Sono a lavoro gli inquirenti per risalire agli autori della scritta comparsa domenica mattina sulla parete della Chiesa del- la Santissima Trinità. Dopo la denuncia della Curia, i Carabinieri hanno effettuato il sopralluogo e hanno acquisito le immagini del- le telecamere di videosorveglianza presenti nei pressi della Chiesa. Da una prima ricostruzione dovrebbero esse- re tre le persone coinvolte: un esecutore e due complici. Questione di ore, molto probabilmente, la loro identificazione. Nel frattempo continuano i messaggi di condanna verso un gesto che non fa altro che esasperare una situazione già di per sè molto tesa. Dopo la dura condanna del presidio “Libera” a poche ore dall’accaduto, anche don Marcello Cozzi stigmatizza l’episodio: «Che sia una bravata o meno, parole così non meriterebbero neanche di essere commentate, per la loro stupida volgarità, per il carico di odio che si portano dietro ma soprattutto per quella sterile semplificazione che di certo non serve a chi ama la verità. Non c’è nulla che può mai giustificare atteggiamenti, parole, espressioni o pensieri così carichi di violenza. Leggo i diari di Elisa e vedo con tristezza come siamo lontani dalla sua solarità». Sulla questione è intervenuto anche il sindaco Mario Guarente che ha dichiarato: «Un gesto riprovevole, oltre che un atto vandalico, per il quale mi auguro si possano individuare le responsabilità e procedere secondo quanto previsto dalla legge». «Un comportamento che stigmatizzo e che non ha giustificazione alcuna. Fomentare l’odio, contribuire a creare un clima di tensione, non aiuta la ricerca della verità, ma esacerba gli animi e dà luogo a episodi tristi e inqualificabili come quest’ultimo. Pretendere che sia fatta chiarezza non deve esimere dal rispetto delle regole del vivere civile. Offese, illazioni e atti vandalici vanno evitati senza eccezioni» ha concluso il primo cittadino. Quella scritta “assassini” a caratteri cubitali non ha lasciato indifferente una comunità che anche su questo “atto vandalico” si divide tra chi condanna e chi no. La riapertura del luogo sacro lo scorso 24 agosto e poi a novembre la ripresa delle celebrazioni eucaristiche, evidentemente a qualcuno non sono piaciute tanto da dimostrarne il proprio dissenso in modo plateale. Un modo che di certo non ha nulla a che fare con la battaglia che la famiglia di Elisa Claps porta avanti per arrivare alla verità e alla giustizia. Si chiede distensione, si chiede riconciliazione ma azioni come questo non fanno altro che esasperare i toni. La tragica scomparsa di Elisa Claps quel 12 settembre 1993 per mano di Danilo Restivo è ancora una ferita aperta nella città che a distanza di trent’anni dovrebbe riappacificarsi con la vicenda.