuti poi esportati in Tunisia». Da questi ed altri dettagli, gli inquirenti hanno dedotto il «notevole potenziale criminogeno dei principali indagati italiani, Casadonte, Cancro, Tommaso ed Alfonso Palmieri, che risalendo nel tempo si sono resi responsabili di condotte delinquenziali, capaci di ri- prodursi con immediata e veloce sequenza attuativa anche in altre occasioni a distanza di tempo e con altri corresponsabili». Eliminato un Paese esterno, pronto un altro. Così come per le società: pronti un’altra. Nel maggio del 2021 la Sra concesse in affitto i principali rami d’azienda a favore della Gf Scavi Srl. La cessione, poi, si svilupperà in seguito, man mano che il rischio di possibili provvedimenti ablativi dell’Autorità giudiziaria diventava più concreto. Dopo un atto intergrativo, ancora nel 2021, nell’ottobre del 2022, la Sra trasferì «definitivamente» l’azienda alla Gf Scavi Srl, «società appositamente rilevata dal cognato Antonio Russo». La Gf Scavi Srl, uno «schermo societario» poichè, per l’accusa, gli effettivi gerenti erano Al- fonso e Tommsao Palmieri in luogo dei titolari delle quote di partecipazione al capitale sociale della Gf, vale a dire Antonio Russo, «cognato di Palmieri Tommaso e zio di Palmieri Alfonso» e Nunzia Russo, «moglie di Palmieri Tommaso e genitrice di Palmieri Alfonso». Il gruppo era capace di «riprodursi con immediata e veloce sequenza attuativa». Tunisia, Spagna o Bulgaria, così come Palmeco, Sra, Gf Scavi: non i nomi importanti, ma lo schema