UFFICIALE, CSX: NIENTE PRIMARIE
Nel cdx Forza Italia compatta con Taddei domani a Cronache Tv. Da Noi Moderati chiesto protagonismo. Intesa coi cinquestelle in tutta Italia che prendono la Sardegna con Todde: Basilicata al Pd
Il csx si avvia a livello nazionale ad andare unitario alle prossime elezioni regionali, nonostante ancora qualche remora, infatti, sia rappresentata da qualche maggiorente di Pd e Cinquestelle. Con quest’ultimi che temono il detrimento, anche in chiave europee, di in coalizione. Una corsa sembra certa però: lo strumento principe, ideato e voluto in Italia dal csx, le primarie, non si terranno. Ecco che così si aprono le grandi manovre nelle stanze dei bottoni. Situazione diversa nel cdx, dove in Basilicata con Forza Italia ora compatta, si va verso il Bardi bis, non senza qualche legittima aspirazione degli alleati. Ma vediamo in dettaglio.
CSX, È CORSA A 4
L’altro giorno era stata la versione online del nostro giornale a far tremare gli equilibri interni al centro sinistra. Raccontando che non riuscendo Conte a far digerire alla base lucana dei Cinquestelle la candidatura a presidente di Regione in Basilicata del ras delle cooperative, Angelo Chiorazzo, con la segretaria del Pd, Schlein, avrebbero provato a ragionare su un ticket alternativo al femminile: in Sardegna guida ai Cinquestelle con Alessandra Todde e in Basilicata al Pd con Maura Locantore. Una ipotesi che ridarebbe protagonismo alla politica, sia perché vedrebbe con due donne di partito, sia perché andrebbe incontro alla richiesta di protagonismo femminile incarnato dalla Schlein. Due elementi questi fortemente rivendicati anche da una fronda del Pd, in Basilicata guidata dal già sottosegretario Margiotta, che con i suoi si astenne alla mozione in favore di Chiorazzo votata dai dem nelle scorse settimane. L’indiscrezione ha fatto molto rumore, sia all’interno del csx che in casa Chiorazzo. Ed infatti, immediata è stata la replica dell’house organ di patron Macchia (in queste ore molto nervoso per la contestazione dei tifosi che riguarda gli scarsi risultati del Potenza ed il sostegno economico al Matera Calcio femminile). Dalle colonne del quotidiano amico si sono subito sperticati a far notare che, a loro avviso, non c’è nessuna ipotesi alternativa a Chiorazzo: parola del CorSera. Una difesa d’ufficio che ha fatto sorridere gli addetti ai lavori del csx: per smontare l’indiscrezione di un giornale, si cita quella di un altro giornale, è il ragionamento tra i dem che si aspettavano una fonte politicamente più qualificata di un’altra indiscrezione giornalistica di un terzo, poi ripreso dall’house organ. Al momento, dunque, il quadro dovrebbe essere quello di una corsa a quattro senza primarie, tutta interna al Pd, tranne che per “l’infiltrato” Chiorazzo. Oltre al ras delle cooperative, infatti, ci sono a contendersi la candidatura a Presidente: la Locantore, per i motivi detti, Marrese, quale uomo di partito ed esperto amministratore, e Speranza, quale ipotesi di sintesi, come proprio da queste colonne raccolto dalla viva vice della dirigenza Pd.
MA I CINQUESTELLE NON CI STANNO
«Una domenica di pane, amore e molta fantasia quella costruita da certa stampa. Anche oggi apprendiamo di accordi e disaccordi stretti sopra le teste dell’assemblea del M5s di Basilicata. D’intesa con il presidente Giuseppe Conte, che non trascura mai l’ascolto dei territori, stiamo procedendo alla stesura del programma e alla calendarizzazione di iniziative sul territorio utili a raccontare la nostra visione di Basilicata. Tutto il resto, quando non è un tentativo di condizionare il dibattito, è puro esercizio di fantasia», ha tuonato la coordinatrice provinciale dei Cinquestelle Alessia Araneo, tra le più vicine al coordinatore regionale Arnaldo Lomuti, fedelissimo di Giuseppe Conte. Insomma i Cinquestelle continuano a sbarrare la strada a Chiorazzo e le manovre di condizionamento del suo house organ.
CSX, IL RUOLO DEGLI ALLEATI
I socialisti di Valvano, lungimiranti, non vogliono rimanere schiacciati dalla guerra Pd-Cinquestelle. Né lasciarsi impiccare sulla via di Chiorazzo. Per questo il segretario regionale inizia a smarcarsi, ora provando a fare da sprone a Bardi sulle questioni dei bonus ora provando ad indicare un metodo alla coalizione sulla scelta del candidato. E, manco a dirlo, subitaneamente arriva la reprimenda dell’house organ. Che titola sui “Socialisti spaccati”, strumentalizzando le parole di una ex tesserata minore che, dopo non essere riuscita nemmeno a farsi eleggere al Consiglio comunale, ha lasciato il partito. Situazione un po’ diversa in Azione. Marcello Pittella, che che ne dicano, resta senza dubbio il detentore del maggior numero di preferenze e certamente – da gladiatore qual è – non ha intenzione di farsi fare beffe da chi si è dimenticato che quando Berta filava era tra i maggiori beneficiari della sua azione. E la lista di coloro che oggi nel csx lo avversano dopo essere stati suoi beneficiari è lunghissima: dal re Mida dell’assistenza, passando alle grasse penne fino ad arrivare all’editore del vento, con buona pace di tutti. Ecco perché come Valvano anche Pittella potrebbe iniziare a guardarsi intorno. Suo unico neo, la zavorra di un giovane segretario regionale che ha il solo merito di aver per primo portato Azione in Basilicata. Ma che politicamente è distante anni luce dall’esperienza del gladiatore lauriota.
LA SITUAZIONE NEL CDX
Per quanto qualcuno provi a scervellarsi nel trovare un’alternativa, al momento non c’è migliore soluzione politica di quanto ha immaginato e voluto Tajani e cioè la riconferma di tutti i presidenti uscenti. Una scelta di metodo e non di nomi che dovrebbe garantire a Bardi un bis tranquillo, magari con la richiesta da parte degli alleati per la prossima legislatura di un maggior coinvolgimento dei partiti. Guardando in casa degli alleati, la Lega sembra non trovare alcuno spiraglio. Questo perché con Todde e Soru candidati, tornerebbe a essere contendibile la Sardegna con Solinas. In più c’è la richiesta sull’Umbria. Ecco perché nei piani di Salvini non ci può essere, numeri alla mano, anche la Basilicata. Ed in tal senso si possono valutare anche le uscite tiepide di Calderoli a Potenza sul prossimo candidato presidente: «Ho ben chiaro il quadro in testa». Un’affermazione molto prudenziale, troppo. Questo potrebbe essere anche stato determinato da quanto Fratelli d’Italia potrebbe aver notificato alla Lega: al partito della Meloni non interessa tanto la provenienza di chi vi approda per la prima volta, ma il tradimento di chi è andato via. Quindi il nome di Pepe a Roma viene considerato quasi alla stregua di quello di Baldassarre: uno che ha abbandonato per una postazione. Baldassarre lo fece per 15 giorni da assessore, Pepe per un seggio al Senato. Valutazione dalle quali noi ci dissociamo, ma che in ambienti romani hanno trovato da più lati conferme altolocate. Mentre proprio sul fronte FdI al momento non c’è una richiesta ufficiale sulla Basilicata. Anche se chi sembra si stia muovendo di più a livello romano per la candidatura è Cosimo Latronico. L’assessore, fortemente voluto da Bardi, pare stia facendo questo ragionamento: dopo aver fatto il consigliere regionale, il parlamentare e ora l’assessore, il coronamento del percorso sarebbe fare il presidente. Questo anche perché nel collegio di Matera con Leone e Quarto, se gli va bene, farebbe terzo. Ecco che quindi parrebbe stia provando con Fitto a giocarsi l’ultimo gettone, secondo questo ragionamento: meglio la Basilicata oggi o la Puglia domani? Tra l’altro se in Puglia il candidato dovesse essere Decaro la vittoria per il centro destra fra un anno e mezzo sarebbe tutt’altro che scontata. L’unico neo al suo percorso è che alla presidenza della Regione è stato già candidato uscendo sconfitto. In ultimo ci sono i moderati di Lupi. Ad oggi silenti e spesso, come abbiamo raccontato proprio da queste colonne, nemmeno coinvolti al tavolo delle trattative romane. Pare che nei prossimi incontri, quelli decisivi, ci saranno anche loro che apriranno le trattative addirittura proponendo un proprio candidato. Come abbiamo anche in questo caso raccontato, il centro destra per avere la matematica certezza di vincere si deve presentare alle prossime elezioni regionali con un candidato moderato, come Bardi, ma anche che dia la possibilità di fare breccia dall’altro lato. Ed in questo ottica il nome di Francesco Cannizzaro, segretario regionale di Noi moderati, potrebbe allargare. Certo di moderati che hanno le stesse caratteristiche ce ne sono anche altri. Ma nessuno di questi è già organico al centro destra, addirittura ritenendo il ruolo di coordinatore regionale di uno dei partiti della coalizione. Un’ipotesi del tutto residuale quella di Cannizzaro, ma non impossibile. D’altro canto Noi moderati è un alleato stabile e affidabile. Al quale già in passato è stato affidato il ruolo di condurre la coalizione. Senza andare troppo lontano, basta guardare alla limitrofa provincia di Salerno dove al parlamento il candidato della coalizione sul maggioritario è stato proprio di Noi moderati, che ha eletto Bicchieli.
IL RITROVATO AFFILATO IN FORZA ITALIA
Insomma nel centro destra, a differenza del centro sinistra, si naviga in acque più tranquille. Una tranquillità ulteriormente ritrovata dopo tutti i segnali di distensione che arrivano anche sull’asse Bardi-Taddei. Smentita ogni voce su candidatura alternative a Bardi in casa Forza Italia, si lavora all’unisono per il Bardi bis. Così che il coordinatore provinciale Taddei, d’intesa con quello regionale Casellati, può concentrarsi sulla strutturazione del partito sul territorio. Domenica prossima, infatti, si celebrerà al Grande Albergo di Potenza il congresso provinciale, guidato dall’esperto Vincenzo Taddei che ne parlerà domani alle 21 su Cronache Tv, ospite a Oltre il giardino di Paride Leporace.
Di Gustavo Limone