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CPR, BUSINESS NOMINE LEGALI

Il filone d’indagine parallelo e “sommerso”: l’«opacità» sulle nomine dei difensori di fiducia degli extracomunitari

In un altro filone d’inchiesta, in evoluzione magmatica, gli investigatori hanno riscontrato «un vero e proprio monopolio dell’assistenza legale» all’interno del Centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio, con cumulo di parcelle «in un caso anche di 700 mila euro» come da richiesta di liquidazione inviata allo Stato, dato il regime di patrocinio gratuito degli assistiti, da un solo studio legale. L’avvocata Loredana Rago, per esempio, sarebbe tra i nomi di punta del filone investigativo riguardante il fenomeno delle «nomine pilotate dei legali di fiducia» all’interno del Centro. È proprio lei che avvicina la lavoratrice del Cpr chiamata dal Pm a riferire del caso Ben Check raccomandandole «significativamente che era necessario aiutare l’Ispettore». Sullo “strano” clima tra l’Ufficio Immigrazione di Potenza e gli avvocati, tra accessi abusivi al sistema informatico ministeriale e regalie quali soldi o cellulari, altro emergerà a breve. La lavoratrice ha confidato, come da intercettazioni, alcune preoccupazioni ad un parente avvocato, che, annotano gli inquirenti, poichè «appare ben informato sull’opacità delle dinamiche sottese alla nomina dei difensori di fiducia da parte degli ospiti del Cpr di Palazzo San Gervasio», non soltanto sprona la nipote «a raccontare tutta la verità agli investigatori», ma la «mette ripetutamente in guardia dalla Rago invitandola a tenersene lontana il più possibile perché di dubbia reputazione». La donna, da parte sua, teme anche che l’avvocata Rago, «che sostiene essere stata “sponsorizzata” dall’Olivieri presso gli ospiti del Cpr come legale di fiducia», la possa “rovinare” professionalmente «mettendo in giro voci malevole sulla genuinità dei suoi titoli di studio». Tra le altre cose, il sospetto dell’avvocata era che a «vendere» il video del caso Ben Check a “Striscia la notizia”, fosse stata proprio quella lavoratrice chiamata a comparire davanti al Pm. Investigatori a caccia di riscontri incrociati. Spunta un serbo, ex ospite del Cpr lucano, che nel corso della sua escussione a sommarie informazioni riferisce che proprio l’ispettore Olivieri gli aveva «consigliato di nominare un avvocato del posto e gli aveva fatto proprio il nome della Rago». L’indagine è stata allargata e come ha spiegato il Procuratore distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, ha da subito insospettito una situazione in cui, ha utilizzato un paragone, è «come se avvenisse che per circa il 70% dei detenuti del carcere di Potenza, gli avvocati difensori fossero sempre gli stessi 2 o 3».

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