A NATALE PUOI… MA NON A POTENZA
Festività specchio dell’Amministrazione Guarente: programmazione inesistente o incomprensibile
Il Natale quando arriva, arriva. Succede ogni anno da 2023 anni il 25 Dicembre. È la festa dei bambini che attendono Babbo Natale, dei grandi che fanno i buoni propositi che non manterranno, delle famiglie che si ritrovano. È anche il periodo dell’anno in cui le amministrazioni comunali programmano e rendono note le iniziative culturali, realizzano grandi cartelloni di eventi coinvolgendo la città e le associazioni.
A NATALE PUOI… MA NON A POTENZA
Potenza è esente da questa volontà. La città è più o meno costellata di luci, qualche buona illuminazione è stata messa, in piazza ci sono i soliti mercatini ma le iniziative latitano. Difficile anche reperire un cartellone, scoprire cosa è stato organizzato, cercare un concerto o un evento culturale. Impossibile trovare un solo motivo per venire a Potenza a trascorrere qualche giorno di Natale. Non parliamo dei grandi movimenti turistici che le luminarie hanno costruito a Salerno in passato, ci riferiamo anche a piccoli spostamenti. Perché un cittadino di uno dei 130 Comuni della Basilicata dovrebbe venire a Potenza durante il periodo natalizio? Cosa dovrebbe venire a vedere? Quale evento potrebbe attirare? Ce lo siamo chiesti girando solitari la centralissima Via Pretoria, dove le luci brillano solitarie e senza persone, quasi messe là ad illuminare la solitudine come la casa di chi realizza albero e presepe per poi accorgersi che non verrà nessuno dei figli e dei nipoti a trovarlo. Così appare la nostra città durante questo Natale, l’ultimo della Giunta Guarente: vuoto e solitario, come di chi non ha niente da preparare. Non neghiamo che le associazioni, i comitati di quartiere, le scuole qualcosa lo abbiano fatto. Quella che manca è la comunicazione e forse la realizzazione di attrattive. Cinema in piazza, serata in teatro, concerti natalizi, spettacoli per bambini sono i grandi classici degli eventi natalizi. A Potenza abbiamo difficoltà a cercarli. Che si fa in questi giorni? Ci siamo chiesti. Non siamo stati in grado di trovare una risposta. Forse qualcosa c’è ma noi non la troviamo. E, come è noto, se una cosa non è conosciuta praticamente non esiste.
LO SPECCHIO DELL’AMMINISTRAZIONE GUARENTE
Il Natale nelle nostre vite ci costringe a fare i conti con le nostre scelte. Se abbiamo una famiglia felice la ritroviamo, se la abbiamo distrutta con le nostre scelte ci troviamo da soli, se abbiamo amici possiamo trascorrere il tempo con loro, se non ne abbiamo stiamo soli. Il Natale è una grande festa o un momento di grande dolore, è il frutto e la fotografia delle nostre scelte. Così è anche in politica e nelle scelte amministrative. Il Natale di Potenza altro non è che il risultato e la massima rappresentazione delle non scelte di Guarente. È triste come il finale triste di una consiliatura triste. È solitario come la solitudine di un Sindaco che chiude da solo, senza né amici né idee la propria inutile cronaca amministrativa. È inadeguato come un portaborse promosso Sindaco. A nostra memoria è la prima volta che i più votati delle elezioni, dopo essere stati nominati in Giunta, sono stati eliminati dal Consiglio ed esclusi dal Governo Cittadino. A nostra memoria è la prima volta che il Consiglio Comunale non riesce ad eleggere il Presidente del Consiglio per metà consiliatura. A nostra memoria è la prima volta che a fine consiliatura, ogni seduta del Consiglio è un rebus e un mistero con il pericolo permanente di non vedere i numeri giusti. Cosa c’entra con il Natale? Potrebbe obiettare qualcuno. A quel qualcuno risponderemmo che il nulla produce il nulla, la mestizia non produce gioia. L’amministrazione non esiste, la programmazione non si è mai vista, il coinvolgimento è inesistente e, quindi, non c’è niente da fare a Natale. La festa che manca riflette la mestizia di chi avrebbe dovuto organizzarla. E così…tristemente mentre percorriamo la tristemente illuminata via Pretoria ci viene in mente quella canzone antica “mo’ ven’ Natale, nun teng’ renar’ m’legg’ o giurnale e m’vac’ a cucca'”. La festa è finita ancora prima di cominciare.
Di Massimo Dellapenna