DISCARICA LA MARTELLA: L’ORDINANZA DIMENTICATA
Sul divieto di emungimento, Abiusi (Ambiente e legalità) chiede lumi al sindaco Bennardi e intanto informa il Prefetto Favilli
A Matera, il caso dell’ordinanza dimenticata: quella relativa al divieto di emungimento delle acque sotterranee dai pozzi ubicati nei pressi della piattaforma di trattamento dei rifiuti in contrada La Martella. Ad interessare il sindaco Domenico Bennardi, ma soprattutto ad informare il Prefetto della Città dei Sassi, Cristina Favilli, il componente dell’associazione “Ambiente e legalità”, Pio Abiusi. «Correva l’anno 2016 – ha spiegato Abiusi ripercorrendo le fasi salienti della vicenda – quando ancora una volta l’Arpab effettuò un ennesimo monitoraggio delle falde sotterranee della piattaforma per la gestione dei rifiuti solidi urbani con annessa discarica di La Martella. Nel febbraio dello stesso anno, l’Agenzia regionale informò i vari organi amministrativi dei risultati. Ci piace evidenziare quanto affermò a suo tempo l’Arpab circa la mancata trasmissione delle analisi eseguite in contraddittorio dall’esercente: il Comune di Matera, in maniera ricorrente era uso menare il can per l’aia fino a quanto Arpab ruppe gli indugi, decidendo di procedere con l’assolo. Il 3 Marzo 2016 il Direttore della Unità operativa Igiene, epidemiologica e sanità pubblica dell’Asm chiese al sindaco di Matera che venisse emessa una ordinanza contingibile ed urgente, ai fini della tutela della salute pubblica». «L’urgenza era talmente “sentita” dal sindaco di Matera – ha sottolineato Abiusi – che solo il 13 settembre del 2016 emise la sollecitata ordinanza, a distanza di oltre 6 mesi. È da premettere che il giorno precedente l’emissione dell’ordinanza gli era pervenuta una nota a firma del Direttore generale del Dipartimento ambiente ed energia della Regione Basilicata che gli intimava di dare corso a quanto sollecitato dall’Organismo sanitario pena l’esercizio dei poteri sostitutivi e successiva informazione alle Autorità Giudiziarie preposte. Storie di normale incomprensione o incompetenze circa la gestione di quella piattaforma fino a quando la città venne estromessa dalla gestione stessa ed il 2 ottobre 2018 venne nominato il Commissario ad Acta». Oggi l’attività del Commissario si è conclusa e la piattaforma ritorna in gestione alla città. Il 27 giugno dello scorso anno il competente Ufficio regionale ebbe a notificare il provvedimento di chiusura definitiva, a seguito di ispezione finale, dei settori III e IV della piattaforma integrata di gestione ri- fiuti urbani non pericolosi ubicata in località La Martella di Matera, e pertanto la discarica poteva considerarsi fuori dalla procedura di infrazione comunitaria. La procedura di infrazione comunitaria, tra le altre co- se, era stata aperta poichè ritenuta fondata la relativa comunicazione all’epoca fatta proprio da Pio Abiusi di “Ambiente e legalità”. «Oggi – ha proseguito Abiusi – ci dobbiamo interrogare, tra l’altro, attraverso una campagna di monitoraggio che dovrebbe già essere esistente perchè prevista se l’ordinanza contingibile ed urgente, ai fini della tutela della salute pubblica, debba essere ancora vigente o meno: è da notare che il Piezometro SP4 al quale faceva riferimento il Direttore della Unità operativa Igiene, epidemiologica e sanità pubblica dell’Asm è posto al lato ovest del IV settore , in prossimità del III settore dove, divisi in modo non equo tra i due settori, vi erano i 53 mila mc di rifiuti sovrabbancati abusivamente e che sono stati rimossi, come previsto. I monitoraggi sono contemplati dalla Dgr 134 del 2019, che è l’Autorizzazione Aia che la Regione Basilicata ebbe a rilasciare dopo che il Comune di Matera si era cimentato inutilmente per ben 8 anni presentando addirittura quattro progetti». «Il Commissario ad Acta di nomina regionale avrà avuto cura che i monitoraggi previsti per le acque sotterranee siano stati eseguiti, non resta che concertarsi con Arpab ed Asm – ha concluso Pio Abiusi dell’associazione Ambiente e legalità -, ed esaminare la situazione attuale, se la situazione di criticità è venuta meno co- me pensiamo che lo sia, l’ordinanza va revocata. È un dovere istituzionale e chi di competenza occorra che ottemperi»